𝐍𝐨𝐯𝐚𝐧𝐭𝐚

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Celeste

In occasione della finale avevo scelto di indossare un completo bianco, composto da gonna leggermente ampia con uno spacco più osé del solito, ma non troppo; un top con delle bretelle fine e con un leggero scollo a v.

Mentre ai piedi indossai, sotto consiglio della costumista, delle décolleté color argento aperte sulla punta.

I capelli erano completamente sciolti e arricciati, e il trucco era composto dalla solita base, una linea di eye-liner e un gloss nude.

Nel giro di qualche ora tutto sarebbe finito, e l'indomani sarei tornata a casa.

Quella sera fui la prima ad essere pronta, forse per l'ansia o per quella mania di essere puntuale almeno per l'ultima volta.

Andai a farmi un giro per la casetta, passando per tutte le camere, fermandomi ad osservare qualsiasi cosa mi si parasse davanti agli occhi.

Andai nel giardino sul retro, mettendomi seduta sui divanetti, per l'ultima volta, per ammirare il cielo che cominciava a scurirsi sempre di più.

«Ecco dov'eri!» affermò Luigi, passandosi una mano tra i capelli, spettinandoseli leggermente.

«Ero venuta qui per l'ultima volta...» sospirai, giocando con il suo anello che non gli avevo più ridato, e che continuavo a portare al dito.

«Mi mancherà stare qui» mormorò mettendosi seduto accanto a me, passandomi un braccio dietro le spalle.

«A chi lo dici» replicai, accoccolandomi al suo petto.

«Ragazzi dobbiamo andare» ci venne a chiamare Serena, facendomi annuire solamente nella sua direzione.

«Vieni» si alzò Luigi, porgendomi le mani che non esitai ad afferrare.

«Ce lo diamo un bacio per l'ultima volta qui?» gli chiesi, tirando fuori il labbro inferiore, facendolo ridere.

«Va bene, va bene» alzò ironicamente le mani in alto, per poi poggiarle sui miei fianchi.

E vedendo che non accennava ad avvicinarsi, gli afferrai il viso con una mano, stringendogli leggermente le guance, facendo poi incontrare le nostre labbra.

Subito mollai la presa e feci passare le mia braccia dietro al suo collo, stringendolo il più possibile a me.

«Ti amo» gli sussurrai poggiando la mia fronte sulla sua, abbozzando un sorriso.

«Ti amo anch'io, ma adesso mi sa che ci conviene andare, che manchiamo solo noi» rispose ridendo, facendoci staccare.

Il pomeriggio avevamo chiuso tutte le valigie e sistemato per l'ultima volta la casetta, stavo per tornare al mondo reale.

Ci incamminammo verso lo studio, accompagnati dalle solite battutine che ci facevamo ogni volta, e una volta arrivati dietro le quinte, ci fecero posizionare dietro al led, dopo l'entrata in studio di Maria e dei giudici.

Il led si aprì e noi facemmo ma nostra imminente entrata in studio, accompagnati dalle presentazioni di Maria.

Fecero poi scendere la coppa, e Giulia la portò davanti a noi. Vedendo quella scena mi salì l'ansia ovviamente, ma mi imposi di rimanere calma e tenere tutto dentro.

Maria spese della parole sul conto di ognuno di noi, e riuscì anche a farmi inumidire gli occhi.

Dopodiché la donna ci presentò i vari giornalisti, che esprimendo la loro opinione avrebbero assegnato il premio della critica ad uno di noi.

«Partiamo dal circuito di canto» affermò Maria, dopo averci fatto sedere sugli sgabelli loro, alla sinistra del palco.

«Ciò significa che ci sono due circuiti, uno di canto e uno di ballo. Lì come vedete ci sono due sedute d'oro, e sono per due di voi che accedono alla finalissima» spiegò facendoci annuire.

𝐓𝐢𝐞𝐧𝐢𝐦𝐢 𝐒𝐭𝐚𝐧𝐨𝐭𝐭𝐞 || 𝐋𝐮𝐢𝐠𝐢 𝐒𝐭𝐫𝐚𝐧𝐠𝐢𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora