𝐎𝐭𝐭𝐨

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Celeste

Come da prassi anche questa notte mi sono svegliata alle quattro, per momentanea mancanza di sonno.

Mi sono alzata dal letto e sono andata al bagno per sciacquarmi il viso con dell'acqua fredda, quando all'improvviso mi ricordai della proposta che mi aveva fatto Luigi l'altro giorno, quindi, cercando di non far troppo rumore con le ciabatte passai davanti alle gradinate per poi aprire la porta ed entrare nella stanza blu.

Appena ci misi piede dentro, lo vidi appoggiato con la schiena alla testiera del letto, mentre ripassava sicuramente qualche testo delle canzoni assegnate.

Lo richiamai facendolo voltare verso di me, facendogli quasi spalancare la bocca per la sorpresa.

«Oh Cele anche stasera non riesci a dormire?» mi domandò mentre raccoglieva tutti i fogli sparsi sul piumino del letto.

«Già, e a quanto pare neanche tu... allora tisana? Che dici?» risposi ridacchiando all'ultima parte.

«Certo aspetta fammi mettere le ciabatte e andiamo» disse togliendosi di dosso la coperta.

Inaspettatamente mi prese per mano, non facendo però incrociare le nostre dita e arrivammo al bancone della cucina, separai le nostre mani e presi un pentolino dove versai dentro dell'acqua mettendola poi a bollire.

«Che cosa ripassavi prima che ti interrompessi?»
chiesi cercando di non far cadere il tutto in un silenzio imbarazzante.

«Ripassavo Purple Rain e Vivo per la puntata» davvero bella come canzone, mi piaceva molto il significato che aveva, le parole che Prince aveva utilizzato.

«I only wanted to one time to see you laughing,
I only wanted to see you» canticchiai la parte di canzone che conoscevo meglio di tutte.

«Laughing in the purple rain, purple rain» continuò lui sorridendomi quasi stupito dal fatto che conoscessi la canzone.

«Davvero bella come canzone, credo proprio che tu riesca a farla davvero bene» affermai sincera.

«Grazie Ce'» rispose lui visibilmente imbarazzato, non so se dal complimento o dalla situazione.

L'acqua ormai bolliva quindi spensi il fornello e la versai equamente nelle due tazze, mentre Luigi seguiva attentamente tutti i miei movimenti.
Aprii le due bustine della tisana e immersi nelle tazze i filtrini, per poi allungare la tisana a Luigi.

«Ci mettiamo sul divano blu?» gli chiesi mentre prendevo anche io la mia tazza e facevo il giro del bancone.

«Va bene dai vieni» mi diede le spalle incamminandosi verso il divano.

Lo seguii, mi tolsi le ciabatte e mi sedetti sul divano a gambe incrociate con la testa appoggiata alla sua spalla.

Rimanemmo in questa posizione in silenzio per una mezz'oretta in assoluto silenzio, quando mi accorsi che ora era in preda al sonno gli diedi la buonanotte e gli lasciai un bacio sulla guancia.

E finalmente dopo due settimane ero riuscita a riprendere sonno con una facilità assurda, era bello passare del tempo con Luigi, mi aiutava...

𝐓𝐢𝐞𝐧𝐢𝐦𝐢 𝐒𝐭𝐚𝐧𝐨𝐭𝐭𝐞 || 𝐋𝐮𝐢𝐠𝐢 𝐒𝐭𝐫𝐚𝐧𝐠𝐢𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora