Winx | 2016

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Rasento al volo le fate
Giuseppe Ungaretti

«Buongiorno, fiorellino!» esclama Vacive, allontanando lo schermo del portatile quel tanto che basta ad inquadrarsi in faccia. È seduta a gambe incrociate su un lettino color crema, completamente immersa nella tranquillità di una Copacabana ancora deserta: il rumore dolcissimo delle onde la culla con leggerezza ed, al momento, si sente in pace con il mondo come poche volte le è capitato.

«Ve.» Fabio storce il naso, comprendendo al volo che l'italiana ha volutamente utilizzato quel tono derisorio: le sue condizioni pietose lasciano poco spazio ad altri commenti, almeno nell'immediato.
«Ti vedo bene.» sghignazza, infatti, la rossa.
«Mi prendi in giro?» borbotta lui, retorico, passandosi una mano tra i capelli aggrovigliati.

«Perché? Ti dona quest'aspetto trasandato.» la più piccola infierisce senza alcuna remora.
«Ti ricordavo più simpatica.» si lamenta il francese, mentre la ragazza assottiglia lo sguardo e prova a capire quale sia il problema dell'amico: le pare talmente abbattuto che, se non fosse certa dell'impossibilità della cosa, avrebbe quasi paura di trovarselo tra i piedi nel giro di qualche ora.

«Come va?» domanda, quindi, curiosa.
«Tutto a gonfie vele.» risponde Fabio, senza guardare la videocamera del computer.
«E io sono mora. Ti ricordo che sono tua amica, non sono scema e ti conosco: so quando qualcosa non va.» esala l'emiliana, infilandosi la felpa preferita del ragazzo di là dallo schermo.

«Non succede niente di specifico, è solo un periodo... altalenante, sì.» ammette Fabio, tranquillo: ha avuto modo di elaborare la cosa. «Al momento ho bisogno di una top ten che vedo piuttosto lontana.» si copre metà dal viso con il collo della maglietta e sprofonda nella sdraio, nascondendosi quasi come se si vergognasse del triste ventunesimo posto racimolato a Brno.

«Effettivamente il fatto che tu sia in grado di fare schifo non ti dà il diritto di fare schifo.» Vacive fa schioccare la lingua contro il palato, annuendo.
«Grazie di farmi sorridere, ma oggi non sono in vena.» il pilota distende le labbra forzatamente.
«Che ne sai?» anche la ragazza sorride.

«La mia giornata sta prendendo pieghe indecenti e tu non stai facendo nulla per migliorarla.» il più grande alza le spalle, provocatorio.
«Ma come, ti sto sopportando da ben due minuti!» protesta l'italiana, fintamente offesa. Fabio non dice nulla, gli sembra di aver già parlato abbastanza, per cui si ferma a guardare l'acqua che ha nel bicchiere, temporeggiando.

«Ora che le cose vanno male non devi buttare via tutto, altrimenti prendo il jet privato che non ho e ti vengo a cercare.» Vacive colma il silenzio.
«Non capisco nulla di quella moto, Ve. Brancolo nel buio.» piagnucola lui, muovendo il bicchiere in modo da increspare leggermente la superficie acquea.

«Quanto la fai tragica, stella cadente. La scorsa gara hai chiuso quarto: in top ten.» sbuffa la rossa. «Tutti possono commettere degli errori, anche tu.»
«Sì, ma non tutti possono essere così scarsi da ritirarsi due volte e chiudere cinque volte fuori dai dieci in undici gare. È imbarazzante.» il numero venti si lamenta, lasciando perdere l'acqua.

«Sei sempre stato un tipo da record.» Vacive lo prende in giro, strappandogli una risata sarcastica.
«E che record...»
«Persino l'essere umano più intelligente del mondo ha trascorso un periodo della sua vita imparando a parlare, a stare seduto, a camminare...» sospira lei.

«Se non va tutto come previsto, non è il peggiore dei problemi. Guarda me, ieri avrei dovuto disputare la prima finale olimpica della mia vita. Cos'ho fatto in realtà? Ho tolto la doccia al braccio.» sfoggia il nuovo tutore con orgoglio, inquadrando l'arto da tutte le angolazioni possibili.

VulnérableWhere stories live. Discover now