Abdominaux

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Oggi dove sei? Non lo so,
Ieri eri tutto ciò che avevo io.
Oggi chi sei? Non lo so,
Abbiam detto "basta" senza dirci addio
Fasma

«Non ho niente da nasconderti, Jolie è un'amica.» Álex si rivolge allo sguardo del fratello che rimbalza tra lui e la francese. Marc inarca le sopracciglia, attraversando la zona giorno del loro motorhome per entrare in camera e fare le valigie.
«Anche Céline la era e tutti sappiamo com'è andata a finire tra te, lei e Fabio.»

«Se devo essere sincera...» interviene Jolie, interrotta da Marc, che smette di ammonticchiare vestiti e cappellini per squadrarla dalla testa ai piedi. È da un po' che le cose tra di loro sono in uno stallo piuttosto strano, se confrontato all'esaltazione che li aveva caratterizzati all'inizio, eppure il pilota non se ne è mai preoccupato, perché la vita è fatta di periodi frenetici e di periodi molto più calmi.

«No, perché? Puoi tranquillamente mentire.» lo spagnolo evita di fare spallucce: comincia a percepire la doppia caduta di qualche ora prima.
«Solo a te ho dato il mio cuore.»
«Temo che tu mi abbia dato il palo che ti avrei dovuto dare io ma non è andato tutto secondo i piani.» la corregge il novantatré, velenoso.

«Io ti ho dato il cuore, tu mi hai dato il palo più di un anno dopo aver accettato di sposarmi. Tu ed Álex vi siete sempre sopportati ma mai al punto di essere amici, lo sa persino la stampa, per cui risparmiati le parole, Jolie: non ti so più ascoltare.» dice lui.
«Il nostro matrimonio non sarebbe funzionato.» la francese si sfila l'anello di fidanzamento.

«Vedo che me lo stai dicendo per tempo e con estremo rammarico.» Marc ride, sarcastico, stavolta senza smettere di fare le valigie. «Anche se non avevamo ancora organizzato niente causa Covid, per me la proposta non era nulla, altrimenti me la sarei risparmiata.» fa scorrere i cursori delle cerniere con estrema facilità – non è più da lui riempire i bagagli all'inverosimile – e controlla di aver preso tutto.

«Marc, andiamo?» Fabio lo raggiunge sulla soglia del motorhome, salutando con un cenno gli altri due, cosa che fa anche il pilota della Honda ufficiale.
«Io e te in Ungheria a fine primavera.» Marc ride.
«Le vacanze dei campioni.» il venti gli passa una mano tra i capelli, contagiato dalla sua risata.
«Dei disagiati, altro che. Ho appena mandato a monte il mio matrimonio e vado in vacanza.»

«Ma, probabilmente, visto come si stavano mettendo le cose, è meglio così. All'inizio ci credevo, ci siamo impegnati per farla funzionare, poi... poi boh, è stata come una lunghissima cotta che via via scema per lasciare spazio all'abitudine. Non escludo che sarebbe potuta finire diversamente, se non mi fossi sfracellato e se non avessi avuto altro a cui pensare, perché voi avete aggiustato le cose, però...»

I due ragazzi chiacchierano a lungo, lontano dal concentrato di attenzioni mediatiche che è il circuito di Le Mans. Il viaggio per Budapest è estremamente tranquillo, i passeggeri sono tutti in orario, il meteo è ottimo: atterrano con ben mezz'ora di anticipo, motivo per cui non esitano un attimo a piazzarsi in albergo, sul letto, a dormire in attesa dell'ora di cena, quando raggiungeranno Vacive.

«Marc, sveglia.» Fabio richiama all'ordine il compagno di stanza, che ancora dorme.
«Cosa?» lo spagnolo si stropiccia gli occhi, sbadigliando con l'aria di chi non ha capito niente.
«Chiedi tu i pass per il Mugello, vero?»
«Cosa?» ripete il più grande, intontito.

«Chiedi tu i pass per il Mugello, vero?»«Cosa?» ripete il più grande, intontito

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