Amazing

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La verità è che non sono mai il luogo
o l'importanza di un evento a rendere grande
il momento: è il desiderio che si ha di viverlo
dando tutto che lo rende tale
Gregorio Paltrinieri

Qualcosa non va, dentro di me. È questo che pensa Vacive, guardando fuori dalla finestra gruppetti di atleti di varie nazioni che passeggiano avanti e indietro, più o meno velocemente, più o meno entusiasticamente, più o meno disordinatamente. Prova a contarli, ma si perde tra i pensieri, seppur non possa permetterselo. Non oggi. Oggi no.

Che cosa non va? Non sa rispondersi, sa solo che vorrebbe sentirsi diversa. Spensierata, leggera, emozionata. Decisa, convinta, cattiva. Per un atleta è un enorme vantaggio sapere di poter fantasticare chissà quali imprese avendo la consapevolezza che nessuno dirà nulla nel caso in cui la gara andasse male. Oggi non è così. I 1500 sono la sua gara e tutti si aspettano tutto da lei.

Non è mai stata così preparata in vita sua e questa certezza la opprime, la corrode, la distrugge. Katie Ledecky detiene il record del mondo, ma è una regina attaccabile. È arrivata a Tokyo con obiettivi bellicosi, dimostrandosi però del tutto impreparata. È caduta dall'Olimpo già due volte di fila, nei 400 e negli 800. Tutti si aspettano un bis italiano nella distanza più lunga del mezzofondo.

Vorrebbe essere una sedicenne incosciente, una Federica Pellegrini ad Atene 2004, un diciassettenne incosciente, un Gregorio Paltrinieri a Londra 2012. Arrivare in camera di chiamata con il costume sbagliato, essere spedita dai giudici a cambiare costume, tornare in camera di chiamata, scendere sul piano vasca in tempo utile. Quello sarebbe il suo piccolo trionfo, come lo è stato per Super Greg. Eppure, la realtà è un'altra.

@: J'ai peur (Ho paura)
@: J'ai envie de pleurer, de lancer des trucs, de rentrer à la maison, de te serrer dans mes bras (Ho voglia di piangere, di lanciare cose, di tornare a casa, di abbracciarti)
@: Et j'ai l'air folle, je le sais, mais j'ai peur et je ne sais que faire (E sembro pazza, lo so, ma ho paura e non so cosa fare)

@: Nager et gagner (Nuotare e vincere)
@: Tu peux le faire et tu dois le faire. Je te fais confiance (Puoi farlo e devi farlo. Mi fido di te)
@: Je t'aime, aujourd'hui et toujours. T'inquiète (Ti amo, oggi e sempre. Non preoccuparti)

Jaxon la richiama all'ordine. È ora di andare. La ragazza controlla di aver preso tutto, quindi lo segue fino a che le loro strade non devono necessariamente separarsi, l'una diretta in camera di chiamata, l'altro a bordo vasca, dove ci sono tutti gli allenatori. Gregorio la abbraccia un'ultima volta, quindi la lascia andare. Lui la capisce, lui c'è già passato. A Rio, si sentiva esattamente così.

Sul piano vasca, Vacive compie le solite azioni. Le ha sempre compiute e le compierà sempre. Non sa bene dire se siano un rito propiziatorio o cosa, sa semplicemente che è così. Sistema il blocco, si sveste, comunica al giudice da che parte vuole che le sia mostrato il contavasche, guarda le avversarie senza vederle veramente. Non saprebbe nemmeno nominarle, tanto è nel suo mondo fatto di oppressione, corrosione, distruzione.

C'è Simona, certo. C'è Katie. C'è Sarah Köhler, la fidanzata di Florian Wellbrock, acerrimo rivale di Gregorio Paltrinieri, che ha chiuso in quarta posizione gli 800 ed in terza i 1500. Se per disgrazia i due tedeschi dovessero avere un figlio appassionato di nuoto, sarebbe un vero disastro: lui è fortissimo, lei è tendente al fortissimo.

Se si concentra, a dire la verità, sa che, al via, ci sono anche una russa, una cinese, un'australiana ed un'altra statunitense classe 2000 che va come un treno. Eppure, attorno a lei non vede nessuno. Mima qualche bracciata in aria, saltella sul posto per sciogliere i muscoli delle gambe, ripercorre mentalmente la gara. 1500 metri. 30 vasche. 15 minuti e mezzo. Se Dio vuole, qualcosa meno.

VulnérableWhere stories live. Discover now