Milan-San Remo | 2020

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Cosa faranno i giornali
non lo so e non m'interessa,
quello che ha fatto van Aert
al contrario mi ha impressionato.
Lo ha fatto anche la discesa di Alaphilippe,
se è per questo, ma per la bruttezza
delle traiettorie disegnate
Suiveur, 8 agosto 2020

«Andiamo a fare il bagno? Dai, dai, dai, dai, dai...» Fabio punzecchia ripetutamente con l'indice la spalla di Vacive, che, esasperata dall'insistenza del francese, guarda Sarah in cerca di supporto.
«Già me lo vedo: mi vuoi sposare? Dai, dai, dai, dai, dai...» la belga scuote la testa, ridendo. «Avrai due bambini da accudire tra qualche mese, altro che.»

«Non me lo dire!» l'emiliana si porta una mano alla fronte, sconsolata, mentre il pilota continua ad infastidirla, beccandosi un sonoro schiaffo su quel maledetto indice che le picchietta su una spalla da ormai un minuto buono. «Hai rotto le scatole.»
«Mi snobbi per sonnecchiare su una sdraio, ti sembra? Sono venuto apposta dalla Repubblica Ceca!» si lamenta lui, con un sorrisetto infantile al quale Vacive può solo alzare gli occhi al cielo.

«A parte che per tornare dalla Repubblica Ceca geograficamente sorvoli l'Italia, quindi non hai nemmeno allungato il tragitto...»
«Avresti dovuto fingere di non saperlo.»
«Ma lo senti?» la ragazza si rivolge a Sarah, che se la ride. «Tu vieni a fare il bagno?»
«Georges sta bene anche all'asciutto, a dir la verità.» la belga accenna alla pancia, furba.

«Che begli amici.» borbotta la più piccola, incrociando le braccia al petto, contrariata.
«Solo amici?» le sussurra Fabio, all'orecchio, cancellando l'ombra di malizia che avrebbe voluto mettere in quelle due parole quando scoppia a ridere perché lei gli fa il verso, fintamente offesa.
«Al prossimo giro ti porta Wout, sappilo.» l'italiana si alza, sfilandosi ed appendendo all'ombrellone il copricostume che, per pigrizia, ancora indossava.

«Non ho dubbi sul fatto che sia più simpatico di te.» cantilena il francese, guardandola male.
«Stai tirando una corda già molto sfilacciata: io, fossi in te, non esagererei ancora a lungo. Le chiavi della camera, così come il tuo portafoglio, sono nella mia borsa, se non vuoi dormire all'addiaccio, stanotte, ti conviene fare il bravo.» Vacive gli punta contro un dito, al che lui se la tira addosso, trascinandola di peso verso l'acqua salata.

«La gravidanza ti inviperisce, ricordamelo quando metteremo in cantiere il secondo figlio.» Fabio le dà una gomitata. «Vero Ori? La mamma è pessima, lo so.» fa comunella con la bambina, che gli tira un calcetto, come a dimostrarsi concorde, quando appoggia una mano sulla pancia dell'emiliana.
«Facile parlare quando è qualcun altro a portare avanti la gravidanza.» l'italiana ride, accarezzando la mano di Fabio. «Sono felice che tu sia qui.»

«Farfalle.» il numero venti si prende qualche secondo per apprezzare il contatto tra le loro dita. Vacive sorride e lo bacia, trattenendolo a sé anche quando indietreggia verso l'acqua limpida di un Mar Ligure lì poco frequentato, perché hanno scelto la spiaggia privata dell'hotel in cui alloggiano: i paparazzi non li hanno ancora beccati – un mezzo miracolo – e, finché dura, va bene così. «Ti amo.» le dice, piano, nascondendole un sorriso con le proprie labbra quando ormai non toccano più.

In queste prime settimane di ripresa, i due ragazzi stanno cercando di trovare un nuovo equilibrio, a metà tra i loro estremi che, per forza di cose, non sono più quelli di una volta, e di costruire una qualche forma di quotidianità. La trama degli allenamenti e delle gare di Fabio si intreccia e aggroviglia con l'ordito della nuova relazione che lo lega a Vacive e della sua gravidanza, andando a costituire un tessuto punteggiato qua e là da piccole imperfezioni che stanno metodicamente tornando indietro ad appianare, nel primo tentativo serio di far funzionare le cose.

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