𝐒𝐞𝐭𝐭𝐚𝐧𝐭𝐚𝐭𝐫𝐞́

Comincia dall'inizio
                                    

«Bagno ora!» esclamò a bassa voce, subito dopo aver visto le telecamere spente.

Allora lo presi per mano e raggiunsi la parte dei ragazzi, posando momentaneamente i nostri microfoni nel suo armadietto.

Stavolta invece toccò a lui, trascinarmi dentro al
primo bagno libero.

Riprese a baciarmi, facendo scivolare le sue mani sotto la maglietta che stavo indossando in quel momento.

In risposta feci scendere la mie mani fino al bottone dei jeans che stava indossando, per poi slacciarlo e tirare giù la zip, facendo scivolare i pantaloni fino alle caviglie.

«Mamma mia cosa mi fai» ansimò poggiandosi alla parete azzurra dietro di lui.

«Ancora non è niente» affermai abbozzando un sorriso, per poi far rincontrare le nostre labbra.

Presto i jeans vennero raggiunti dai boxer che coprivano il suo rigonfiamento evidente.

Le nostre lingue non persero tempo ed iniziarono a cercarsi continuamente, mentre cominciavo ad accarezzargli l'addome da sotto la maglietta, scendendo sempre di più.

Ansimò a bassa voce, cercando di non farsi sentire più di tanto, quando le mie dita scesero a sfiorare la sua intimità, e cominciò a mordermi il labbro inferiore non appena lo afferrai con le mani iniziando lentamente a fare su e giù.

«Mio dio» disse a corto di fiato, mentre io continuai con i miei movimenti lenti.

Quando con le labbra scese a mordermi il collo, iniziai a velocizzare i miei movimenti, mentre lui continuava a mugolare qualcosa di incomprensibile.

Non passò molto tempo prima che sentii un liquido caldo venire a contatto con le mie mani, mentre Luigi continuava ad ansimare sotto il mio tocco.

«Cristo santo Celeste» ansimò ancora, quando mi staccai da lui per ripulirmi le mani con la carta.

«Adesso vado da Nunzio che gli faccio sentire la canzone» ripresi il discorso di prima, facendo finta di andare ad aprire la porta, ma venni bloccata dalla sua presa ferrea sul mio polso.

«Tu non vai da nessuna parte» affermò sicuro, chinandosi poi per tirarsi su sia i boxer che i jeans.

«Dai usciamo, che se riaccendono le telecamere e vedono che non abbiamo i microfoni ci cazziano» lo esortai, poggiando una mano sulla maniglia.

«Va bene» sbuffò per poi poggiare la mano sulla mia, per aprire la porta.

Una volta indossati i microfoni, prendemmo le nostre cose e tornammo in casetta mano nella mano.

~

Ero uscita da poco dalla doccia e avevo indossato il pigiama, quando sentii qualcuno bussare alla porta del bagno.

«Chi è?» chiesi mentre finivo di pettinarmi i capelli.

«Sono io Ce'» mi rispose Luigi dall'altra parte della porta.

«Entra!» esclamai mettendo il pettine nel cassetto.

Di scatto fece scorrere la porta, così me lo ritrovai davanti con addosso dei semplici pantaloncini a petto nudo, ricevendo uno sguardo di disapprovazione da parte mia.

«Mi devi dare una mano» disse mentre veniva dietro di me, posandomi poi il mento sulla spalla.

«Che hai fatto stavolta?» mi girai verso di lui, poggiandogli le mani sul petto.

«Mi passi il rasoio?» chiese dopo aver messo la testa nell'incavo del mio collo, cominciando a lasciarmi una scia di baci umidi, facendomi venire i brividi.

«Adesso?» chiesi per avere conferma e in risposta lui pronunciò un "si" soffiandomi sul collo.

«Allora andiamo dai, che tra poco dobbiamo cenare» mi staccai dal suo corpo di malavoglia, spensi la luce del bagno e lo presi per mano, andando verso la sua stanza.

«Dove sono le cose?» gli chiesi mentre lui si riattaccava dietro di me indicandomi un armadietto nel suo bagno.

Mi avvicinai a quest'ultimo lo aprii e tirai fuori il rasoio, la schiuma da barba e la crema.

«Dai amore staccati, così ci sbrighiamo» gli feci sciogliere le braccia dal mio bacino, e si mise seduto sulla sedia vicino al lavandino.

Divaricò le gambe e mi ci misi in mezzo, per avere una posizione più comoda, mi poggiò le mani sui fianchi facendole scendere ogni tanto verso il fondoschiena, per poi riportarle alla posizione iniziale.

Spruzzai un po' di schiuma sulle mie mani, e cominciai a passarle con delicatezza sulla parte bassa del suo viso.

«Non ti muovere sennò ti faccio male» gli dissi, dopo che ebbe girato il viso contro il muro per scherzare.

«Io sono forte, non mi faccio niente» rispose borbottando.

Cominciai a passare il rasoio sopra la schiuma, sciacquandolo di tanto in tanto. La rimossi tutta e gli imbrattai scherzosamente il viso di crema dopo barba.

«Adesso hai il viso liscio come il culo di un bambino» gli schiaffeggiai leggermente la guancia, facendolo ridacchiare.

«La prossima volta ti chiamo che me la rifai tu!» esclamò dopo essersi passato i polpastrelli sulla guancia, notando che avevo ragione io.

Mi chinai di più facendo toccare le nostre fronti, lui mi poggiò una mano sulla guancia dando poi inizio a un bacio lento, le nostre lingue si incontrarono cominciando a danzare in sintonia.

«Gigi è pronta la cen- oh scusate non volevo, quando avete fatto venite di là» si bloccò sul posto Carola facendo retro front, dopo essersi resa conto di averci interrotti.

Mi staccai dalle sue labbra, sciacquai tutto, lo rimisi a posto e presi per mano Luigi facendolo alzare dalla sedia, per poi trascinarlo di la in cucina.

Se non ci fossi stata anche io in bagno, lei avrebbe fatto irruzione trovandolo in chissà quali condizioni...

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nota autrice

Capitolo interamente dedicato ai Celestigi!
All'inizio vediamo che entrambi cantano i propri inediti per la prima volta, l'uno davanti all'altra.
Poi decidono di andare in sala relax, dove parlano del significato e a chi sono dedicati i nuovi inediti.
Dopo aver visto che le telecamere erano spente, decidono di chiudersi in bagno senza microfoni.
Infine abbiamo Luigi che decide di andare da Celeste e chiederle di passarle il rasoio, e quando la cena è pronta, Carola decide di andare a chiamare Luigi, facendo irruzione in bagno.
Cosa sarebbe successo se non ci fosse stata anche Celeste?
Se vi ha fatto piacere leggere il capitolo, lasciate una stellina!

𝐓𝐢𝐞𝐧𝐢𝐦𝐢 𝐒𝐭𝐚𝐧𝐨𝐭𝐭𝐞 || 𝐋𝐮𝐢𝐠𝐢 𝐒𝐭𝐫𝐚𝐧𝐠𝐢𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora