Attaquer

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Darò tutto, sono pronto a morire
per questa maglia: l'ho già persa nel 2020
e perderla di nuovo sarebbe straziante.
Mi viene da piangere, se ci ripenso:
farò di tutto affinché non succeda di nuovo
Jai Hindley

Vacive infila e sfila la tessera magnetica nell'apposita fessura ed apre la porta della camera d'albergo in cui trascorrerà la settimana a venire, spingendo la valigia all'interno della stanza mentre con una mano soffoca uno sbadiglio e con l'altra accende le luci. C'è un silenzio pesante, quasi opprimente, in quell'hotel di Denain, cittadina di ventimila abitanti nel Nord della Francia.

Di Dening, come la chiamano gli olandesi, la ragazza non sa assolutamente niente, se non che è gemellata con Mettet, in provincia di Namur, nella Vallonia. Su Namur, teatro stabile e perenne della Coppa del Mondo di Ciclocross, è molto più ferrata. Abbandona la valigia ai piedi del letto, quindi apre le tende e spalanca le finestre, affacciandosi sul balconcino che condivide con la camera a fianco.

«Ciao!» esclama un ragazzo dai capelli biondo cenere un po' più lunghi del previsto. Gli occhi azzurrissimi di lui guizzano sulla figura di Vacive, che quasi si spaventa sentendolo parlare in italiano.
«Ciao...» l'emiliana aggrotta la fronte, cercando di capire come mai quel tizio le sia familiare. «Bas?» prova ad indovinare, abbinando i tratti fisionomici agli sponsor sulla felpa di lui.

«Oddio, ti ricordi di me! La mia vita è completa, posso morire in pace. Addio, mondo crudele. Addio, ragazza che si ricorda di me.» l'olandese si stampa il dorso di una mano sulla fronte, lasciandosi cadere sulla seggiola che si era portato sul balconcino. Bas Tietema, classe 1995, di Zwolle, Olanda, è un tipo particolare, Vacive l'ha conosciuto per caso inciampando in un suo video su YouTube.

«Perché non dovrei ricordarmi di te?»
«Non ci siamo mai nemmeno incontrati!»
«Mi hai risposto ad un commento sotto un tuo video, scegliendomi tra centinaia di persone.»
«Il mondo funziona al contrario, Antonia: io non sono nessuno, tu sei una superstar. Semmai tu hai commentato un mio video.» le fa notare l'altro, che ha grandi ambizioni ma, per ora, si ferma lì.

«Mi è piaciuto.» l'italiana fa spallucce, guardando il panorama davanti a sé – qualche albero che perde le foglie, un'aiuola spelacchiata, tre o quattro edifici esteticamente discutibili. «Andiamo a chiacchierare davanti ad un caffè? Ho fatto colazione con Wout e sono in crisi d'astinenza da cibo normale, due settimane via da casa sono un supplizio.»

«Manca solo un mese, coraggio.» il biondo se la ride, accogliendo con piacere l'invito ad uscire.
«Lascia stare, la sto vivendo malissimo. Il ciclismo per me è tante cose ma soprattutto quello che succede tra il cappuccino della colazione e l'espresso che precede la partenza. Sono ciò che mi fa sopravvivere, nonché scandisce i ritmi di una serie di mattinate altrimenti ingestibili.»

«Comunque bellissimo l'immenso striscione per supportare Wout al Tour!» si complimenta con lui, affiancandolo in corridoio e poi fuori dall'edificio. Bas ed un paio di amici hanno deciso di fare le cose in grande per appoggiare il campione nazionale belga sulle strade della Grande Boucle, realizzando la tela più grande del mondo, un'enorme illustrazione misurante 1689 metri quadrati che raffigura il ciclista in azione.

«Non hai idea di che macello siano state le proporzioni: per quanto avessimo il progetto, far quadrare i conti è stato difficilissimo. Quando la scala è così larga, è molto semplice compiere errori macroscopici pressoché impossibili da correggere.» il biondo sorride al ricordo dell'impegno che, insieme a Josse e Devin, ci ha messo. Con il senno di poi, tre dei giorni meglio spesi della sua vita: non capita spesso di battere un record del mondo, né di farlo con un obiettivo che vada oltre il record stesso.

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