𝐓𝐫𝐞𝐧𝐭𝐮𝐧𝐨

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Luigi

«Luigi, puoi venire un attimo sulle gradinate, devo dirti una cosa» sentii Maria chiamarmi dagli altoparlanti della casetta, e subito andai in gradinata.

«Eccomi Marì, che è successo?» chiesi e nel frattempo mi mettevo seduto, sul cuscino azzurro.

«Mercoledì sei arrivato primo nella classifica di Loredana no?»

«Si...» risposi confuso, non stavo collegando a nulla quello che mi stava dicendo.

«Adesso come premio devi andare in studio, a cantare muro» non appena sentii quelle parole scattai in piedi, sorridendo come uno scemo.

«Ma vado da solo?» domandai mentre mi spostavo in camera per vestirmi, visto che presentami in pigiama non mi sembrava il caso.

«Se vuoi puoi portarti una sola persona»

«Ok tanto ho già deciso» risposi mentre sceglievo i panni dall'armadio.

«Fammi indovinare... Celeste no?» chiese ridacchiando, come al solito.

Non le risposi ma sorrisi e basta, sembravo un ragazzo alla prima cotta, decisamente.

«Ma lo sai che io vedo tutto?» chiese, dopo avermi visto in quelle condizioni, e ancora una volta annuii.

«Siete proprio carini insieme, la produzione sta spettando un altro po' per montare un bel filmato!» esclamò, sapendo perfettamente che a quelle parole mi sarei imbarazzato e così fu.

«No Maria ti prego, non farlo vedere in puntata, per favore!» congiunsi le mani al petto in segno di preghiera.

«Ma se non lo faccio che gusto c'è Luigino? Dai sbrigati a prepararti, se vuoi l'avverto io l'altra scema»

«Si grazie, almeno faccio veloce» dopo quelle parole la salutai corsi in bagno, facendo il più veloce possibile.

«Allora sei pronto? Andiamo?» mi domandò Celeste vedendomi arrivare in cucina.

La guardi per dei secondi interminabili: indossava dei jeans neri strappati sul ginocchio, un top del medesimo colore e una camicia azzurra sbottonata, ma legata con un nodo davanti, era bellissima, come al solito d'altronde.

«Si andiamo!» mi sbrigati a prendere i giacchetti, sia il mio che il suo, glielo passai e camminammo verso gli studios.

«Ciao! Come state tutto apposto vero?» salutò i tecnici dietro le quinte, fermandosi a parlare con Piero, che oggi era lì.

«Tranquilla piccoletta stiamo tutti bene, adesso andate in studio che iniziamo a registrare» disse quest'ultimo indicandoci con il dito, la parte da dove dovevamo entrare.

Entrammo in studio mano nella mano, presi il microfono dal mio banco e lei si accomodò sul banco dei professori di ballo sorridendomi.

«Allora come stai?» disse la voce di Maria facendo saltare sul posto Celeste.

«Bene Marì grazie» risposi ridendo, mentre guardavo Celeste davanti a me fare respiri profondi con una mano sul petto.

𝐓𝐢𝐞𝐧𝐢𝐦𝐢 𝐒𝐭𝐚𝐧𝐨𝐭𝐭𝐞 || 𝐋𝐮𝐢𝐠𝐢 𝐒𝐭𝐫𝐚𝐧𝐠𝐢𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora