Invasion | 2017

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PREMESSE:
• Il dream team Locatelli-Mir-Quartararo rimane tale, in Leopard anche nel 2017;
• I Campionati del Mondo di Ciclocross non si svolgono a fine gennaio, ma un mese prima di Termas de Rio Hondo;
• Si corre prima ad Austin e poi a Termas de Rio Hondo, altrimenti salta tutto.
Detto questo, let's get it started in here

Can we, we keep,
Keep each other company?
Justin Bieber

Ghiaccio, fango, un po' di neve, colonnina del mercurio che lambisce i 4°C per poi tornare giù, rendendo Bieles un pezzo di Val Padana a cui mancano solo le nutrie, saliscendi e rampe che trasformano il traguardo in un miraggio, tifosi-sardine che accolgono con calore il passaggio dei campioni resi umani dal grigiore del Lussemburgo.

Lo stratega dell'Olanda che opta per dei copertoni leggeri, utili come un rovescio d'acqua durante un'alluvione, un cembalo ad un concerto rock, un pazzo in una gabbia di matti. Con un genio del genere al comando, avremmo perso la Seconda Guerra Mondiale prima ancora che questa iniziasse, risparmiandoci tanti grattacapi. Peccato.

Gli ultimi chilometri sono un'odissea, sembra quasi che qualcuno si diverta a spostare il traguardo via via un po' più in là, ad allungare il percorso degli assi del ciclocross, che zigzagano boccheggianti sul terreno lussemburghese, cercando di mettere i piedi a terra il meno possibile, onde evitare che l'aggancio delle scarpette smetta di far presa sui pedali.

Wout van Aert riprende Mathieu van der Poel e se ne va. L'olandese punta gli occhi azzurri sul rivale di sempre, quindi scuote la testa: non ha bisogno di ulteriori distrazioni, una gomma a terra basta e avanza. Torna a guardare il fango scorrere veloce ma lentissimo sotto di sé, dando inizio ad un inseguimento che non sortirà alcun effetto: le sue chances di vittoria, ormai, giacciono ben al di sotto di un tracciato che sembrava disegnato apposta per lui.

Taglia il traguardo in seconda posizione, 44" dietro a van Aert, che, imponendo al gruppo la sua regola e mettendo tutti in fila dietro di sé, decide di armonizzare con la natura circostante l'azzurrino della maglia della nazionale belga, rendendolo bianco come il cielo odierno e come la maglia di campione del mondo, striata solo dalla fascia arcobaleno.

«Quando smetterai di non tenere in considerazione l'equilibrio cardiaco e nervoso di chi tifa per te» Vacive si indica, quindi indica una Sarah a cui brillano gli occhi «avvisaci, perché quest'oretta è durata due decenni.» afferma, con un tono fintamente duro che si addolcisce non appena un Wout euforico scoppia a ridere, gettandosi tra le loro braccia.

«Questa gara è stata l'attraversamento di un deserto di sbalzi d'umore che la metà basta.» l'emiliana, con una buona dose di sollievo per la vittoria del suo prediletto, accenna all'olandese che, in lacrime, raggiungendo la zona più lontana del cul-de-sac costituito dalle transenne, si trattiene dall'urlare per la frustrazione, mentre le telecamere abbandonano l'euforia belga per inquadrare tutta la sua disperazione: la capacità che ha di gestire le emozioni? Al Polo, sotto zero.

Quando Vacive lo vede piangere, qualcosa dentro di lei si rompe e l'olandese entra delicatamente a far parte della sua piccola vita. Lo fa in punta di piedi, dopo un ultimo abbraccio a Sarah ed un cinque a Wout, mentre il cuore di lei scoppia di felicità e quello di lui si sgretola dal dolore. È così, Mathieu, è finita qui. Non sei tu il campione del mondo.

Mentre lascia che il belga festeggi con gli altri, si sente quasi in colpa a coprire con rapidi passi la breve distanza che la separa dall'olandese dagli occhi tanto simili ai suoi: ha esultato – e continuerà ad esultare – per il diretto avversario di van der Poel fino a quel momento, con quale faccia tosta gli si avvicinerà per provare in qualche modo a consolarlo, sempre che lui glielo permetta?

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