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Non sapevo se prenderlo sul serio, non ci stavo capendo più niente ed ero così stanca che avrei tanto voluto rinascere daccapo per non incontrarlo mai più.
Non sapevo che cosa rispondergli, riuscivo soltanto a piangere e a pensare a YangYang e mi sentivo così tremendamente in colpa.
Mi sembrava di impazzire come quando fai un incubo e non riesci a svegliarti subito ma quando finalmente ci riesci però realizzi che era tutto finto ma purtroppo quello che stavo vivendo era la realtà.

Non avevo mai sentito quella parola diretta a me nella mia vita e avrei voluto tanto sentirmelo dire da Taeyong ma non in quel momento, non quella sera, non dopo otto anni, non dopo essermi fidanzata con YangYang.
Non era giusto, Taeyong non sarebbe mai dovuto venire a cercarmi, non avrebbe mai dovuto dirmi tutto quello che pensava e soprattutto non doveva dirmi di amarmi.
Sarebbe dovuto restare un ricordo, sarebbe dovuto restare un passato difficile da smaltire ma accantonato prima o poi, non doveva minimamente tornare come se nulla fosse nel tentativo di riconquistarmi.
Non sapevo più che cosa fare ormai e il mio cervello stava smettendo di ragionare e così ripresi ad incolpare me stessa e la mia vita per tutto ciò che stava accadendo ripetutamente senza una fine.

Ero arrivata al capolinea ma non uno di quelli in cui decidi di andare avanti a testa alta ma uno di quelli in cui vorresti spegnerti per sempre perché non vedi più la luce e una via di guarigione nonostante l'impegno.

« Perché la mia vita deve essere così difficile? Chi ha deciso che meritavo di vivere così? » imprecai continuando a piangere così tanto che ne rimasi meravigliata da tutte le lacrime che possedevo dentro di me e che per tanto tempo avevo faticato per bloccarle e non farle uscire.

« Anna è stato il destino a scegliere di farci rincontrare, chi te lo dice che le cose non miglioreranno? Chi te lo dice che non starai bene? »

« Io non credo, quindi chiama questo destino e fammici parlare perché ho bisogno che riscriva la mia storia e bruci quella che ha riservato per me. Sono stanca. » mi portai due mani alle tempie, sentivo che da un momento all'altro sarebbero esplose a causa delle troppe lacrime.

« Proprio non riusciresti a darmi un'altra possibilità? » mi si avvicinò, appoggiando le sue mani sulle mie cercando di massaggiarmi la testa affinché il dolore cessasse.

« Dovevi pensarci un po' prima. Non lascio YangYang per tornare con te. Ci tengo troppo a lui ed ora mi stai trattenendo più del dovuto, sono ormai le cinque di mattina! » cercai di liberarmi delle sue mani ma una parte di me avrebbe voluto restarci ancora così perché dopotutto il tepore delle sue mani sulle mie, dei suoi abbracci, dei suoi sguardi mi erano mancati più di qualsiasi altra cosa al mondo ma non potevo rovinare tutto, non in quel momento che stavo davvero cercando di fare passi avanti. Dovevo darci un taglio, dovevo, ancora una volta cercare di essere forte e andare avanti senza di lui.

« Ti rendi conto che abbiamo passato due ore insieme e sono volate come se fossero stati due minuti? Capisci che io e te abbiamo ancora tanto da vivere insieme? Io ne ho bisogno, non voglio sprecare più un altro giorno senza di te e soprattutto non voglio più essere il protagonista cattivo della tua storia ma quello che la finirà felice e contento insieme a te. » mi si avvicinò ancora.

« E tu? » mi guardò con due occhi che non avevano fine, desiderosi di una risposta positiva da parte mia ma l'unica cosa che volevo in quel momento era andare via.

« Ho bisogno di tornare a casa, non mi sento per niente bene e ho bisogno di stare da sola. » dissi tentando di recuperare la mia borsa che avevo fatto volare via a causa della rabbia, facendo preoccupare tremendamente Taeyong perché mi aveva già vista tante volte crollare in quel modo a causa di tutti i miei trascorsi con mia madre, a causa della mia depressione, a causa di tutti quei momenti spesi ad odiarmi con la costante voglia di allontanarmi dell'intero universo ma nonostante tutti i miei tentativi di farla finita ero ancora lì, piena di cicatrici nell'anima, sulla pelle che raccontavano letteralmente la mia vita come una storia, come un film che sembrava diventare sempre più drammatico scena dopo scena e non potevo più tollerarlo.
Tante volte il mio cervello si annebbiava e non esistevano più ragioni, più pilastri a mantenermi in piedi perché le uniche parole che iniziavano a balenarmi nella testa erano soltanto contro di me e in quel momento, dopo tanto tempo, stavo nuovamente iniziando ad avere quei pensieri autolesionisti contro me stessa come se ne trovassi sollievo nel punirmi per tutto ciò che accadeva intorno a me, anche quando sapevo non dipendesse tutto da me ma in momenti come quelli iniziavo a darmi la colpa di tutto e iniziavo a sentirmi soltanto un problema e un peso per tutti.

I was born to love you | YANGYANG Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora