𝐃𝐨𝐝𝐢𝐜𝐢

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Celeste

«Va benissimo Raffa grazie mille, buona giornata» la salutai uscendo dalla sala due con tutti i testi delle canzoni in mano.

Mi girai chiudendo la porta alle mie spalle, quando vidi Luigi, anche lui mentre usciva dalla sala uno con una mano sugli occhi.

«Oi Lu' che hai fatto?» domandai facendo una piccola corsetta per posargli la mano libera sulla spalla coperta solamente da una leggera maglietta a mezza manica nera.

«No niente ho solo parlato con Rudy della sfida tranquilla» rispose togliendosi la mano dalla faccia, lasciando quindi vedere liberamente gli occhi arrossati a causa del pianto.

«Oh ma hai pianto, mica avevo visto» replicai mentre gli poggiavo la mia mano, come al solito gelata, sulla sua guancia bollente.

«Si ma vabbè non fa niente, non è importante» rispose lui asciugandosi le ultime lacrime che gli bagnavano il viso.

«Come non è importante, vieni qua» dissi tirandolo leggermente per poi stringerlo in un abbraccio.

Gli avvolsi il collo con le braccia, scoperte da qualsiasi tipo di tessuto, mentre lui con le sue, mi avvolse i fianchi stringendomi sempre di più a sé, facendomi formicolare lo stomaco.

Senza parlare sciolsi il nostro abbraccio e lo presi per mano facendo incrociate le nostre dita e lo portai in casetta.

«Aspetta un attimo qui devo cambiare una cosa» disse incamminandosi verso la sua stanza, senza darmi il tempo di poter ribattere.

Cosa doveva cambiare? Era impossibile che fossero le batterie del microfono dato che quelle di cambiano appena ti alzi, quindi cosa doveva cambiare così urgentemente?

Passai cinque minuti a fissare il vuoto, quando fece capolinea in cucina facendomi cenno di seguirlo, cosa che non esitai a fare.

Mi portò come al solito, nel giardino sul retro e mi fece sedere appiccicata a lui.

«Sono inopportuna se ti chiedo che cosa dovevi cambiare prima?» domandai curiosa.

«No tranquilla volevo parlarti proprio di questo, anche perché penso sia il momento che te lo dica» mi rispose facendo quasi, il misterioso.

«Così mi fai preoccupare però» dissi poggiando completamente la schiena al cuscino dietro.

«No è che... - si interruppe alzando lo sguardo al tetto - non so se hai visto che non mangio mai i dolci o qualsiasi cosa zuccherata o perlomeno cerco di evitarlo - e annuii - bene ecco... Io ho il diabete» disse zittendosi subito dopo aver detto l'ultima parola.

«Da quanto?» chiesi ancora interdetta da ciò che mi aveva appena confessato.

«Da quando ho quindici anni, l'ho scoperto perché ho iniziato a dimagrire nonostante mangiassi molto, quindi ho fatto questi controlli che mi hanno diagnosticato il diabete, ogni giorno devo cambiare questo apparecchio che mi inietta automaticamente l'insulina ogni volta che ne rileva il bisogno» concluse portandosi il braccio davanti agli occhi.

«Però adesso a parte tutto questo stai bene no? Giusto?» chiedi ansiosa facendolo ridacchiare.

«Si tranquilla sto bene adesso» disse voltando il viso verso di me.

𝐓𝐢𝐞𝐧𝐢𝐦𝐢 𝐒𝐭𝐚𝐧𝐨𝐭𝐭𝐞 || 𝐋𝐮𝐢𝐠𝐢 𝐒𝐭𝐫𝐚𝐧𝐠𝐢𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora