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Pearl

È stata dura nei giorni passati ma, finalmente, Lionel è tornato a casa. Un po' malconcio. Un po' stanco. Ma è comunque Lionel. «Eccoci qui», sospiro, posando le chiavi nel piattino accanto al mobiletto per poi voltarmi verso di lui che, a piccoli passi, piano piano si avvicina al divano. Dopo aver chiuso il portone, lo raggiungo e gli chiedo se vuole qualcosa da mangiare o da bere. «Qualcosa di buono, ti prego», mi scongiura, rivangando i momenti in cui in ospedale gli portavano le minestrine... Annuisco, andando in cucina per prendere le patatine al formaggio e un pacchetto di salatini alla paprika; da bere gli porto un bicchiere di succo. «Grazie», mi sorride, quando gli passo il sacchetto e poso il bicchiere sul tavolino davanti. «Sei contento di essere tornato a casa?» Gli chiedo, masticando un salatino. 

Annuisce, passandosi una mano fra i capelli biondi. «Sì, non ne potevo più di stare lì, da solo», sospira. Lo trovo abbastanza comprensibile. Mangiamo qualcosa e poi vado a mettere in lavatrice i vestiti che usavamo in ospedale; dopo averla azionata, mi alzo, e mi volto verso il corridoio. Lionel è fermo sulla soglia del bagno, che mi squadra da capo a piedi. «Che c'è?» Sorrido, alzando un sopracciglio stranita e incuriosita.

Si avvicina, abbracciandomi da dietro mentre mi guardo, e lo guardo, allo specchio. Staremmo bene insieme... ma non lo so. Ho una paura tremenda di lasciarmi andare completamente, tutto a causa di Payton. Sento una protuberanza proprio sul mio didietro, perciò intuisco che, qualcuno, sia abbastanza "pronto". Mi lascia dei bacetti sul collo, facendomi scappare un sorriso divertito. «Andiamo a dormire, sono stanco», borbotta, strofinando il naso su e giù. Lo prendo dalla mano, accompagnandolo in camera come se fosse un piccolo che ha bisogno della buona notte. Scosto le coperte nel frattempo che lui si spoglia, e poi vado dal mio lato per fare la stessa cosa. «I tuoi amici verranno qui stasera, non è un problema vero?» Domando, girandomi di profilo per guardarlo. «Va bene, basta che abbia il tempo per riposare qualche minuto. Non ho chiuso occhio stamattina.» Lo so bene, ero presente. 

Ogni volta che non riusciva a dormire cercava il contatto fisico con me, e per contatto fisico non intendo una carezza... ma altro. A un certo punto, mi accorgo che ha lo sguardo pensieroso e perso... come se stesse sovraccaricando la sua mente. «Tutto bene?» Chiedo, alzando un sopracciglio. Sospira, passandosi la mano sulla fronte. «Ho perso tutto: il lavoro, la macchina... non ho niente», rimane sconfortato. «Non è vero, hai perso solo la macchina, ma il lavoro c'è. Dovrai andare a parlare con Enrique per chiedergli di aspettare un po' prima di farti ballare ma, fidati, tornerai presto come nuovo», lo rassicuro. Punta le sue iridi azzurre nelle mie, facendosi più vicino al mio corpo.

Sento che ha voglia di me: lo percepisco da come mi mangia con gli occhi. Ha ancora le fasce alle costole, e non credo che un po' di attività fisica possa fargli bene, adesso. «Lionel, non possiamo», sussurro, quando la sua mano si infila sotto la mia maglietta. Mi guarda con occhi spiritati mentre va sempre più giù con le dita, accrescendo in me del calore bruciante. «Lionel...» Mi si spezza la voce. Infila due dita dentro i miei pantaloni, arrivando proprio sopra le mie mutandine. Mi mordo il labbro inferiore, mentre i suoi occhi diventano più scuri di prima. «Non puoi, stai male e hai ancora le garze sul petto», gli ricordo contraria. «Non mi interessa», asserisce serio. Questo l'avevo capito. Ho paura che si possa far male se dovessimo farlo ora... «Lascia perdere tutto, fa finta che queste garze non ci siano», ringhia infastidito. Alzo gli occhi al cielo, decidendo di accontentarlo. 

«Cercherò di non esagerare», lo avviso. Mi tolgo la maglietta, il reggiseno e i pantaloni sotto i suoi occhi famelici, per poi abbassargli i boxer, fino a buttarli sotto il letto. Mi bagno solo con un suo sguardo... Posa la mano buona sul mio sedere coperto dalle mutandine, tirando il bordo verso giù per togliermele. È impaziente il ragazzo. Sogghigno, alzandomi dal letto per togliermi il resto degli indumenti. Quando torno da lui noto che ha già il membro ben eretto, alto e dritto. «Stai sopra», mormora roco. Monto sulle sue gambe, abbassandomi verso il suo volto per lasciargli un bacio leggero sulle labbra, che ben presto, diventa famelico per mano sua.

Ansimo, leccando il suo labbro inferiore per poi abbassarmi sul collo e lasciargli tanti piccoli morsi. Ansima, stringendomi i capelli tra le dita. «Pearl, più giù...» Mi prega, chiudendo gli occhi eccitato. Sogghigno orgogliosa, andando più in basso; gli lascio dei baci sulla clavicola, sul ventre e poi sotto l'ombelico. La mia mano corre a giocare con il suo membro, tirandolo su e giù sotto il suo sguardo esasperato. Vuole che vada dritta al sodo. Sono contenta: prima Lionel non parlava mai durante i nostri momenti intimi, lo faceva di rado per imbarazzo o... forse perché non era nelle sue corde. Ora però è più sciolto, e... si affida completamente a me. Muovo la mano su e giù per il suo membro, vedendolo inarcarsi continuamente. Quando ne ho abbastanza lo infilo direttamente dentro di me, gemendo di piacere insieme a lui. Alzo la testa verso il soffitto, sentendolo grugnire come un animale alle mie movenze lente e docili. Lo faccio di proposito. «Cazzo!» Esclama frustrato, facendomi sogghignare sadica. Mi muovo sinuosa, guardandolo dritto negli occhi a ogni movimento. 

«Se non avessi questi problemi a quest'ora non saresti sopra!» Ringhia, facendomi quasi venire per quel tono imperioso. Continuo a cavalcarlo con lentezza, sentendo la sua mano schiaffeggiarmi il sedere di tanto in tanto. Viene dopo altre quattro stoccate – ormai pieno da una settimana – per poi attirarmi al suo petto e lasciarmi un bacio sulla fronte. Mi strofino contro il suo membro ormai semi-duro, venendo con questi sfregamenti indecenti. Già, non vedo l'ora anch'io che si rimetta.


Angolo autrice:

Big spoiler: IL PASSATO RITORNA!

Pagina Instagram: car_mine01

Un bacio!

Pearl Piotrowsky (The real queen of Poland)On viuen les histories. Descobreix ara