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Cercai di farmi forza e scrissi a YangYang, il quale in preda all'ansia mi rispose nel giro di un secondo.

« In realtà mentalmente mi ero già auto invitato a casa tua, sono quasi fuori da te, ero troppo preoccupato e avevo bisogno di vederti e soprattutto di parlarti.. » scrisse mandandomi nuovamente nel pallone.

Odiavo le attese, odiavo stare sulle spine a farmi paranoie soprattutto quando dentro di me già qualcosa non andava, così, come ogni volta, lasciavo che le mie emozioni negative prendessero il sopravvento.

Non sapevo che fare, così andai a farmi una doccia per scrollare via tutta quell'ansia accumulata e scrissi a YangYang che poteva restare ad aspettarmi in cucina con le ragazze e così fu.

Entrai in bagno, feci partire la mia playlist di musica rilassante e cercai di non pensare più a niente, come se lo scorrere dell'acqua sulla mia pelle insieme alla musica potessero contribuire a lavare via anche i pensieri, anche quelli più nascosti che rendevano le pareti della mia anima sempre più buie.
Cercai di ricaricarmi di energie positive perché ne avevo bisogno: il tempo stava scorrendo troppo velocemente e stavano succedendo così tante cose insieme che era difficile per me starci al passo, sopratutto in modo tranquillo ma dopotutto dovevo imparare a gestire gli eventi e prendere in mano definitivamente la mia vita.
Stavo sprecando troppo tempo a nascondermi, Emily aveva ragione, perché era più facile essere chiusi al buio nella tristezza perché quando sei triste non hai niente da perdere ma la felicità aveva una certa responsabilità, faceva paura, perché quando sei felice significa che hai una ragione per andare avanti ma perdere nuovamente quella ragione, sarebbe stato distruttivo per me e ne avevo il terrore costantemente.
Stare da sola mi era servito per cercare di curare le mie ferite ma allo stesso tempo fu un'arma a doppio taglio, perché per tutte le paure, avevo il costante terrore di uscire alla luce del sole, di prendermi responsabilità, di prendermi cura delle persone, di prendermi cura di me stessa ma ormai ero stata messa spalle a muro dalla vita e dovevo reagire, ancora una volta, nella speranza di intraprendere una strada con un lieto fine felice alle porte.

Continuai a meditare sulla mia vita e una volta uscita dalla doccia cercai di concentrami per darmi una decenza davanti allo specchio.
Cercai di dare un po' di volume ai miei capelli, azzardai con un po' di eye-liner sugli occhi e optai per indossare qualcosa di comodo dal momento in cui, a volte, per i troppi pensieri, diventava difficile anche creare un outfit giusto che si abbinasse con i miei stati d'animo interiori.
Di solito era così che funzionava: quando ero serena cercavo di adattare ogni più minimo dettaglio ma quando la mia mente era un uragano in tempesta sceglievo l'unica cosa comoda e confortevole, ovvero la mia solita camicia di jeans oversize e un jeans chiaro super skinny con degli stivaletti neri non troppo alti.

« Okay, sono pronta, ora posso affrontare YangYang, ce la posso fare! » cercai di incoraggiarmi allo specchio nella speranza di non averci messo troppo.
Odiavo far aspettare gli altri perché solitamente ero io quella ad attendere sempre in anticipo ma quel giorno purtroppo non andò così.

Cercai di darmi un'ultima sistemata e presi un bel respiro profondo motivandomi per l'ultima volta e di lì a poco lasciai il bagno e quel tepore ormai caldo dovuto all'acqua bollente della doccia.

Mi incamminai in cucina notando un clima abbastanza sereno.
Ormai Emily e Amanda erano come di famiglia, per cui si comportavano da anni come se fossero a casa propria e notai che anche YangYang stranamente era sereno, infatti li trovai tutti e tre seduti in cerchio sul divano manco stessero facendo un raduno di pettegolezzi o un rito di magia ma appena arrivai in cucina notai che smisero di parlare di soppiatto.

« Che c'è? Avete per caso segreti che non posso origliare? » cercai di essere sarcastica per non lasciar intravedere l'ansia che mi stava assalendo in quel momento e così mi accomodai sul divano accanto a YangYang ma notai un po' troppo distacco tra noi, quasi come se quel bacio la sera prima non fosse mai esistito e le distanze tra di noi sembravano essere comparse dal nulla dato che prima di quel momento eravamo super appiccicati, soprattutto lui e quella freddezza improvvisa mi fece capire che c'era davvero qualcosa che non andava nonostante la sua parvenza di serenità.

I was born to love you | YANGYANG Where stories live. Discover now