Boulet | 2016

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Senza alcuna ostentazione o bugie,
ho fatto credere agli altri di avere
più influenza di quanta in realtà ne abbia,
perché, se non avessi lasciato credere ciò,
ne avrei avuta anche meno
Maria Antonietta

Ho freddo. È questa l'unica cosa che Vacive dice, in italiano, al meccanico della squadra, che non la capisce ma le rivolge un sorriso, prendendole la bici dopo che lei, tutta intirizzita, taglia il traguardo senza nemmeno esultare, in prima posizione. Non che ci fossero dei dubbi, perché, a metà del primo giro, quando ancora la gara era nelle fasi iniziali, i suoi occhi, inquadrati dalle telecamere, dicevano già tutto: non mi prendete più.

Dopo la doccia, sblocca il cellulare, sperando di trovare un messaggio da parte di Jolie che puntualmente non arriva: da quando è morto Diego ed ha conosciuto Marc, sua cognata non c'è più per nessuno. Manda la buonanotte a Fabio, che le racconta quanto sia bello il mare australiano, quanto siano carini i canguri e quanto vorrebbe trasferirsi in mezzo ai koala, che "hanno un musetto troppo coccoloso", quindi risponde a sua nonna ed a Michele, che ha colto che qualcosa non va.

@Michele: Dovresti fingere di far fatica ogni tanto, sai? Sei una gioia per gli occhi ed un orgoglio per lo spirito❤️

@Vacive: ❤️

@Michele: Se vuoi parlarne, io sono qui. Se non vuoi parlarne, io sono qui comunque
@Michele: Cinque ore indietro, nel caso in cui cambiassi idea prima di andare a letto

@Vacive: Ti voglio bene

L'emiliana guarda per l'ultima volta la chat con Jolie, ripetendosi che di certo non sarà lei la prima a far resuscitare quel mortorio, quindi fa una smorfia: il rapporto di fratellanza che le legava fino a qualche mese prima è, adesso, un tasto dolente. Vacive sale sul podio, indossa la maglia di leader della classifica generale, rilascia le solite interviste, guarda van Aert cadere, van der Poel vincere, van Aert chiudere secondo.

«È bello vincere in Coppa del Mondo.» dice l'olandese all'intervistatore internazionale, che l'ha bloccato subito dopo il podio. «Ieri sono caduto io, oggi Wout. Se ci mettiamo pressione a vicenda, sbagliamo più di frequente: dobbiamo testare i nostri limiti, per fare la differenza.»

«Per fare la differenza.» lo scimmiotta Vacive, facendo ridere Sarah, che l'ha raggiunta nella zona dedicata alle interviste.
«Quando Wout se n'è andato, ho fatto fatica a ricucire il gap, perché è sempre difficile, con lui.» continua van der Poel, al che la rossa si tira il cappuccio fin sugli occhi, nascondendo parzialmente l'espressione incredula che le irrigidisce i lineamenti.

«Ma se Wout è caduto, che fatica e fatica?» borbotta, scuotendo la testa.
«Perché, non lo vedi affaticato?» Sarah accenna a van der Poel con il mento, infilando le mani in tasca.
«No.» Vacive lascia andare il cappuccio per guardare in faccia Mathieu, che, adesso, se la ride con un giornalista olandese. «Posso dirti che parlate una lingua assurda?»

«Ce l'hai con l'olandese? Ma se si capisce tutto, (vero) Wout?» la bionda di rivolge al suo ragazzo, che le appoggia un braccio sulle spalle e le dà ragione, avviando in quella stessa lingua un monologo di cui Vacive non coglie assolutamente nulla.
«Sicuro, proprio come dici tu.» commenta quindi, con una punta di divertimento nella voce.

«Posso farti i complimenti per la gara di oggi?» Mathieu le sfiora un braccio, facendole storcere il naso: che si tenga i suoi complimenti, il nemico.
«Ti rispondo come ti ho risposto nella mia testa o mi limito a ringraziarti con un sorriso?» gli chiede lei, in inglese, aggiungendo poi che, con la lingua dei Paesi Bassi, ha un bel po' di problemi.

VulnérableWhere stories live. Discover now