Faire fit | 2020

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Premetto che non sono un medico né un'appassionata di medicina, per cui ciò che ho scritto è dovuto ad una serie di articoli che ho letto su internet. Detto questo, buona lettura e grazie del supporto 🤍

Quando arrivi da una vittoria
e poi fai una gara disastrosa,
ti senti perso
Maverick Viñales

«C'è tutto tranne che un sorriso, dietro quella mascherina.» Vacive sospira al lampo di sconforto che attraversa gli occhi di Fabio dopo Aragón 1.
«Sì, decisamente sì...» il pilota si passa una mano tra i capelli, badando di non togliersi il cappuccio nemmeno per sbaglio. «Non so cosa dire... ho fatto una gara pessima.» constata, oggettivo.

«Nel senso, se mi avessi detto che questo fine settimana avrei fatto la pole ad Aragón, ti avrei risposto che sarebbe stato un weekend fantastico ma, se mi avessi detto che, scattando dalla pole, sarei arrivato diciottesimo... fa male.» il francese stende le gambe sul trolley, mettendosi comodo in attesa dell'apertura del gate. «Tu? Non dormi?»

«Non ci riesco, non dopo che la ginecologa mi ha detto di tornare in ospedale anche domani... non esclude che debbano indurmi il parto.» la ragazza si strofina le mani sulle guance. «Non è né sano né normale che io non riesca a chiudere occhio senza di te, perché so che, se avessi bisogno, potrei chiamare i tuoi, tanto le nostre conoscenze a livello medico sono tutte pari a zero, ma non posso farci niente, è da giovedì che dormo malissimo.»

«Mi spaventa non sapere cosa succederà. È come se io ed Ori avessimo corso insieme in gruppo ma mai insieme in squadra, un po' come Carapaz e Kwiatkowski prima del Tour, no?» si concede un rapido sorriso. «Uno al Lombardia, l'altro alla Sanremo, uno alla Vuelta a Burgos, l'altro alla Volta a la Comunitat Valenciana. Prima di Nizza non si erano mai trovati nello stesso albergo, allo stesso tavolo di colazione, sullo stesso pullman.»

«E tu sei a Nizza.» fa notare lui, sottolineando la prima di una lunga serie di coincidenze.
«Ed oggi è il 18 ottobre, tu hai chiuso diciottesimo e loro sono andati in fuga alla diciottesima tappa, quando la Maglia Gialla era ormai un'utopia e le dinamiche della corsa hanno reso una squadra routinariamente dominante, la INEOS, improvvisamente fragile.» constata la rossa.

«Non volevo finire ad avere a che fare con i numeri perché detestavo la matematica, guarda dove sono.»
«I numeri non mentono mai.»
«Mi stai facendo cambiare idea su tutto. Il cortocircuito si sta verificando ben oltre le mie previsioni e la mia altalenante classifica. In ventiquattr'ore sono passato da primo a secondo nel Mondiale, conquistando una misera pole ed un affascinante diciottesimo posto. Parkour.»

«Possiamo migliorare questa cosa. Quando sei sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato o nel posto giusto al momento giusto, non è un caso. L'istinto non è quando decidi di fare una cosa, sei fortunato e ci riesci. Una volta – quest'anno, a Jerez – può essere fortuna, l'anno prossimo sarà perché sai quello che fai.» afferma lei, sicura di sé.

«È come quando un calciatore si fa sempre trovare libero davanti alla porta. Ti è successo a Jerez 2, ti è capitato in Catalogna. Hai dimostrato di non avere né la testa né la moto per poterlo fare ma hai le capacità, l'istinto ed il talento. Sappiamo come ragionano i tuoi avversari, sappiamo quali sono i tuoi punti deboli, sappiamo come sconfiggere entrambi. Il prossimo anno sarà il tuo anno.»

«Le tue iridi luccicano, quando sogni ad occhi aperti.» Vacive sorride dolcemente quando si accorge che Fabio sta immaginando ogni singola parola del suo discorso. In aeroporto c'è un brulicare di persone che vanno e che vengono, e poi c'è lei, che fantastica di tutto, e lui, che si perde ad ascoltarla e non riesce a smettere di sognare, ma alla più piccola non importa, le piacciono le sue attenzioni, gli sguardi che le lanciano quegli occhioni scuri.

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