Aujourd'hui et toujours

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L'amore per me è
Quel lasso di tempo
In cui ci sentiamo da soli
Rkomi

La prima gara che Vacive si trova ad affrontare è la corsa in linea di ciclismo femminile. Sinceramente, non sa bene cosa aspettarsi: se la percentuale di umidità è elevatissima, i gradi che segna il termometro sono ancor di più. Il percorso di 137 km parte dal parco Musashino-no-mori di Tokyo ed arriva al circuito del Fuji, teatro di 4 GP del Giappone di Formula 1 e di 2 edizioni per quanto riguarda il Motomondiale.

Se deve essere sincera, la ragazza non ricorda nulla di quelle gare, anche perché, delle 6, 4 si sono svolte prima ancora che nascessero i suoi genitori. Comunque sia, ha sbirciato su Wikipedia per farsi un'idea di quanto successo. Nel 2007 ha vinto Hamilton, nel 2008 Alonso. C'è un motivo se la sua solitamente impeccabile memoria ha rimosso tutto.

Il dislivello della prova in linea, 2692 m, è disseminato lungo 5 salite, tutte oltre i 1000 m. I primi 40 km sono pianeggianti, quindi c'è un tratto di falsopiano, poi un'ascesa di 40 km per raggiungere il primo GPM, a 1121 m di altitudine. Il posto si chiama Doushi Road e Vacive non ne sa nulla, senonché lo seguono un breve falsopiano ed un'altra salita, di 4 km, il cui nome è Kagosaka Pass. A quel punto, la strada scende per 15 km e sostanzialmente spiana negli ultimi 20 km, quelli che portano al traguardo.

Al via sono una settantina, con le prime 5 nazioni del ranking UCI (Paesi Bassi, Italia, Germania, USA ed Australia) che schierano 4 atlete, quindi 3 per il Belgio, sesta potenza a pedali, e 2 per coloro che occupano le seguenti 7 posizioni

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Al via sono una settantina, con le prime 5 nazioni del ranking UCI (Paesi Bassi, Italia, Germania, USA ed Australia) che schierano 4 atlete, quindi 3 per il Belgio, sesta potenza a pedali, e 2 per coloro che occupano le seguenti 7 posizioni. Poi, una presenza per squadra. Le atlete di seconda fascia sono un'infinità, il che potrebbe rivelarsi un bene – la fuga dovrebbe essere semplice da tenere sotto controllo – oppure un male – capitare in fuga con loro metterebbe a dura prova la riuscita della stessa.

Vacive ha dato un occhio all'elenco partenti, più per farsi un'idea di quale sarà la strategia di gara che per curiosità legata ai nomi. Tra le altre ci saranno van der Breggen, campionessa olimpica uscente, van Vleuten, Vollering, Vos, Kopecky, Brennauer, Rivera, Moolman-Pasio, Newiadoma... un bel po' di profili interessanti e, soprattutto, pericolosi.

Fabio si alza poco prima delle 4 francesi per vedere la partenza della corsa. Con un bicchiere d'acqua in una mano ed uno sbadiglio nell'altra, si accascia sul divano, domandandosi come mai le cicliste debbano indossare la mascherina sullo schieramento di partenza: di lì ad un quarto d'ora, saranno tutte addosso, in gruppo, ed il distanziamento mascherato sarà solo un lontano ricordo.

L'emiliana inarca le sopracciglia in favore di camera a mo' di saluto quando si accorge di essere inquadrata, quindi torna a guardarsi intorno. Sugli schermi di tutto il mondo scorrono le immagini delle ragazze pronte a partire, mentre i commentatori sintetizzano i palmarès delle favorite, dimostrando di simpatizzare ora per questa, ora per quell'atleta. In Francia, Vacive è considerata eroina nazionale, nonostante i francesi schierino una certa Juliette Labous di cui nessuno si cura.

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