𝐃𝐢𝐜𝐢𝐚𝐧𝐧𝐨𝐯𝐞

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Celeste

Ero in sala relax con Nicol, Rea, Tommaso e Albe a parlare di cosa avremmo portato nella prossima puntata puntata.

«Vi siete baciati?» aveva chiesto Rea ad Albe, e lui annuì, mentre io lo guardavo con una faccia a dir poco scioccata.

Nicol si trattenne dallo sputare l'acqua che stava bevendo, mentre o mi alzavo e mi mettevo davanti a lui ancora sconvolta dalla rivelazione.

«Si ma non avete capito, mi ha svegliato e ha fatto Tommy, Tommy e io gli faccio tipo ma? E lui tipo si si poi è andato a dormire» rivelò Tommaso che camminava per la stanza, divertito.

«C'è vi siete baciati e lei non mi ha detto niente? Non ci credo» dissi mentre tornavo a mettermi seduta accanto a Rea.

«Eh che ne so io l'ho detto solo a Tommaso, com'è bella lei però raga» spicciò finalmente parola albe, con sguardo sognante.

«Dopo allora io e lei parliamo adesso devo andare a lezione quindi vi saluto che ci vediamo dopo!» esclamai mentre uscivo dalla stanza per andare a lezione di riscaldamento vocale, prima di quella vera e propria con Raffa.

~

«Ma tu lo sapevi che si erano baciati?» chiesi a Luigi che da più o meno cinque minuti era seduto accanto a me sul divano beige.

«Chi si è baciato? Non ne so niente io» rispose lui abbastanza confuso.

«Non ti hanno detto niente nemmeno a te, Albe e Serena si sono baciati finalmente!» esclamai mentre mi riappoggiavo con la schiena al divano.

«Mamma mia menomale, ogni volta ce lo subivamo io con Tommaso, Albe che diceva "Serena di qua" o "Serena ha fatto questo" parlava sempre di lei, magari adesso stanno insieme e non mi tartassa più così» scherzò mentre si appoggiava con la spalla girato verso di me.

«Perché tu non hai mai sentito Serena... Ti risparmio che ti faccio un favore» dissi ridendo.

«Vabbè dai almeno loro si sono trovati, e non è facile riuscire a trovare la propria persona» confessò sospirando.

«A chi lo dici! Ma non entriamo in merito a questo discorso - dissi ridendo - piuttosto che ore sono?» chiesi cercando di capire cosa segnasse l'orologio con le lancette, che ovviamente non sapevo leggere.

«Sono le cinque» disse ridendo, guardandomi mentre cercavo di capire che ora fosse.

«Ma abbiamo la prova costume!» esclamai dopo aver controllato gli orari sulla tv davanti a noi.

«Andiamo insieme?» chiese dopo essersi messo in posso davanti a me, che ero ancora seduta sul divano.

«Certo! Però aspetta che vado a prendere i vestiti» dissi e subito dopo mi alzai di corsa per andare in camera.

Presi giusto due pantaloni, una gonna e due magliette su cui ero indecisa, indossai la prima felpa che mi era capitata sottomano e raggiunsi Luigi in cucina.

«Sei pronta? Andiamo?» mi chiese dopo avermi vista tornare in cucina con i vestiti in mano.

«Si si ho fatto» lo presi a braccetto scherzosamente e cominciammo a camminare verso gli studios.

Passammo dieci minuti in palestra con la costumista, che mi stava dando dei consigli su come avrei potuto abbinare i vestiti, infine tornammo in casetta nello stesso identico modo in cui eravamo partiti.

«Fla ma tu ci sei andata dalla costumista?» le chiesi dopo averla vista in pigiama, impegnata a cucinare qualcosa.

«No adesso finisco di fare qua, mi fumo una sigaretta e vado, tanto i vestiti ce li ho già pronti» disse guardandomi per poi tornare a quello che stava facendo prima.

«Fa come vuoi, adesso sono le sei e venti e so che se ne sarebbe andata alle sei e mezza, quindi regolati tu» le dissi per andare a posare la felpa che avevo precedentemente per uscire.

«Oi parliamo un po'» chiesi andando sulle gradinate vicino a Luigi impegnato a guardare qualcosa sul computer.

«Si un secondo che finisco di scrivere qua e ho fatto» rispose velocizzando tutti i movimenti.

«Ok ci sono, ho fatto» disse dopo qualche istante, mente chiudeva il computer e lo appoggiava accanto a lui.

Io nel frattempo, distrutta, mi ero sdraiata con la testa appoggiata ad un cuscino che si trovava alle mie spalle.

«Cosa scrivevi il nuovo inedito?» cominciai a parlare, facendo riferimento a quello che stava facendo prima.

«Si ultimamente mi sento ispirato, devo solo finire di scrivere il ritornello e l'ho finita, tu invece l'hai già scritta?» chiese sdraiandosi anche lui girandosi si un fianco verso di me.

«Si l'ho anche fatta ascoltare a Rudy e Raffa, fortunatamente piace ad entrambi e sono contenta di come sia uscito il testo» spiegai mentre mi giravo anche io su un fianco, in modo da essere faccia a faccia.

«Me la dai una piccola anteprima a me vero?» chiese cercando invano di farmi gli occhi dolci.

«Dimmi cosa vuoi sapere e vediamo se te lo posso dire, sennò ti lascio con la sorpresa» scherzai.

«Direi come minimo qual è il nome e poi una piccola frase iniziale dai non ti ho chiesto tanto»

«Va bene però poi mi dai le anteprime anche tu eh» dissi mentre lui muoveva ripetutamente la testa su e giù.

«Allora si chiama "amare" e inizia con "ogni volta che nella mia vita, non credevo di essere abbastanza" ok basta ti ho già detto troppo, nessuno sa niente» intonai i primi due versi del testo che ormai avevo imparato a memoria.

«Che onore, sono il privilegiato, - si atteggiò
fiero - "muro" è il titolo dell'inedito e i primi due versi fanno "vuoi partire, non sai dove andare, io un'idea ce l'avrei"» canticchiò non lasciando trapelare troppi dettagli della canzone.

«Mi incuriosisce, non vedo l'ora di ascoltarla, più che altro sto cercando di immaginare cosa hai scritto nel ritornello dato il titolo» dissi mentre riflettevo.

«La cosa è reciproca, la frase iniziale ti lascia un po' così, adesso devo rimanere con l'ansia per altre due puntate, non penso di resistere» rise mentre si rialzava e si metteva seduto.

«Flavia! Ma non sei più andata in palestra dalla costumista!» esclamai verso di lei che era rimasta in cucina.

«Adesso ci vado, mi fumo una sigaretta e ho fatto» disse andando a prendersi l'iquos bianca.

«Io continuo a non capirla, vuole continuare a stare qua dentro e poi non rispetta nemmeno gli orari» sbuffai scocciata dal comportamento che aveva assunto nell'ultima settimana.

«Lasciala stare fidati Ce', Lorella vedrà i filmati e capirà cosa sarà meglio fare, se ti da fastidio ignorala e basta» disse sincero.

«Se mi da fastidio vengo volentieri da te» scherzai mentre poggiavo la testa sulle sue gambe.

«Quando vuoi»

Serena e Albe che in quel momento stavano passando davanti alle gradinate, ci guardarono e si misero a ridere.

Poco dopo le sue mani, presero ad accarezzare i miei capelli scuri e perfettamente lisci di piastra.

Si stava veramente bene.

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nota autrice

Ecco qua la diciannovesima parte!
Abbiamo come prima cosa il bacio tra
Albe e Serena, poi un piccolo momento
celestigi dove parlano un po' dei loro
nuovi inediti.
Che ne pensate? Se vi va lasciate una
stellina!

𝐓𝐢𝐞𝐧𝐢𝐦𝐢 𝐒𝐭𝐚𝐧𝐨𝐭𝐭𝐞 || 𝐋𝐮𝐢𝐠𝐢 𝐒𝐭𝐫𝐚𝐧𝐠𝐢𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora