𝐃𝐨𝐝𝐢𝐜𝐢

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«Mi fa piacere che tu me l'abbia detto, davvero, posso capire quanto sia difficile come argomento da affrontare, che ne dici... Abbraccio?» dissi sorridendo per smorzare la situazione per poi allungare le braccia verso di lui, che prontamente mi strinse a sè per la seconda volta nel giro di dieci minuti.

Avrei potuto farci l'abitudine a tutto questo, mi piaceva passare il tempo con lui, era un'ottima compagnia.

Non so dire quando rimanemmo così, stretti l'uno all'altra, forse cinque minuti, o dieci, forse di più, fatto sta che si provava una sensazione bellissima.

~

«Ciao amore mio grande» mi disse mamma non appena vide il mio volto apparire sul suo telefono.

«Ciao mami, come state?» chiedi con gli occhi lucidi per l'emozione.

«Noi stiamo benissimo, siamo orgogliosi di te e di quello che stai facendo lì dentro, ci manchi da morire amore» rispose con la voce tremolante per le lacrime, che a momenti sarebbero uscite dai suoi occhi.

«Mi mancate un sacco anche voi, che mi raccontate?» domandai sorridendo con gli occhi sempre lucidi.

«Niente di che solo che manchi tantissimo a tutti, a nonna, nonno e agli zii; piuttosto tu che cosa ci devi raccontare, com'è questo Luigi?» cambiò discorso sorridendo di sbieco.

«Che c'entra Luigi adesso» dissi guardandomi intorno imbarazzata, mentre le mie guance si coloravano di un rosso acceso.

«Che carina che sei amore, sei tutta rossa, comunque te l'ho chiesto perché hanno mandato una bella scenetta nel daytime, ovvero tu che lo strucchi» oh no, non era successo davvero...

«Si ma non è niente tranquilla mi aveva solo chiesto un favore, siamo buoni amici» replicai cercando di sviare il discorso.

«Mh come vuoi, però è proprio un bel ragazzo, hai ottimi gusti Cele, pensaci» mi disse, guardandomi quasi maliziosamente.

«No ma' non inizià lo sai che cosa ne penso e te l'ho anche detto prima di venire qua» le ricordai alludendo a quello che le avevo detto prima di iniziare la quarantena.

«Si ma ogni tanto esci fuori dai tuoi schemi Ce', non ti dico tanto ma provaci almeno se senti che è la cosa giusta da fare, falla!» mi disse comprensiva.

«Ci penserò, adesso devo andare mi mancano giusto dieci minuti per chiamare Ambra, ci sentiamo domani mami salutami papà» dissi mandandole un bacio, e subito dopo attaccai.

I dieci minuti erano terminati, e come avevo immaginato anche Ambra mi aveva raccontato di questo benedetto daytime che avevano mandato su me e Luigi, inutile dire che anche lei mi ha ripetuto le stesse cose di mamma, ha anche ammesso che se lei fosse stata al mio posto non ci avrebbe pensato un minuto di più a lanciarsi tra le sue braccia, ma vabbè vita mia scelte mie come si dice.

~

«Cele vieni qua! Ti faccio conoscere le mie amiche!» mi richiamò Carola dalla nostra stanza.

«Un attimo che sto buttando giù la pasta» velocizzai i miei movimenti e mi misi seduta sul suo letto mentre lei continuava a fissare lo schermo del telefono ridendo.

«Eccole qua guarda che carine!» esclamò non appena le fui vicina, girando verso di me lo schermo, dove era in riproduzione continua un video.

«Ma come ci sono arrivate sull'albero» chiedi visibilmente confusa dal fatto.

«Volando! Che non lo sai che le galline hanno le ali per volare?» rispose ovvia.

«Ma davvero? Non lo sapevo, menomale che ci sei tu che me le dici queste cose» dissi ridendo a crepapelle.

«La prossima volta ci faccio la videochiamata e ti faccio vedere Cele» le risposi affermativamente di fretta, dato che dovevo andare a scolare la pasta per pranzo.

~

«Tanti auguri a voi!» esclamammo tutti in coro dopo aver cantato la canzoncina a Serena e Elisabetta per il loro compleanno.

Ballammo per un po' con le canzoni che ci aveva mandato la produzione, poi iniziarono a tagliare le torte.

«Celeste tu la vuoi la torta?» mi chiese Inder, interrompendo la mia conversazione con Luigi.

Guardai il ragazzo che stava seduto accanto a me e poi riposai lo sguardo su Inder scuotendo la testa, ringraziandolo.

«Perché non la mangi?» chiese confuso Luigi, ricordandosi sicuramente che a me i dolci facevano impazzire.

«Perché non è giusto che io la posso mangiare e tu no, quindi adesso ci cucino un bel piatto di pasta che dici?» dissi alzandomi dal divano e incamminandomi verso la cucina.

«Grazie Ce' non dovevi» mi disse Luigi sussurrandomi all'orecchio mentre mi stringeva in un abbraccio.

«Figurati» gli dissi con lo stesso tono di voce che aveva usato lui con me, ricambiando la stretta.

E che dire, si stava maledettamente bene tra le sue braccia.

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nota autrice

Ecco la dodicesima parte!
Vediamo Luigi che racconta a Celeste che ha il diabete e lei che rinuncia ad una fetta di
torta per lui.
Ci sono anche vari abbracci...
Cosa ne pensate? Se volete lasciate una stellina e un commento!

𝐓𝐢𝐞𝐧𝐢𝐦𝐢 𝐒𝐭𝐚𝐧𝐨𝐭𝐭𝐞 || 𝐋𝐮𝐢𝐠𝐢 𝐒𝐭𝐫𝐚𝐧𝐠𝐢𝐬Where stories live. Discover now