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Arrivai a pochi passi dal pontile cercando di trovare un po' di spazio per lasciare la mia macchina e quando lo trovai, notai anche l'auto di Taeyong.

Di lì a poco lo vidi aprire lo sportello.
Non si accorse che stavo per parcheggiare proprio lì e quindi aspettai e mi persi ad osservarlo attentamente per un po', notando che i suoi modi di fare non erano mai cambiati.

Aprì la portiera dal lato del passeggero e si adagiò sul sedile, lasciando entrambe le gambe fuori, con quelle odiose scarpe orribili che penzolavano, le quali lo facevano sembrare alto due metri.
Potevo inoltre intravedere le sue braccia sempre più attraenti ricoperte di vene manco fosse una quercia e quelle sue mani ricoperte di anelli, tra cui un anello bianco e nero a scacchi che gli regalai soltanto perché mi ricordava troppo lui.
Non ne capivo la ragione del perché continuava a portarlo con sé, forse perché gli piaceva troppo, forse perché in quel momento si intonava perfettamente con il suo outfit o perché gli ricordava me?

« Aish, Anna, a cosa stai pensando? » borbottai tra me e me.

« Sicuramente neppure se ne ricorderà che glielo regalai io.. » continuai a pensare e allo stesso tempo continuai ad osservarlo.

Il modo in cui estrasse quel pacchetto malandato di winston blue dalla tasca sinistra dei jeans, il modo in cui avvicinò quella sigaretta alle labbra, era come una storia che conoscevo già a memoria ma di quelle storie che anche se per tanto tempo ti piacciono poi finisci per non pensarci più, quelle storie che se ti ricapita di leggerle ancora una volta non suscitano in te le stesse emozioni di una volta ed era proprio quello che stava capitando a me.

Più lo guardavo e più mi rendevo conto di essere cresciuta, di essere cambiata, di non provare neanche più lo stesso rancore ma soprattutto di non provare più amore ed era quella la conferma di cui avevo bisogno quella sera perché dovevo essere in grado di ammettere a me stessa che finalmente realmente ero andata avanti e avevo voltato pagina e che soprattutto ero pronta per intraprendere una nuova relazione, possibilmente con un lieto fine o almeno era quello che pensavo, fino a che Taeyong non gettò la sigaretta e si rese conto che ormai ero lì.

Mi mostrò uno dei sorrisi più belli che avessi mai visto e a quel punto capì che non era storia vecchia, non era la stessa persona che conoscevo, qualcosa dentro di lui era mutato ma proprio non capivo cosa, così decisi di scendere dall'auto e definitivamente anche lui fece lo stesso, chiuse la portiera della sua auto e si avvicinò alla mia aspettando che scendessi.

« Alla fine sei venuta! » sorrise ancora.

In tutto il tempo passato insieme, anche quando era felice di vedermi non lo era sembrato mai così tanto e lì continuai a rendermi conto del suo cambiamento inaspettato.

Chissà che cosa aveva fatto negli anni in cui eravamo stati lontani, chissà se ci aveva pensato mai e soprattutto se mai avesse capito i suoi errori ma allo stesso tempo non ero intenzionata a chiedergli nulla, solo il perché di quell'invito in quel posto.

« Non sono mai più venuto qui dopo quella notte e siccome ora sono tornato in città per restare non mi sarei mai immaginato di ritornarci né da solo, né con qualcun altro se non con te. » mi guardò attentamente per poi incamminarsi verso le scale che portavano definitivamente al pontile.

Non gli risposi nulla, mi limitai soltanto a seguirlo per la prima volta senza stringergli la mano e percorrere quelle scale in modo così distante mi fece raggelare il cuore.

Non credevo di rivederlo, soprattutto non quella sera e soprattutto non credevo che saremmo mai più ritornati a parlarci, né tantomeno nel nostro posto ma andò così.

Purtroppo non si può prevedere nulla nella vita, né gli addii, né le separazioni, né gli incontri, è tutto così casuale che non ti lascia pace ma ti causa solo un dolore alla testa e all'anima, lasciandoti in silenzio soltanto ad osservare le cose che lentamente accadono.

« Sei così silenziosa.. è vero allora che il tempo cambia le persone. » continuò ad osservarmi.

« Eri così logorroica ed entusiasta di raccontarmi sempre cose nuove. » aggiunse, facendomi inevitabilmente arrivare due lacrime all'estremità degli occhi che non riuscivano neppure a cadere giù.

« Poi mi hai portato via la felicità e non ho avuto più ragioni per essere entusiasta della vita. » gli dissi senza neppure guardarlo in faccia, continuando a scendere l'ultimo gradino ma notai che lui rimase immobile.

« Era davvero così indispensabile la mia presenza per te? » mi chiese.

« Così tanto da non riuscire più ad avere una vita normale dopo quella notte? » aggiunse e a quel punto mi voltai per affrontarlo apertamente.

« Per chiedermelo significa che dentro di te ne sei a conoscenza. » riuscì soltanto a dirgli.

Dopotutto avrebbe dovuto saperlo.

Eravamo così piccoli ma così uniti e soprattutto avevo riposto tutta la mia fiducia in lui, nelle sue parole, nelle sue promesse e ogni volta in cui iniziava a darmi contro o ad offendermi su ciò che mi faceva più male proprio non lo capivo ma nonostante ciò non avevo occhi che per lui, per i suoi sorrisi, per i suoi sguardi, per le canzoni che provava a scrivermi nel tentativo di tirarmi su ogni volta in cui avevo avuto una brutta giornata.
Dopotutto c'era sempre nei miei giorni neri ma era in grado anche di causarmi giorni ancora più neri, soprattutto da quando sparì senza lasciare alcuna traccia.

« Me ne sono andato perché la mia famiglia aveva dei problemi e non potevamo più vivere qui fino a che le cose non sarebbero cambiate almeno un po'. » mi disse tutto di un fiato.

« Se fosse stato così avresti potuto dirmelo, avrei capito e soprattutto inviarmi quei messaggi offensivi fino a che io la smettessi di cercarti e di chiederti dove fossi, erano necessari? »

« Anna, io non avevo altra scelta o almeno a quei tempi credevo fosse l'unica soluzione, solo più tardi me ne sono pentito ma non potevo più tornare indietro. »

« Intanto però hai rovinato la mia vita. » dissi proseguendo lungo il pontile notando che la nostra panchina ormai non c'era più.

« Non è rimasto più nulla di nostro, neppure la nostra panchina. » sorrisi appena per quanto assurda fosse la vita.

« Quindi, dimmi, che cosa vuoi adesso da me? » gli chiesi attendendo che si avvicinasse per rispondermi ma ad ogni passo che faceva potevo notare che i suoi occhi galleggiavano in un mare di lacrime più profondo di quello che avevamo alle nostre spalle ma cercava di trattenerle.

« Dici che non è rimasto più nulla? E questo cos'è? » mi prese rapidamente la mano per far sì che la poggiassi sul suo petto.

« Se non è rimasto più niente perché il mio cuore continua a battere così forte quando sei con me? Perché continua a battere così quando non ci sei e tutto mi ricorda te, quando sento il tuo nome, quando mi sembra di sentire il tuo profumo nell'aria, quando ti sogno e al mio risveglio scopro che non ci sei? Come lo chiami questo? Sono tornato qui perché mi sento impazzire! » si sedette a terra su un piccolo muretto, probabilmente quel che rimaneva della nostra panchina e a quelle parole non potevo restare indifferente ma ancora una volta mi stava incasinando la vita.

« Perché sei tornato adesso? Non hai proprio idea di quanto tempo io abbia impiegato per far sì che ritornassi una persona normale con degli interessi, con della fiducia da dare a qualcuno e soprattutto, perché sei tornato proprio adesso che sto cercando di ricostruire la mia vita? Proprio adesso che mi sono innamorata di nuovo.. perché devi incasinarmi sempre tutto, sempre tu, perché? Che cosa vuoi? » urlai tutto di getto ignorando il fatto che fosse piena notte e avrei potuto svegliare qualcuno.

Ero così piena perché da sempre avevo cercato di reprimere tutto per non infastidire nessuno ma in quel momento sentivo di non avere più freno e dovevo liberarmi di ogni cosa.

« Anna, io voglio te, okay? Ho sempre voluto te ma sono sempre stato una testa di cazzo, ora sono cresciuto, ora ho capito, ora sono maturato ma nonostante i miei cambiamenti non sono cambiati i miei sentimenti per te. » disse, facendoci assalire dal silenzio che man mano diventava più freddo del clima intorno a noi.

I was born to love you | YANGYANG Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon