Epilogo

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Pearl


Tre anni dopo

«Ottimo lavoro Pearl, è uscita davvero bene» si congratula con me il fotografo. «Grazie mille» gli sorrido, rimettendomi la vestaglia per poi camminare sui tacchi fino al mio camerino. Sono le dodici e mezza, quindi mi conviene sbrigarmi. La mia vita è sempre piena da quando conosco Lionel Beverly, ormai abbiamo finito il college ed entrambi ci dedichiamo ai nostri lavori, sogni, insomma... siamo spesso impegnati ma, quando torniamo a casa e le porte si chiudono, torniamo a essere una famiglia speciale. Esatto, "famiglia": sono rimasta incinta due anni fa e, ho avuto un bel maschietto di nome Taylor – tutto uguale a me tra l'altro. Guardo la donna che sono diventata allo specchio, sorridendo quando osservo i miei capelli leggermente più corti e mossi rispetto al solito. Ho da dare un'altra notizia a Lionel quando tornerò a casa. Mentre guido penso a quanto siamo cresciuti e quanto ami quel ragazzone che adesso è il proprietario del Bullet Night Club; all'inizio ero un po' preoccupata per via di tutte le ragazze che ci sono al suo interno, e dopo qualche litigio sono riuscita a convincere Lionel ad assumere solo uomini e non donne. Non mi va giù l'idea che il mio uomo sia circondato da sciacquette con perizomi e reggiseni trasparenti, assolutamente no. L'unica che può vedere in quello stato sono io.

Parcheggio davanti alla villa dei Beverly, scendendo dall'auto dopo qualche secondo. Devo andare a riprendere il mio bambino dalla nonna. Salgo i gradini e poi busso alla porta, sentendo un forte odore di biscotti al cacao. Ci scommetto che glieli avrà preparati la mamma di Lionel: lo vizia molto a Taylor. Aspetto qualche secondo, e poi si apre il portone rivelandomi Lotty con il suo tailleur impeccabile nero. «Anche tu sei venuta a far visita a tua madre?» le sorrido, lasciandole un bacio sulla guancia. Annuisce sbrigativa. «Ho un incontro d'affari con tua madre» mi fa una smorfia, scendendo i gradini di fretta. «Ehi, te l'ho detto fin dall'inizio che è un Bulldozer quando ci si mette» le urlo dietro. La guardo correre sui tacchi, osservando la meravigliosa stilista dell'azienda Piotrowsky. 

Eh già, ora lavora per i miei genitori; ed è più che contenta – dato che Sven la segue ovunque. Sven e Luis hanno aperto una palestra in centro, e qualche volta, quando non sono indaffarati, vengono a trovarci. Scuoto la testa, per poi entrare nella villa. «C'è nessuno?» dico, camminando sulle piastrelle lucide. «Sono in cucina!» Urla la mamma di Lionel, sembrando indaffarata. Chiudo il portone e poi seguo la voce, fermandomi sotto l'arco non appena noto il disastro che ha combinato Taylor con la cioccolata. «Oddio» deglutisco, guardando la cioccolata sciolta sul bancone, sul pavimento e sul suo viso dolcissimo. «Tuo figlio è più pestifero di quanto immaginassi» mi punta il dito contro, sfornando i muffin al cioccolato. Le sorrido, avvicinandomi a quella bellezza dalla pelle bianca e dagli occhi come i miei sul seggiolone.

«Tesoro della mamma, che hai combinato a nonna?» gli chiedo, prendendolo in braccio mentre mi sorride un po' sdentato. Il sorriso è di Lionel però: il mio è più inquietante. «Sei sola a casa?» le domando, prendendo un fazzoletto dalla dispensa per pulire la bocca di Taylor – che al momento si guarda intorno come se fosse al Luna Park. «No, Christopher è nel suo studio: ha una conferenza» spiega, prendendo degli stuzzichini per controllare la cottura dei dolci. Quell'uomo è sempre impegnato con il suo lavoro... ma almeno è presente per Taylor e per i suoi figli, adesso. Stiamo ancora un po' dai nonni, fin quando non decido di tornare a casa. «Puoi restare qui per pranzo, per me non è un problema» mi tranquillizza. La ringrazio, perciò mando un messaggio a Lionel per informarlo del cambio dei piani. «Taylor vieni... andiamo a guardare i cartoni» lo incoraggio, provando a fare dei piccoli passi insieme a lui. Arriviamo al divano e poi metto un canale per bambini, trovando il cartone con un postino. Metto un volume non troppo forte e poi gli lascio un bacio sulla testa, nonostante non mi calcoli affatto perché è concentrato sul cartone animato. 

Vado in cucina a dare una mano alla signora Beverly, e poi inforno le patate con il rosmarino. Verso l'una e mezza si apre il portone di casa, quindi mi volto e vedo lo splendido volto del mio uomo. «Ehi», lo saluto, sporgendomi per lasciargli un bacio a stampo sulle labbra. Mi sorride, stringendomi forte dai fianchi come un vero vichingo. Adoro i suoi capelli lunghi fino alle orecchie, lo rendono più sexy. «Dov'è Taylor?» chiede di suo figlio, non vedendolo da nessuna parte. «Nel salotto, si guarda dei cartoni» specifico.

Annuisce, andando poi a salutare sua madre che ci guarda con occhi dolci. «Papà è in studio?» chiede il biondo, trovando il consenso della madre. Dopo pochi secondi esce dalla cucina per andare da Taylor e, nel frattempo, sua madre mi fissa con aria attenta e studiosa. «Sei raggiante, hai usato qualche trucco particolare o sei incinta?» domanda, facendomi quasi sputare l'acqua che ho nel bicchiere. Ma come diavolo fanno a indovinare ogni volta? Hanno una qualche tecnica particolare forse? «Devo scoprire come fate a indovinare sempre, sul serio» la indico, riferendomi anche a sua figlia. «Sei incinta?» domanda di nuovo, al limite della felicità. Annuisco, provando a non farmi sentire da Lionel che ovviamente non sa nulla. «Auguri!» urla. Come non detto... Dei passi si avvicinando alla cucina e quando sento la sua voce, capisco che il piano è andato a rotoli. «Che diavolo vi prende?» ci fissa come se fossimo delle pazze mentre tiene in braccio Taylor. Ormai tanto vale dirglielo.

 «Ehm... non era proprio così che mi immaginavo di dirtelo me, be', ormai siamo a cavallo quindi... sono incinta» esclamo, alzando le mani in aria. Schiude la bocca, restando inebetito sotto le urla di sua madre. Cristopher spunta dietro Lionel, guardandoci con occhi straniti. «Mi domando che ci mettiate in quei muffin» li indica, abbastanza perplesso e irritato. «Sei incinta?» balbetta Lionel incredulo, mentre Taylor ride e il padre mi fissa strabiliato. «Di nuovo?» dicono in coro. Tale padre tale figlio, eh? Annuisco, avvicinandomi a mio marito. Si, ci siamo sposati quando sono rimasta incinta di Taylor. «Esatto, quindi preparati papino» ammicco, osservando il suo sguardo divenire malizioso a quel nomignolo.

«Aspetta che torniamo a casa» sussurra al mio orecchio, abbracciandomi di slancio per congratularsi con me. Scoppio a ridere, guardando i miei due uomini di casa. Chi lo sa... forse resterò la regina dell'impero per un bel po', se avremo un altro maschietto. E qualcosa mi dice che sarà proprio così.

The end.


Pearl Piotrowsky (The real queen of Poland)Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu