𝐎𝐭𝐭𝐚𝐧𝐭𝐨𝐭𝐭𝐨

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Celeste

Quella sarebbe stata a tutti gli effetti l'ultima settimana che avrei passato in casetta, in compagnia dei ragazzi.

Orami tutto era diventato un'abitudine; svegliarsi accanto a Luigi, turni per cucinare e pulire, lezioni di prima mattina e scherzi a non finire.

Tutto era giunto al termine.

Mi risvegliai dal mio stato di trance solo quando vidi Alex e Luigi, che si prendevano in giro a vicenda, e alla dieta di ciò sgranai gli occhi.

«Che hai visto un fantasma?» mi prese in giro Alex, facendo girare anche Luigi.

«Tu- lui... voi avete-»

«A parole tue Cele» continuò a prendermi in giro, mentre se la rideva con l'altro, ed io in risposta gli alzai il medio.

«Avete risolto?» chiesi solamente, poggiando i gomiti sullo schienale del divano beige.

«Così sembra» alzò le spalle sorridente Luigi, venendo poi da me per stamparmi un bacio sulle labbra.

«Era anche arrivato il momento!» esclamai passando ripetutamente lo sguardo da uno all'altro.

Ero molto felice del fatto che avessero rimanente risolto, anche se immaginavo che fosse stata Maria a spingerli a parlare.

«Chi credi che vinca?» chiesi a Luigi, che aveva la testa poggiata sul mio petto, mentre io come al solito gli passavo le mani tra i capelli.

«Se non devo vincere io, spero lo faccia tu. Per te stessa e un pochino per entrambi. Tu che dici?» mormorò con gli occhi chiusi.

«Se devo essere sincera, credo che nessun ballerino vinca quest'anno... e se penso a tutto il percorso che abbiamo fatto, l'unico che merita di vincere qui... sei tu Lu', solo tu» affermai convinta, mentre fissavo il soffitto sorridendo.

«Fammi dare una grattata» disse serio, ricevendo una pizza sulla nuca.

«Dai amore scherzavo, ti pare che faccio sul serio?» continuò coprendomi del tutto con il suo corpo, dato che stavo cercando di alzarmi.

«Stai sempre a scherzare eh» mi finsi offesa, girando la testa verso destra per non guardarlo negli occhi.

«Lo sai che non lo faccio con cattive intenzioni» e con la coda dell'occhio, lo vidi tirare fuori il labbro inferiore.

«Non mi piace quando non mi guardi» affermò con una voce tenera, che subito mi fece voltare lo sguardo verso di lui.

Cominciammo a guardarci negli occhi, e nonostante tutto, facevo sempre fatica a reggere il suo sguardo.

Mentre lui impaziente come al solito, mi prese il mento tra le dita e dolcemente fece scontrare le nostre labbra.

«Ragazzi per favore, contenetevi un po'! Sennò il bambino si scandalizza» ci fece subito staccare Alex, che prontamente coprì gli occhi ad Albe.

«No ma dico- sei cretino?» se lo scrollò di dosso il riccio, facendomi scoppiare a ridere.

«La prossima volta staremo più attenti scusate» gli diede manforte Luigi, non permettendomi di placare le risate.

«Guarda che così la ammazzi» gli disse Michele, vedendo che mi si era letteralmente spalmato addosso, con tutto il suo peso.

«Oh amore scusa» si spostò subito di lato, mentre io continuavo a ridere.

«Vedi che caschi!» mi disse Alex, vedendomi con metà corpo sul divano e metà fuori.

Ma a tutto ci pensò Albe, che mi tirò per una gamba, facendomi finire a terra; proprio come aveva detto Alex.

𝐓𝐢𝐞𝐧𝐢𝐦𝐢 𝐒𝐭𝐚𝐧𝐨𝐭𝐭𝐞 || 𝐋𝐮𝐢𝐠𝐢 𝐒𝐭𝐫𝐚𝐧𝐠𝐢𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora