Affecter

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E stavo pensando a noi,
Una coppia quaggiù come le altre,
Che riescono nel loro piccolo,
Anche se pensano in grande,
Che hanno preso la vita per gioco,
Cavalcando i binari di un treno,
Che si prendono insulti per poco
E si vogliono per molto meno
Emis Killa

Quando escono dalla piscina, Vacive si chiede per quale assurdo motivo abbia pensato che indossare dei pantaloncini fosse una buona idea. Una mezza risposta le viene in mente quando nota Fabio appoggiato ad un muretto lì vicino, una mano in tasca con fare annoiato e gli occhi rivolti senza alcun pudore verso le sue gambe scoperte.

«Ciao, meraviglia.» il pilota riaccende i neuroni, cingendole la vita con un braccio per avvicinarla a sé e darle un rapido bacio a fior di labbra. «Ciao, Marc.» si rivolge poi all'amico, passando una mano tra i capelli della ragazza per spostarglieli dal volto.
«Hai corso?» gli chiede Vacive, dopo averlo salutato, all'unisono con Marc.

«E anche fatto la doccia, sapendo che non mi avresti accompagnato.» scherza lui, prendendola per mano mentre si incamminano verso l'hotel.
«Possiamo parlare di qualcos'altro?» borbotta Marc, ancora avvolto in una nuvoletta grigia.
«Ma come?! Era così divertente!» si lamenta Fabio.

«E fastidioso.» lo rimbecca il pluricampione.
«Sei di buon umore.» il venti fa schioccare la lingua contro il palato, ricordandosi come mai l'abbia piantato in asso per andare a correre.
«Perspicace. Amo come tu scopra sempre qualcosa di nuovo su di me.» ironizza lo spagnolo.

«Com'è andata oggi?» Fabio accenna alla piscina.
«Bene, dai, mi doppiava solo ogni due vasche. E faceva sciolto.» Marc scuote la testa.
«Stiamo preparando il Sachsenring, è lì che si fanno i punti.» Vacive dà un colpetto sulla spalla integra al novantatré. «Tu stai lavorando per il Mugello?»

«Solo se vieni a vedermi nel mio box.» il francese solleva le loro mani per baciare il dorso di quella di lei, rivolgendole uno sguardo dolcissimo.
«Se la metti così...» la ragazza sorride e saltella, facendo avanti e indietro con il braccio la cui mano ha le dita intrecciate con quelle di lui.

«La tua esaltazione è irritante.» sbotta Marc.
«Anche il tuo malumore.» Vacive fa una boccaccia.
«Dov'è finito il tuo solito broncio? Si stava così bene, con te, un tempo, quando si stava male.»
«Esaltazione. Mi annoiavo, ecco com'è cominciata. Mi annoiavo, ecco come finirà.» la ragazza si stringe nelle spalle con semplicità.

«È quella condizione mentale che mi colpisce quando sono con Fabio e che mi costringe a dover gestire gravi difficoltà che non avrei mai avuto se non l'avessi incontrato.» afferma, divertita.
«Sei simpatica come un campo da calcio diviso esattamente a metà tra zone d'ombra e di sole.» il francese la guarda male.

«Per non parlare degli stadi in cui, tra le zone d'ombra, passa anche il sole...» aggiunge, pungente.
«Ti faccio davvero venire l'orticaria?» lei ride.
«Anche l'orchite.» Fabio le bacia una guancia.
«Le tue lamentele sono esagerate tanto quanto la scelta da parte di un affamato di comprarsi un intero ristorante.» l'emiliana sospira.

I loro piccoli battibecchi rischiarano leggermente l'umore nero di Marc che, quella notte, va a letto ben più sereno di come si sentisse al suo risveglio. La giornata seguente il copione è lo stesso di lunedì ma al contrario: la transumanza alla Duna Aréna prende luogo il pomeriggio, quando si tengono le semifinali delle gare di velocità e le finali di qualunque distanza.

I commentatori francesi e spagnoli, inoltre, avendo ben poco da raccontare per l'esiguità delle performance dei loro atleti – negli ultimi due giorni di gare hanno visto ben 3 podi, uno in meno dell'Italia, che conta all'incirca la metà degli abitanti della Franciaspagna –, per tenere alto l'onore nazionale invitano Fabio e Marc nelle rispettive zone miste, in modo da riempire i tempi morti con chiacchiere generiche insieme ai due piloti.

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