𝐕𝐞𝐧𝐭𝐮𝐧𝐨

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Celeste

«Mi aspetti qui? Così dopo lezione torniamo a casa insieme» azzardai a proporre a Luigi, dato che la sua sarebbe finita dieci minuti prima della mia.

«Poi vediamo» rispose ridendo, facendo sentire il suo accento calabrese.

«Vabbè fai come ti pare, neanche torno in sala relax a vedere se ci sei» gli diedi le spalle, mettendo nello zaino i vari testi delle canzoni, fingendomi offesa.

«Dai scherzavo scema, ti aspetto qui va bene?» si avvicinò da dietro stringendomi in un abbraccio affettuoso.

«Se mi prendi in giro sappi che non ti parlo più eh Luigi» mi finsi seria per una attimo, poi mi girai tra le sue braccia e gli scoppiai a ridere in faccia.

«Ma guarda te questa oh, vado a lezione che poi faccio tardi e non posso aspettarti» scherzò staccandosi da me, per andare a recuperare lo zaino dall'altra parte della sala.

Quando stava per uscire dalla porta mi lancio un'occhiatina di intesa che ricambiai, aggiungendo un bacio ironico con la mano, che lo fece ridacchiare.

Dalla lezione che avevo affrontato con Rudy, era uscito fuori che alla prossima puntata avrei portato "nel blu dipinto di blu" , sempre quello della volta scorsa, se non avessimo dovuto portare altre cover per qualche classifica.

Cominciai a provare e mi trovai subito a mio agio con il pezzo, in settimana mi sarebbe aspettata una lezione di performance con Spillo, per riuscire almeno a prendere un po' più di confidenza con il palco.

Ero veramente soddisfatta di come stesse uscendo la cover, salutai Rudy e Raffaella che si era aggiunta un quarto d'ora dopo, e andai in sala relax a recuperare il giacchetto.

«Ma mi hai aspettata davvero alla fine! Non me lo aspettavo Luigino» lo presi in giro mentre andavo verso l'attaccapanni.

«Malfidata» disse solamente mentre si rimetteva anche lui la giacca, subito dopo mi girai e lo guardai in faccia.

«Lu' ma hai pianto? Hai gli occhi un po' rossi» mi avvicinai cautamente a lui, dopo essergli vicina, gli presi il viso con entrambe le mani e gli feci puntare gli occhi nei miei.

«Possiamo parlarne a casa, sento che se lo facessi adesso riprenderei a piangere» si abbassò gli occhiali che portava in testa, sul naso.

«Si certo, tranquillo andiamo dai» misi lo zaino sulle spalle, indossai la mascherina e ci tenemmo per mano durante tutto il tragitto.

Una volta a casa togliemmo le mascherine, e andammo diretti nel giardino sul retro a parlare, ormai quello era diventato il nostro posto.

«Sto preparando una cover, ma non una qualsiasi è "padremadre", tu sai il rapporto che ho con i miei e credo anche che tu conosca la canzone e quello di cui parla» nonostante portasse gli occhiali, lo vidi alzare lo sguardo in alto per ricacciare dentro le lacrime.

«Voglio riuscire a dirgli che gli voglio bene attraverso al musica, ma solo il pensiero di farlo mi destabilizza e va a finire che mi riduco così» concluse indicandosi.

«Conosco molto bene quella canzone, so di che cosa parla e so anche che vuoi un mondo di bene ai tuoi, hai mai provato a pensare a come potrebbero sentirsi dopo un ti voglio bene sincero e sentito Lu'?» e subito scosse la testa, lasciando cadere delle lacrime, che immediatamente scovolarono sul suo giacchetto.

«Non mi ha mai sfiorato la mente questo pensiero, ma non perché non gli dia importanza che sia chiaro, solo di alcune cose per scontate come questa e invece non dovrei farlo! Ma non ci riesco»

𝐓𝐢𝐞𝐧𝐢𝐦𝐢 𝐒𝐭𝐚𝐧𝐨𝐭𝐭𝐞 || 𝐋𝐮𝐢𝐠𝐢 𝐒𝐭𝐫𝐚𝐧𝐠𝐢𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora