Les dés sont jetés | 2019

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Mangia, bevi,
stai calmo, non strappare
Salvatore Puccio

«Vacive!» esclama Sarah, raggiungendola di corsa. Il corridoio dell'ospedale è piuttosto vuoto e questo agevola la belga, che identifica quasi subito la sua amica e Fabio. L'italiana la abbraccia senza dire niente, accarezzandole la schiena quando si accorge che sta piangendo per il marito, ancora in sala operatoria. «Ero al lavoro, non... ho visto un video dall'elicottero, non avrei dovuto farlo.»

«È andato nel panico quando ha capito la gravità della cosa, poi l'hanno messo sotto morfina e le acque si sono leggermente calmate. Ha fatto le lastre e non ha niente di rotto, devono solo rimetterlo insieme.» le spiega la più piccola. «Non è stata una bella scena, diciamo così. Abbiamo cercato di aiutarlo il più possibile, speriamo che sia servito a qualcosa almeno a livello emorragico.»

La bionda annuisce, sciogliendo l'abbraccio per cercare nella borsa un fazzoletto con cui asciugarsi le lacrime. Si rifà la coda mezza sciolta, quindi li segue all'interno della camera assegnata a Wout che, ancora sotto anestesia totale, li raggiunge verso le nove e mezza, quando il sole è ormai tramontato. Il chirurgo li rassicura sulla buona riuscita dell'operazione, quindi ricorda loro che l'orario di visita è terminato ma, prima di andarsene, possono attendere che il ciclista si svegli.

«Che palle.» mormora Wout, stropicciandosi gli occhi, quando l'effetto dell'anestesia scema.
«Lo penso anch'io tutte le mattine eppure sto benone, fa' tu.» scherza Fabio, cercando di tirarlo su di morale, e un po' ci riesce, perché l'altro abbozza un sorriso. «L'intervento è andato bene.»
«Unica gioia, grazie di tutto, davvero, passare le vacanze a seguire me e finirle così, quando il ciclismo ti interessa a metà, non dev'essere bello.»

«Per me farebbe questo ed altro.» Vacive prende in giro il francese, che scuote la testa. Sì, farebbe quello ed altro. «Tre cose, prima che ti lasciamo con Sarah: la caduta è colpa tua, come sono state fissate le transenne no. L'organizzazione avrebbe potuto fare di meglio ma l'obiettivo principale sarebbe stato quello di non beccarle.» si tocca l'indice, con fare severo. «La verità fa male, le cadute di più.»

«Due, hai vinto una tappa ed una crono a squadre al tuo primo Tour, bilancio estremamente positivo. Tre, quattro giorni secondo in generale, dal 7 al 10 luglio.» conta sulla punta delle dita. «Non è finita come avremmo sperato ma io terrei in considerazione anche gli aspetti positivi. Detto questo, buona convalescenza. Ah, Woutje, mi aspetto che, d'ora in poi, passi le tue giornate a guardare i Mondiali di Nuoto da Gwangju, ore 17:00 le batterie e le semifinali, ore 3:00 le finali.»

«Lo dici come se avessi chissà cos'altro da fare.» il belga alza gli occhi al cielo, con una risata amara.
«Guardare, da masochista quale sei, il Tour, comprese le tappe che finiscono dopo le 17:00.»
«Touché. Quando nuoti?»
«I 400 tra venti ore e poco.» Vacive fa due conti.
«Quindici ore di volo... atterri e ti butti, in pratica.»

«Guarda cosa mi fai fare.» ride lei. «Comunque, se passo, ho la finale alle 3:00, poi i 1500 lunedì e mercoledì e gli 800 venerdì e domenica.»
«Vedi di passare, altrimenti cosa faccio lunedì notte? Guardo il Tour in replica?» le domanda, retorico, senza nemmeno provare a nascondere la malinconia: non sarà facile digerire un ritiro dovuto all'infortunio più stupido del mondo e Wout non si impegna affatto a dimostrare il contrario.

Mezz'ora dopo, Vacive è già in aeroporto insieme a Jaxon e Fabio, che si è nuovamente offerto di accompagnarla, nella speranza di tamponare il più possibile l'involontario sgarro fattole portandosi dietro sostanzialmente a sua insaputa Céline. I saluti durano un battito di ciglia e la ragazza ha giusto il tempo di dare un bacio sulla guancia al pilota prima di prestarsi svogliatamente alle procedure di controllo che precedono l'imbarco.

VulnérableWhere stories live. Discover now