𝐕𝐞𝐧𝐭𝐢𝐭𝐫𝐞́

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Celeste

«No raga, adesso vi faccio le imitazioni di tutti, perché io ho un talento» disse improvvisamente Luca, alzandosi dalla sedia del tavolo per mettersi al centro della stanza.

«Ecco Albe, mille voci parlano di noi, mille voci parlano di te, ma non conta se poi non è facile» letteralmente urlò, quello che era il ritornello della canzone.

La cucina aveva piano piano iniziato a svuotarsi perché tutti avevano le varie lezioni, fortunatamente io no, anche perché non avrei mai voluto perdermi uno spettacolo del genere.
Eravamo rimasti in sette circa a guardare Luca che si divertiva ad imitarci.

Seguì poi l'imitazione del saltino che faceva Dario, quando improvvisamente quest'ultimo entrò in casa.

«No» disse schietto Luca facendoci scoppiare tutti a ridere, dopo aver chiesto a Dario di fare questo benedetto saltino.

«Se, per caso tu sparissi- no il piede è quest'altro Albe, non quello l'altro!» inveì contro ad Albe.

«Voilà, voilà, voilà» cominciò a saltare imitando, in maniera orribile, i grand jeté, che erano presenti nella coreografia di Serena.

«Oh ma sei scemo così ti fai male Luca» sgranai gli occhi, quando quasi cadde a terra prendendo l'equilibrio e si portò una mano sull'anca dolorante.

«Tranquilla sto una favola, sono indistruttibile io ma che ti pensi Ce'» rise facendo finta di gonfiare i muscoli sulle braccia, inesistenti ovviamente.

«Adesso faccio te quando canti l'inedito- aspè fammi concentrare però» si fermò quando vide che lo guardavo insistentemente e curiosa.

«Poi ritorniamo giù lungo discese, pericolose, senza difese ritorniamo giù...» iniziò a cantare stonando peggio di una campana, e menomale che cantava anche lui.

«La prossima volta un po' più intonato Luca» prese parte nel discorso Luigi, che era appena tornato da lezione.

«Questi sono dettagli luì mo vi faccio Mattia, qua so proprio imbattibile» cominciò a muovere in modo scoordinato i piedi, cercando di imitare il ballerino, che in quel momento era a lezione ed ero sicura che se l'avesse visto si sarebbe strappato i capelli.

Imitò poi Carola buttandosi a terra e rotolando a destra e a manca, seguirono poi Nicol, Christian Guido e infine Simone, mi ammazzai dalla risate nel vederci così convinto e concentrato.

~

«Raga chi si vuole far mettere lo smalto?» chiesi sorridendo come una bambina, ai ragazzi che erano come me in cucina.

«Oh io, anche perché mi si sta togliendo tutto, però devi togliermelo con il coso, l'acetone ecco!» si avvicinò Mattia e quando disse "coso" non riuscii a trattenermi dallo scoppiargli a ridere in faccia.

«Va bene coso - lo imitai - me lo vai a prendere, sta nel bagno qua di fronte al divano» gli indicai la porta e lui partì di corsa.

«Dopo quando hai fatto me lo metti anche a me?» mi sussurrò all'orecchio Luigi, dopo essersi alzato dal divano per mettersi seduto accanto a me.

«Certo, sto aspettando che torna Mattia e te lo metto subito» mi rigirai verso il ballerino di latino, che stava tornando da me saltellando.

Velocemente, gli rimossi i residui di smalto che gli erano rimasti sulle unghie, e subito dopo cominciai a fare una passata su entrambe le mani.

«Ok con te ho finito, Lu' ti puoi mettere seduto di qua così sto più comoda» gli chiesi indicando il posto a capotavola, lui annuì e si alzò per spostarsi.

𝐓𝐢𝐞𝐧𝐢𝐦𝐢 𝐒𝐭𝐚𝐧𝐨𝐭𝐭𝐞 || 𝐋𝐮𝐢𝐠𝐢 𝐒𝐭𝐫𝐚𝐧𝐠𝐢𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora