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Continuammo a restare lì ancora per un po', in silenzio, senza dirci niente per goderci soltanto l'alba che prendeva sempre più colore sulle nostre teste, così dal nulla presi il cellulare dalla tasca della giacca e presi a fotografare lo scenario dinanzi a noi.
Amavo tanto perdermi nel colore del cielo, amavo fotografare ogni cosa che ai miei occhi sembrava meravigliosa e particolare perché calmava la mia anima.
Guardare i video e le foto che avevo in galleria era come una sorta di terapia per me dato che pullulavano di tramonti, fiori, il mare, la luna, le stelle e il mio cane ma senza rendermene conto girai un video di tutto lo scenario accanto a me in quel momento e mi soffermai anche su gli occhioni immensi e sorridenti di Taeyong.

Inevitabilmente mi era mancato tanto averlo al mio fianco e vedere tutta quella serenità sul suo viso mi calmava nonostante tutto e iniziai a pensare che infondo certi legami sfidano le distanze, sfidano le sofferenze ma restano perché son destinati ad essere e forse anche per noi era così.

« Che ne dici di scattarci una foto nuova? Magari fisserò quella prima di andare a dormire da oggi in avanti? » disse, facendomi interrompere il video di lì a poco.

Mi avvicinai appena a lui ma l'imbarazzo era fin troppo che non riuscivo a guardare neanche nell'obiettivo.

« Rilassati. » sorrise in un modo così pacato che davvero non riuscivo a capire da dove tirava fuori quella serenità tanto impossibile da ottenere per me.

« Come posso rilassarmi se mi chiedi di fare una foto insieme a te perché hai bisogno di guardarla prima di dormire? » mi voltai verso di lui ma la distanza tra i nostri volti era infinitesimale che vedere i suoi occhi concentrarsi sempre più sulle mie labbra mi metteva a disagio.

« Non sarebbe una novità dato che prima ti ho detto che guardo ancora quella foto arcaica. » sorrise ancora e riprese a guardarmi negli occhi.

« E poi vuoi mettere una foto all'interno di un distributore orribile con un'alba così? » prese a fissare il cielo.

« Così avrei le mie due cose preferite in una sola foto. Te e il cielo. » aggiunse, ritornando a guardare me che non riuscivo più a regolarizzare ogni battito del mio cuore che correva sempre più ad ogni sua parola come se dentro me stessi aspettando davvero tutto ciò che stava accadendo quella notte e dovevo farmene una ragione ma il tutto non fece altro che rendermi sempre più silenziosa.

« Che c'è? Ora quello logorroico sono diventato io? » scoppiò a ridere, alzando la schiena dal muro presso il quale eravamo poggiati entrambi ed io non potevo fare a meno che perdermi totalmente in quella sua risata che risultava come una melodia capace di calmare ogni molecola di me.

« È difficile da ammettere ma mi sei mancato tantissimo. » continuai a guardarlo mentre splendeva più dell'alba.

« Sei mancata tantissimo anche a me. » indietreggiò con la schiena per trovarsi nuovamente occhi negli occhi con me.

« Non sai quanto stia lottando contro me stesso adesso perché sto morendo dalla voglia di baciarti. » riprese a guardarmi le labbra.

« Ma voglio bene a YangYang come un fratellino, non gli farei mai un torto così. » si alzò piano dal muretto sul quale eravamo seduti, porgendomi poi una mano per far alzare anche me.

« Andiamo, ti accompagno a casa. Tu nella tua macchina, io nella mia. Sai com'è, non c'è nessuno per strada a quest'ora e voglio che tu torna sana e salva. » aggiunse, continuando a tenermi per mano per un po' fino ad arrivare dinanzi alle scale che avevamo percorso prima ma io non riuscivo ad alzare lo sguardo dalle nostre scarpe.

« Se vuoi scattare una foto con me prima che ci allontaniamo da quest'alba stupenda va bene, cercherò di non imbarazzarmi troppo. » alzai appena lo sguardo e a quel punto lo vidi prendere il suo cellulare e dando le spalle all'alba mi abbracciò da dietro poggiando il mento sulla mia spalla sinistra.

I was born to love you | YANGYANG Where stories live. Discover now