Barcelone | 2019/20

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Il verbo amare
è uno dei più difficili da coniugare:
il suo passato non è semplice,
il suo presente non è indicativo
ed il suo futuro non è che un condizionale
Jean Cocteau

A Vacive e Mathieu basta uno sguardo per comprendersi: quella festa è già troppo ed il motivo per cui hanno deciso di parteciparvi è un leggero ricordo che si perde sempre di più nei meandri della memoria. È per questo che l'olandese dà un bacio sulla guancia a Roxanne, che chiacchiera amabilmente con le amiche, annunciandole che va a cercare un divanetto libero su cui sedersi.

I due ciclisti attraversano la sala con la determinazione di chi vuole arrivare vivo dall'altra parte e si isolano nell'angolo più tranquillo del locale, impreziosito da alcune piante di ficus che di fatto lo schermano dalla frenesia del resto. Rimangono qualche secondo in silenzio, guardando le persone muoversi oltre le foglie, mentre il rumore dei bicchieri, dei tacchi e della musica fanno da sottofondo per i loro pensieri.

«Cosa succede?» le chiede il più grande, accorgendosi che lo sguardo di lei insiste su uno stesso punto, alle sue spalle, più a lungo del solito.
«Guai.» Vacive incrocia gli occhi di Fabio. «Anche se non farà una scenata, non è da lui, e vedermi qui con te non è abbastanza per farlo scattare, men che meno con Thomas e Céline nei paraggi.»

«Allora balliamo.» Mathieu le afferra entrambe le mani e la costringe ad alzarsi, invitandola tra le sue braccia, sparpagliando qualche occhiata maliziosa qua e là, regalandole qualche sorriso dolce, e Vacive, mentre ondeggiano più per alimentare la loro farsa che per reale voglia di muoversi a tempo, guarda Fabio e lui guarda lei, e Céline parla ma nessuno la ascolta, perché Thomas è con Mathilde.

«Non capisco perché stiate lontani quando è palese che vi vogliate entrambi.» il ciclista ride e l'emiliana solleva un angolo delle labbra e la mano di Céline si appoggia sulla gamba di Fabio, e la francese gli sussurra qualcosa all'orecchio che lo fa annuire e Vacive lo squadra senza pietà, immaginando che, nelle parole della bionda, non ci sia nulla di casto.

«Ironico che sia tu a parlarmene, lo stesso che, invece di ballare con Roxanne, passa il suo tempo con me.» la rossa dedica tutte le sue attenzioni a Mathieu, ridendo tra le sue braccia come se lui avesse appena detto qualcosa di divertentissimo: Fabio non lo vede, non può sapere. «Mi usi, van der Poel?» lo prende in giro, conscia del fatto che Roxanne non è nei paraggi e, quindi, non litigheranno per questo.

«Che verbo importante.» il biondo le sfiora la schiena scoperta senza secondi fini: nonostante abbiano dormito insieme gli ultimi quattro giorni, tra di loro è decisamente finita. «Io fingo soltanto di provare interesse per te, recito.»
«Un tocco di classe degno di un vero signore.» Vacive sghignazza, guardandolo.

«Non è forse quello che stai facendo anche tu?»
«Ma io non sono una signora, quanto piuttosto una signorina: non sono né vecchia, né sposata.»
«Un paio di femministe si sono date la morte.»
«Che muoiano pure, la cosa non mi tange. Anzi, hanno privato il pianeta della loro impronta ecologica, sento già l'aria farsi più pulita.»

Fabio storce il naso a quella vista e pianta Céline in asso, strappando letteralmente Thomas dalle braccia di Mathilde per condurlo lontano dalla pista da ballo, in un posto in cui si possa sfogare anche dopo l'ennesimo secondo posto: hanno appena corso a Valencia e, come da copione, solo Marc ha tagliato il traguardo prima di lui.

Passando di fianco alla coppietta felice, guarda Mathieu da vicino e deve ammettere che c'è un motivo se Vacive si è presa una bella sbandata per lui: è più alto, più biondo, più grande, ha gli occhi chiari e non è così arrogante come ci si aspetterebbe da un atleta del suo calibro, il che glielo fa apprezzare particolarmente. Inoltre, è gentile, nonostante sui pedali dimostri l'esatto contrario, il che lo indispettisce perché, in un contesto diverso, ci avrebbe persino potuto fare amicizia.

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