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Mi ero preparato molto sulla risposta che avrei potuto dare a quella domanda ma nonostante il tempo speso a pensarci sentivo che ogni parola non sarebbe bastata per descrivere al meglio come mi sentivo perché proprio non lo sapevo come mi stavo sentendo davvero.
Non volevo tirare conclusioni affrettate e dire apertamente di essermi innamorato perché con un solo sguardo sembrava davvero assurdo dato che non sapevo niente di lei e lei non sapeva nulla di me ma allo stesso tempo mi sentivo proprio così, innamorato, cotto a puntino, perso e disperso con l'anima in fiamme e non esisteva altra parola per descrivere quel che sentivo se non dire di essere innamorato per cui esitai molto prima di darle una risposta e ci misi così tanto che lei rimase immobile e impaziente che continuò a ripetermelo ancora e ancora e senza girarci troppo intorno alla fine andò dritta al punto.

« Ti piace? Giuro che se non vuoi che faccia qualcosa starò zitta anche io per adesso però vorrei solo saperlo, è importante per me. » quasi sembrava volesse piangere sulla parte finale del discorso e non ne capivo il perché.

« Sai.. per tanto tempo anche se non l'ho dato a vedere mi sono sempre preoccupata per te proprio per il tuo essere chiuso, per il fatto che ti metti sempre da parte per gli altri e ti sminuisci di continuo ma allo stesso tempo con il tuo sorriso fai fessi e contenti tutti perché vuoi farci capire che stai bene quando in realtà non è così. » continuò ed io in quel momento sentivo un groppo in gola infinito.

Non piangevo praticamente mai che quasi avevo dimenticato cosa significasse versare lacrime ma in quel momento sentivo che sarei potuto scoppiare in un pianto infinito da un momento all'altro ed è quello che succede alle persone chiuse e riservate.
Si tengono sempre tutto il male dentro fino a scoppiare.
Un po' come quando vorresti continuare a riempire una bottiglia ma ad un certo punto l'acqua fuoriesce perché è fatta per contenere soltanto una certa quantità di acqua ed io in quel momento mi sentivo proprio così, così pieno di ogni cosa che non riuscivo più a tenermi tutto dentro e così senza neanche accorgermene persi qualche lacrima ma quando lo notai cercai di eliminarla subito con la manica della felpa enorme che indossavo.

« Stai bene? YangYang davvero cerchiamo di abbattere questo muro almeno tra di noi, parlami, qualsiasi cosa sia io ti ascolto. » continuò a dirmi Daisy ma in quel momento mi sentivo così vulnerabile che non avrei avuto la forza per far fuoriuscire neanche il più piccolo dei suoni dalle mia labbra.

Quel che desideravo di più era essere felice, avere attimi di tranquillità, avere la forza per esprimere i miei stati d'animo, smetterla di essere sempre quello forte in soccorso per tutti e mai per se stesso.
Ero stanco di tutto così tanto che l'unica cosa che stava iniziando a darmi sollievo era concentrarmi sul pensiero di Anna.

Anna era arrivata come un fulmine a ciel sereno proprio quando non ne potevo più di niente e iniziare ad avere pensieri positivi era la sola unica cosa che necessitavo e quindi mi feci coraggio, guardai mia sorella negli occhi e cercai di accennarle almeno un quarto dei miei pensieri.

« Giuro che non ho mai sentito niente di simile, quasi pensavo di non averlo un cuore ma quando Anna è entrata in camera ho sentito proprio Phil Collins che si scatenava con la batteria dritto nel mio petto e non so dirti di preciso come mi sono sentito ma sentivo che i miei occhi avevano soltanto la forte esigenza di guardarla in ogni dettaglio e probabilmente avrei continuato a guardarla per sempre se solo non foste andate via. Che cosa significa secondo te? »

« Come cosa significa. Ti piace e sono sicuro che piaci anche a lei. » mi disse in modo diretto.

« Nah, quello è impossibile, non sono così fortunato che quando per la prima volta davvero sento queste cose per qualcuno devo essere anche ricambiato, è assurdo, non ho mai avuto fortuna. » alzai gli occhi al cielo sperando dentro di me di piacerle davvero.

« Cosa ci vogliamo scommettere? » mi chiese mia sorella.

« Niente, perderei sicuramente. » scoppiai a ridere.

« Questo lo dici tu. » mi rispose più sicura che mai ma qualcosa dentro di me cercava di evitare tutta quella sua sicurezza.

« E cosa pensi di fare? » le chiesi incrociando le braccia.

« Farvi uscire insieme. Semplice. » si alzò Daisy dal letto avvicinandosi alla porta.

« Io? Uscire di casa? Non per lavorare? Ma per vedermi con una ragazza? Stai scherzando? » alzai la voce quasi come se mi stesse prendendo il panico più totale.

« Lo sai che Anna parla proprio come te? Sono sicura che avete davvero molto in comune e forse chissà, anche se non vi aprite al mondo potreste aprirvi insieme e diventare l'uno il porto sicuro dell'altra. Non so se mi sono spiegata. » mi disse in modo molto sereno e quella serenità mi arrivò tutta.
Mi sarebbe davvero piaciuta l'idea, magari scoprendo così tante cose in comune con Anna mi sarei lasciato un po' andare iniziando a scoprirmi sempre un po' di più perché infondo a furia di reprimere tutto non sapevo nulla di me neanche io e forse parlarne con qualcuno mi avrebbe soltanto fatto bene, per cui rimasi in silenzio, infondo chi tace acconsente e mia sorella aveva capito tutto, per cui mi sorrise e mi salutò prima di andare in camera.

« Io vado a dormire, mi raccomando cerca di dormire, okay? » mi disse ed io le feci cenno di si con la testa mentre vidi che di lì a poco aprì la porta per andare via ma dopo neanche un secondo ritornò da me affacciandosi soltanto con la testa dalla porta.

« Ah, se vuoi seguirla su Instagram la troverai nelle storie che ha messo Lucas.
Buona fortuna. » mi fece un occhiolino andando poi in camera sua definitivamente lasciandomi però con un mare di pensieri per la testa.

« Ed ora cosa faccio? La seguo o non la seguo? » dissi sdraiandomi a peso morto sul letto coprendomi con il cuscino dalla disperazione.

« Che cosa devo fare? »

I was born to love you | YANGYANG Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora