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« Non potrò mai dimenticare le sensazioni che percepivo dentro di me ogni volta in cui il tuo inebriante profumo di agrumi proveniente dai tuoi capelli invadeva tutto il mio intero organismo. Per non parlare del profumo della tua pelle, sapeva di vaniglia e cose belle ma per il mio essere troppo immaturo ho rovinato tutto facendoti del male e non volevo. Pensavo che sparire dalla tua vita sarebbe stato più giusto ma a quei tempi non riuscivo minimamente ad immaginare i danni che avrei potuto arrecarti. » mi fissò con gli occhi lucidi, così concentrati in ogni angolo di me come se io fossi un magnete e i suoi occhi calamite.
Sentivo realmente il suo dispiacere ma non avrebbe mai potuto cambiare quello che ormai ero diventata a causa dei suoi errori adolescenziali.
Arrivarci psicologicamente dopo otto anni, maturare la consapevolezza di aver commesso sbagli e uscirsene con delle scuse dopo che la mia vita era crollata letteralmente in frantumi non era abbastanza perché quelle scuse non mi avrebbero mai riportato indietro il mio equilibrio psicofisico.

« Mi dispiace, ma.. » mi fermò un bruciore assordante alla gola quasi come se volessi lasciarmi andare in un pianto disperato ma cercai con tutte le mie forze di non versare alcuna lacrima perché per lui ne avevo versate fin troppe nella mia vita.

« Ho capito, non c'è bisogno di spiegarti, solo che.. » prese a fissare il cielo stellato per non lasciare via di scampo alle sue lacrime.

« Solo cosa? » gli chiesi attendendo che riprendesse il filo del discorso.

« Posso abbracciarti? Magari per un'ultima volta.. » mi chiese ma nonostante cercò di trattenerle le lacrime cascarono rapidamente a rigargli il viso.

Il vento continuava a soffiare imperterrito, le luci e le stelle sulle nostre teste impresse in un cielo scuro e freddo d'inverno rendevano lo scenario perfetto per un addio che quasi potevo sentire il cuore nel mio petto gelarsi e spaccarsi di nuovo ma era tutto così diverso che non trovavo minimamente le parole per esprimere le sensazioni che stavo provando.
Mi dispiaceva infinitamente per tutto e una parte di me avrebbe semplicemente voluto alzare i tacchi e voltare le spalle ma la parte più fragile e sperduta della mia anima prese il sopravvento e azzardai un passo verso la sua direzione e lui fece lo stesso fino ad incrociare il suo sguardo con il mio.

Eravamo così vicini che potevo sentire il suo respiro tremante dal freddo sbattere contro il mio e la punta gelida del suo naso era sempre più vicina alla mia fronte tanto da provocarmi brividi sulla pelle ma non era colpa del freddo ciò che sentivo, purtroppo per quanto potevo nasconderlo dentro di me c'era ancora una parte debole che mostrava ancora dei riguardi particolari verso di lui anche se non potevano definirsi più amore.
Forse era per tutti i momenti trascorsi insieme, per i sorrisi spesi a farci promesse, per le nostre dita incastrate perfettamente, per i nostri abbracci, per le dolci parole confessate di notte sotto il chiarore della luna, per tutti quei baci, per tutto quello che eravamo stati nonostante tutto.
Conservavo ancora ricordi felici anche se i ricordi tristi erano quelli a pesare di più ma in quel momento eravamo così vicini che sentivo la mente vuota, c'eravamo solo noi e le nostre ombre riflesse da un lampione sull'asfalto sotto le nostre scarpe.

« Mi dispiace davvero per tutto. » mi ripeté ancora e senza pensarci due volte mi tirò per la manica della mia giacca e mi portò a sé stringendomi tra le sue braccia, così forte come non aveva fatto mai.

Potevo sentirgli il cuore battere e ad ogni battito una lacrima si staccava lentamente dai miei occhi come una lumaca che a poco a poco sbuca fuori dal suo guscio.

« Dispiace tanto anche a me. » riuscì a rispondergli con la voce tremante quanto le mie mani incerte che non sapevano se lasciarsi andare e stringerlo tra le mie braccia anch'io.

Mi accarezzò i capelli e poi lentamente il viso scrutandone ogni più effimero dettaglio.

« Sono stato così stupido perché ragazze come te non ne ho più incontrate, forse non esistono o forse mi sei rimasta ancora incastonata tra le costole. » disse continuando a mantenere il contatto visivo con i miei occhi.

« Volevo solo farti sentire al sicuro ma tutto ciò che ho fatto è stato portarti ad odiarti ma oggi sono io ad odiarmi per questo. Sono io il problema, sono sempre stato io il problema ma più passa il tempo più non riesco ad accettarlo. » aggiunse, prendendo ad accarezzarmi le labbra con un pollice.

« E so che quelle labbra non potranno mai più sfiorare le mie perché ora le tue vogliono posarsi soltanto su quelle di un altro. » continuò.

« YangYang sarà migliore di me. » concluse mentre fiocchi di neve iniziarono a cadere piano su di noi tanto da farmi alzare gli occhi al cielo.

Mi persi così tanto a guardare ogni singolo fiocco che cadeva ma potevo sentire gli occhi di Taeyong sempre più concentrati sul mio viso.

Volevo soltanto tornare a casa, avrei dovuto avvertire YangYang del mio rientro, avrei dovuto chiedergli come si sentisse e invece ero fuori con il mio ex ragazzo, nel nostro ex rifugio sotto fiocchi di neve a pochi passi ognuno dall'anima dell'altra a dirci cose che mai mi sarei immaginata nella vita.

Mi sentivo letteralmente uno schifo.
Più mi sembrava di capirci qualcosa della mia vita più non concludevo niente, più riuscivo soltanto ad incasinarmela, sempre a causa della stessa persona da tutta la vita.

« Lo sai cosa dice una vecchia leggenda sui fiocchi di neve? » mi chiese dal nulla Taeyong riportandomi alla realtà, facendomi abbassare nuovamente lo sguardo verso di lui.

« No, non lo so.. » gli risposi.

« Se dei fiocchi di neve colpiscono te e la persona che hai di fronte vuol dire che siete destinati a stare insieme per sempre e se ci rifletti questa non è la prima volta che siamo insieme e inizia a nevicare. » mi sorrise.

« Te la sei inventata come quella volta che mi portasti a vedere i ciliegi in fiore e a causa del vento ci ritrovammo pieni di petali. » dissi facendolo scoppiare a ridere.

« Puoi anche non crederci ma alla fine si sono rivelate reali, ora sei con me. » cercò di guardare altrove, così ne approfittai per allontanarmi ma lui mi tirò nuovamente a sé stringendomi più forte di prima.

« Lo ami davvero YangYang? » mi chiese più impaurito che mai, probabilmente per la risposta che avrei potuto dargli e in quel momento non riuscì a proferire alcuna parola ma gli feci cenno di si col capo e mi allontanai nuovamente alla ricerca di aria perché stargli così vicino era come stare chiusa in uno sgabuzzino stretto senza uno spiraglio di luce.

« Si, YangYang mi piace molto. Mi fa stare bene, il suo sorriso cura ogni mia ferita ma ho così tanta paura perché so cosa si prova ad essere feriti e delusi e non vorrei mai essere per lui quel che tu sei stato per me. Non voglio rovinargli la vita. »

« Perché pensi di rovinargliela? »

« Perché sono un disastro. Ecco perché e adesso non dovrei parlare neppure con te ma non riesco ad andarmene. Ti odio così tanto. »

« Ti amo anche io. » mi sussurrò.

« Cosa, cosa hai detto? » chiesi, credendo di aver udito male e a quel punto lo vidi ritornare in panico, senza quasi più un filo di voce.

« Ho detto che.. ti amo.. »

I was born to love you | YANGYANG Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora