𝐎𝐭𝐭𝐚𝐧𝐭𝐚

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Celeste

Quella mattina erano arrivati altri guanti di sfida, e rimasi stupida quando venni a sapere che ancora una volta non ce ne era nessuno per me.

Al contrario di Luca, che ne aveva ricevuto uno da parte della Pettinelli, contro Albe, sulla presenza scenica.

«Sono strabelli Maria! Cioè se vinco con i cosciotti vinco tutta la vita!» esclamò Albe, chinandosi a baciare le cosce di Serena, coperte dal sottile tessuto dei pantaloni.

In risposta si guadagnarono uno sguardo innamorato da parte mia, che me ne stavo bella comoda seduta in mezzo alle gambe di Luigi.

«La sposi?» gli domandò Maria, ricevendo tutta la sua attenzione, anche la nostra.

«Certo Maria. Ovviamente ti inviterò, anche se non verrai per gli impegni... ma sì ti inviterò» annuì ripetutamente, facendoci ridere.

Subito dopo il discorso si spostò sulla lettera che Albe aveva scritto a Maria, una sorta di dedica, ma nemmeno il tempo di pensarci, che si ritornò a quello di prima.

«Ma quindi la vuoi sposare o no?» ridacchiò la bionda, che voleva essere sicura che non stesse scherzando.

«Certo»

«Ma parli serio o così?» domandò ancora.

«No no sono serio, ormai sono sette- no sei, sei mesi che stiamo insieme, metà anno!»

«Vuole sposarla e non si ricorda nemmeno da quanti mesi stanno insieme» si mise in mezzo Luigi, facendomi ridere.

«E noi da quanti mesi stiamo insieme?» ribaltai la domanda, girando il viso verso di lui.

«Il... venticinque aprile sono... cinque mesi, se non contiamo la pausa» riflettè sorridendo.

«Ottimo lavoro soldato! Stavolta ti sei salvato» disse Michele allungando il pugno, per farlo scontrare con quello di Luigi.

«Vabbè dai stavo un po' scherzando ed ero un po' serio, secondo me è una relazione strana» spalancai gli occhi alle parole di Albe, scoppiando a ridere subito dopo.

«Nel senso che sto troppo bene con te, e non mi era mai capitato prima» si rivolse a Serena, continuando la frase precedente.

«Ma il matrimonio è una cosa seria Albe!» lo risvegliò Maria, venendo appoggiata da Serena.

«Si si no ma infatti, ti sembro uno che non sa mantenere un matrimonio?» domandò ricevendo un 'si' di gruppo, soffocato dalle risate.

«Sai che bello con tutti bambini. Tre ne voglio, un po' che cantano, un po' che ballano» affermò teneramente, mentre io li guardavo con uno sguardo innamorato.

«Anche io ti sposo prima o poi» mi sussurrò all'orecchio Luigi, facendomi spalancare gli occhi e ricoprire il corpo di brividi.

«Ma stai facendo il serio?» chiesi, voltandomi completamente verso di lui, temendo inconsciamente che mi stesse prendendo in giro.

«Certo, voglio farlo e lo farò. Te lo prometto» mi guardò tutto il tempo negli occhi, porgendomi poi il miglio lo intimandomi di stringerlo per sigillare la promessa.

Allora non feci passare un secondo di più, che lo afferrai e gli stampai un leggero bacio sulle labbra.

Tutta quella scenetta suscitò dei cori di apprezzamento da parte dei ragazzi, che nel frattempo avevano finito di parlare con Maria.

«Che vi state dicendo?» domandò maliziosamente Luca, facendomi spalancare gli occhi.

«Niente che ti interessi» mi anticipò Luigi, posandomi una mano sulla coscia.

«Cattivo che sei» borbottò l'altro, facendo il finto offeso, per poi rimettersi in piedi per andare in cucina.

Dopo poco mi alzai e andai in camera a sdraiarmi sul letto, ma non mi accorsi che Luigi mi aveva seguita e aveva fatto i miei stessi movimenti.

«Cos'hai?» chiese dopo essersi sdraiato a pancia in su, con le mani incrociate dietro la testa.

«Niente perché?» risposi confusa, girando il viso verso di lui.

«Sei strana» bisbigliò, continuando a fissare il soffitto.

«Strana? Non mi sembra» replicai, spostandomi per sdraiarmi ancora più vicina a lui.

«Sei un po' così da quando ti ho detto quella cosa... si dai... hai capito» mormorò confusamente, facendomi sorridere.

«Non mi credi?» continuò, vedendo che non avevo accennato a rispondere.

«Non è che non ti credo, anzi ci sto credendo fin troppo... è solo che immaginare noi due, insieme, e con una nostra famiglia fa un certo effetto, ecco tutto» spiegai, mettendo una mia gamba sulle sue distese, e la mano sinistra sul suo petto coperto dalla maglietta bianca.

Alzai lo sguardo verso il suo viso, e lo vidi sorridere con gli occhi chiusi.

«Mi capita spesso di pensarci ad essere onesto, e ogni volta mi convinco sempre di più, che sei tu la persona con cui voglio passare il resto della mia vita. So che potrà sembrare prematuro, visto anche da quanto tempo ci conosciamo,  ma ho capito che l'unica cosa che conta è che tu mi rendi così felice, da portarmi a fare progetti futuri su di noi, e ad emozionarmi ogni volta che lo faccio, e se vorrai passerò il resto della mia vita a renderti altrettanto felice ogni giorno di più»

Aspettai qualche secondo prima di rispondere, dato che stavo ancora metabolizzando quello che mi aveva appena confessato.

Avevo lo sguardo perso nel vuoto e gli occhi lucidi, con le lacrime in procinto di uscire. Questo era l'effetto che mi faceva ogni dannatissima volta.

«Anche io sono convinta che tu sia la persona giusta per me, e voglio passare il resto della mia vita a renderti felice, proprio come dici tu»

Sapevo quanto fosse complicato per lui esternare quello che provava davanti a qualcuno, e sapere che cercava di migliorarsi ogni giorno di più per me, mi rendeva la ragazza più felice del mondo, decisamente.

«Ti amo»

«Ti amo anch'io» replicai guardandolo negli occhi, mentre entrambi sorridevamo.

La giornata passò in fretta e dopo cena, festeggiammo il primo disco d'oro di Alex.

«Disco d'oro a te, disco d'oro a te, disco d'oro ad Alex. Disco d'oro a te!» cantammo in coro, al mio amico che aveva appena portato a termine un altro obbiettivo.

Mangiammo la torta che ci aveva portato la produzione per festeggiare e dopo ciò, prendemmo i palloncini dorati e andammo fuori in veranda per lasciarli volare.

«Io sono contentissimo di essere arrivato qui... a questo traguardo. Io spero che tutti, tutti voi, anche i ballerini possano diventare quello che vogliono, io non sono oggi quello che vorrei è spero di non diventarlo mai. Voglio continuare a lavorare sempre per un qualcosa, e... e niente» fece il suo discorso ed io, come anche gli altri, non potei far a meno di applaudire, ancora assorta nelle sue parole.

Poi distribuì i palloncini e dopo un breve conto alla rovescia, li lasciammo liberi di volare in cielo.

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nota autrice

Ed ecco qua l'ottantesima parte!
Mancano solamente dieci capitoli alla fine della storia!
All'inizio vediamo che Maria chiede ad Albe, quella cosa sul matrimonio e Luigi sussurra a Celeste di volerla sposare prima o poi...
Poco dopo si spostano in camera, e come vi avevo già accennato ieri, cominciano anche a parlare dei loro progetti futuri.
Infine abbiamo i festeggiamenti per il primo disco d'oro di Alex.
Il prossimo capitolo sarà dedicato alla sesta puntata del serale, come al solito.
Tra qualche capitolo vi farò una proposta, sempre che riuscirò ad organizzare bene il tutto.
Se vi ha fatto piacere leggere il capitolo, lasciate una stellina!

𝐓𝐢𝐞𝐧𝐢𝐦𝐢 𝐒𝐭𝐚𝐧𝐨𝐭𝐭𝐞 || 𝐋𝐮𝐢𝐠𝐢 𝐒𝐭𝐫𝐚𝐧𝐠𝐢𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora