𝐎𝐭𝐭𝐚𝐧𝐭𝐚𝐭𝐫𝐞́

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Celeste

Era arrivato il giorno della fatidica gara di coordinazione, tanto che a momenti mi ritrovavo a ballare mentre dormivo.

La produzione ci richiamò per raggiungere lo studio, dove era già Maria, seduta su una poltrona tra i banchi dei prof, che aspettava solo noi.

Cominciarono prima Nunzio e Michele, così la donna ne approfittò per farci sapere quale sarebbe stata la penitenza.

«Uno di voi vince è chiaro? La penitenza... dovrebbe esserci un costume. Allora quella divisa» indicò l'espositore per abbigliamento, dove erano appese quattro divise da maggiordomi.

«Allora, per una settimana chi perde, sia nella categoria canto che nella categoria ballo, indosserà la divisa da maggiordomo. In qualsiasi momento della giornata e anche durante la notte, come nelle case di una volta, al suono della campanella, il maggiordomo: si presenta, fa un leggero inchino e da assolutamente del lei. Questo vale anche per Celeste e Luigi» spiegò Maria, facendomi spalancare gli occhi, mentre tutti gli altri continuavano a ridersela.

Mentre il premio sarebbe stato vedere un film, con chi voleva il vincitore, in studio.

«Nunzio io inizierei a cercare la divisa che più si avvicina alla tua taglia» terminò Maria, decretandolo il perdente della sfida.

«Celeste... Luigi» ci chiamò Maria, facendoci raggiungere il centro dello studio, dopo aver mandato Nunzio a cambiarsi.

«Vado?»

«No aspetta» la fermai, piegandomi sulle ginocchia, e sentii Luigi ridere.

«Vuoi fare un po' di stretching?» mi prese in giro, divaricando leggermente le gambe, chinandosi per toccarsi i piedi.

«Luigi vaffanculo» sussurrai a denti stretti, facendolo scoppiare a ridere.

«Adesso possiamo andare?» chiese Maria, ridendo.

In risposta annuimmo entrambi e la base della coreografia partì. Inutile dire che Luigi ogni tanto mi rivolgeva qualche faccia buffa, distraendomi.

«No Maria. Così non vale dai!» esclamai dopo essermi persa definitivamente, dopo svariate volte.

«Nessuno ha detto che non potevo farlo» alzò le spalle Luigi, quando la base terminò.

«Devo dirti che purtroppo ha ragione, quindi visto che ti sei fermata qualche volta. Io penso che lì ci sia una bellissima divisa Cele»

«Ti odio» sibilai, dandogli le spalle per andare a prendere la divisa da assistente maggiordomo.

«Sere l'aiuti a cambiarsi?» chiede Maria, facendo scattare in piedi una Serena che non riusciva a non ridere.

«Oh! Però ti sta bene!» esclamò Albe, quando tornammo in studio.

«Na favola!» spalancai ironicamente le braccia, facendo ridere tutti.

«Io avrei un desiderio... vedere il maggiordomo e la sua assistente ballare per l'ultima volta "testa spalla"»

«Dai Maria! Ti ci metti anche tu?» sospirai affranta.

«Dai potete ballare anche dandomi le spalle» rispose cercando di soffocare una risata, fallendo miseramente.

Allora io e Nunzio, con i costumi addosso, ci voltammo verso i ragazzi e cominciammo a "ballare".

E come mossa finale, Nunzio mi afferrò un polso facendomi volteggiare un paio di volte, per poi terminare il tutto in un casqué.

«Perfetto adesso potete tornare in casetta, maggiordomi mi raccomando, ricordate quello che dovete fare» ci indicò Maria, facendoci annuire.

𝐓𝐢𝐞𝐧𝐢𝐦𝐢 𝐒𝐭𝐚𝐧𝐨𝐭𝐭𝐞 || 𝐋𝐮𝐢𝐠𝐢 𝐒𝐭𝐫𝐚𝐧𝐠𝐢𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora