𝐎𝐭𝐭𝐚𝐧𝐭𝐚𝐜𝐢𝐧𝐪𝐮𝐞

1.6K 75 13
                                    


Celeste

Era ormai pomeriggio inoltrato; e durante la mattinata ci eravamo esibiti a turno in studio, per una gara, dove il pubblico da casa avrebbe votato il proprio preferito.

Alla fine non avevo più parlato con Luigi, riguardo alla discussione che c'era stata ieri sera, sul fatto che andassi sempre dietro a Nunzio.

Non avrei fatto per l'ennesima volta il primo passo, per cui se voleva risolvere doveva venire lui da me a parlare, perché io l'avevo fatto fin troppe volte.

E come di consueto, dopo una discussione, riflettendo sul nostro rapporto, mi bene. voglia di scrivere.

Così presi il mio quaderno e buttai giù qualche strofa ritmata che mi passava di mente.

Senti
Quando scivola
Lentamente
Sulla pelle una lacrima

~

Senti
Questa musica
Dimmi per l'ultima volta
Che cosa
Mi resta di te

~

Anche senza di te

~

Amarsi e odiarsi è uguale

~

Un segno tribale

Prima di iniziare a comporre avevo anche riflettuto sul fatto, che almeno qualche giorno prima della finale, sempre che ci arrivi, avrei dovuto informare la produzione dei pezzi che avrei messo nella traccia del mio ep.

Al solo pensiero che sarei riuscita a creare un disco tutto mio, mi faceva venire da piangere. Avevo portato a termine un altro traguardo...

«Ce' disturbo?» chiese qualcuno, facendomi scuotere la testa, mentre cercavo di buttare giù qualche altra frase.

E continuando a scrivere, persa quindi nel mio mondo, non mi accorsi che qualunque persona fosse entrata nella mia camera, quella vera, si era seduta ai piedi del letto e continuava a fissarmi.

«Dimm- che c'è?» mi bloccai subito dopo aver incontrato gli occhi color cioccolato, del ragazzo che mi faceva dannare ogni giorno di più.

«Possiamo risolvere?» chiese a bassa voce. Sembrava come se si vergognasse a dire tali parole.

«Qui più che risolvere, dobbiamo capire come dosare la gelosia mi sa» lo guardai di sottecchi accennando un sorriso, vedendolo fare lo stesso.

«A volte so di essere troppo... troppo geloso. Però voglio dire, con una come te accanto come posso non esserlo?»

«Una come me come?» chiesi confusa, sollevando di poco un sopracciglio.

«Nel senso- mio dio perché non riesco a parlare — mormorò imbarazzato, facendomi ridere silenziosamente — voglio dire... sei stupenda Cele. Sei bella da mozzare il fiato, sei divertente, sei insopportabile quando sei arrabbiata, ma quando sei di buonumore trascini tutti. E sono geloso di te, perché ho il terrore che qualcuno possa allontanarci un'altra volta» sospirò passandosi una mano sul viso, mentre il mio si tingeva di una tonalità di rosso abbastanza accesa.

𝐓𝐢𝐞𝐧𝐢𝐦𝐢 𝐒𝐭𝐚𝐧𝐨𝐭𝐭𝐞 || 𝐋𝐮𝐢𝐠𝐢 𝐒𝐭𝐫𝐚𝐧𝐠𝐢𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora