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Qualche ora più tardi..

YangYang pov's:

Era ormai sera, le luci del cielo stavano iniziando man mano ad imbrunirsi e quello splendido tramonto stava svanendo per lasciare spazio al blu sempre più profondo e cupo tendente al nero.
Erano circa le 20 e quella giornata in compagnia di Anna era letteralmente volata perché si sa, quando stai bene il tempo vola ma quando resti a casa nei tuoi grigiori interiori e nei tuoi silenzi le lancette sull'orologio picchiettano sempre più forte ma così lentamente che ti sembra di vivere in loop all'interno di un incubo dal quale non riesci a svegliarti mai.

Io e Anna avevamo trascorso una giornata fantastica: c'erano stati numerosi momenti in cui mi ero reso conto del modo in cui mi guardava, quasi come se stesse guardando uno scenario più bello del tramonto che avevamo sulle nostre teste e quello, davvero, mi aveva reso contentissimo perché era così bella mentre si perdeva in ogni angolo di me quasi per scrutarmi e conoscermi in ogni dettaglio, come se non ne potesse proprio fare a meno di fissarmi, in altri momenti, però, sembrava volermi allontanare ad ogni costo, soprattutto tutte le volte in cui mi avvicinavo sempre di più a lei per provare a strapparle un bacio non facendo altro che mandarmi in una confusione assurda.
Ero consapevole del fatto che eravamo usciti per la prima volta e che forse non era necessario correre ma io morivo dalla voglia di baciarla proprio per tutti i sentimenti che sentivo dentro di me, per cui probabilmente lei non ricambiava altrimenti anche lei si sarebbe lasciata andare.
Non avrei mollato per nulla al mondo perché ero sicuro come non mai di volere lei perché per la prima volta tutti i miei sensi erano completamente esistenti per cui non avrei lasciato correre, magari un giorno non molto lontano si sarebbe accorta di me, dovevo soltanto cercare di aspettare il più possibile, essere presente ma allo stesso tempo distante per lasciarle ugualmente il suo spazio pur consapevole sarebbe stata la cosa più difficile del mondo.

Ogni secondo insieme a lei era una ventata di aria fresca capace di scongelare il mio cuore ad ogni respiro, ad ogni sguardo, ad ogni sorriso ed era pura adrenalina che avrei voluto per sempre nella mia vita ma purtroppo quella giornata volse presto al termine e decidemmo di ritornare alla mia moto e alla sua macchina per salutarci e così fu.

Presi la sua mano e la tenni così stretta quasi come per paura fosse l'ultima volta e l'accompagnai alla sua macchina con la promessa di rivederci.

« Mi scrivi quando torni a casa? » le chiesi attendendo una sua risposta.

« Adesso andrò un po' alla caffetteria da Emily, per cui non ritornerò subito a casa. » mi rispose guardandomi con quegli occhi che non avevano fine.

« Allora aspetterò. »

« Tu vai a casa? » mi chiese.

« Credo che mi vedrò con i ragazzi, abbiamo delle coreografie da provare ma quando sarò a casa ti scriverò. » mi persi a fissarla imbarazzato sperando volesse davvero saperlo del mio ritorno a casa sano e salvo.

« Mi raccomando, allora attenderò anche io. » mi sorrise facendomi capire che infondo le importava davvero.

« Posso abbracciarti prima di farti salire in macchina? » le chiesi più imbarazzato di qualche attimo prima vedendo un suo piccolo cenno di approvazione ma ancora più timido della mia proposta e così la tirai appena con la mano ben incastonata alla sua e lasciai si avvicinasse a me e quell'incontro di sguardi fu l'ennesima prova che appiccicare le mie labbra alle sue era tutto quello che più desideravo al mondo ma mi limitai a baciarle delicatamente la fronte e a stringerla a me per qualche istante.
Poggiare il mento sulla sua testa mi calmava tantissimo, era così rilassante poter annusare il profumo di agrumi che i suoi capelli morbidi emanavano e la sua bassa statura agevolava moltissimo quella sensazione di confort, proprio come se fosse fatta appositamente per me.

I was born to love you | YANGYANG Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum