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Pearl

Osservo i soldi sul mio conto, sorridendo come una bambina quando riceve i regali di Natale. È arrivato lo stipendio e i soldi di mia madre! Batto i piedi per terra dalla gioia, percependo lo sguardo affilato di Lionel sulla mia schiena. «Stai facendo il ballo della pioggia per caso?» Mi chiede, usando un tono ironico e sarcastico. Mi volto verso di lui con un sorriso grande quanto una casa, correndo in cucina per fargli vedere i soldi sul mio conto. «Mi è appena arrivato lo stipendio, te ne rendi conto? Sono ancora in fase di shock!» Esclamo, piena di gioia. Alza gli occhi al cielo, non capendo la gravita della situazione. 

È finalmente passato un mese e io ho i miei soldi in tasca, al contrario mio però, Lionel non ha ancora trovato un lavoro e vive sotto il mio tetto. Suonano al campanello, quindi vado ad aprire sapendo benissimo che è Lotty. Apro il portone, puntando lo sguardo sul sacchetto di starbucks con dentro i dolci più buoni del mondo. «Amore mio, non dovevi», ammicco, prendendole il sacchetto dalla mano per ammirarne il contenuto. Vedo tante cose buone qui dentro: un caffè amaro con ghiaccio, due cappuccini, due ciambelle e tre cornetti piccoli con diverse creme. Lotty mi sorride, scuotendo la testa esasperata. «Prego, entra», la invito. Mi supera, sapendo già la strada per la cucina.

Dopo aver chiuso il portone la raggiungo e mi siedo sullo sgabello al bancone. «Queste sono le domeniche che mi piacciono, quelle in cui tu mi porti la colazione, Lotty», le garantisco, passando il caffè ghiacciato al biondino accanto a me. So che è per lui questo, perché di solito non prende mai quello caldo: si mette sempre il ghiaccio a cubetti. Lotty si toglie la borsa a tracolla, ponendola sul tavolo in legno prima di avvicinarsi a noi per fare colazione. «Come va a casa?» Gli chiede Lionel, bevendo un sorso del caffè. Le lancia una lunga occhiata mentre io mi concentro sul cornetto al cioccolato. Sua sorella annuisce, sedendosi sul terzo sgabello. «Mamma è preoccupata per te, ma cerca di non darlo a vedere per via di papà», spiega, bevendo un sorso del suo cappuccino. Immagino, ha praticamente sfrattato di casa suo figlio. Continuo a mangiare il mio cornetto, non mettendomi in mezzo alla loro conversazione: sono questioni di famiglia, io non c'entro nulla. «Dovresti vederla, Lionel», lo scongiura con lo sguardo, la biondina, trovando il disappunto del fratello. «Scordatelo, non ha detto un cazzo quando nostro padre mi ha sbattuto fuori di casa», si impunta, lui. Osservo lo sguardo contrariato di Lotty, capendo che lei vorrebbe la pace dei due uomini di casa. Finisco il cornetto, dedicandomi al cappuccino questa volta. Loro due continuano a discutere, ma io non presto attenzione a nessuno: questa colazione è la migliore di tutte. «Non è vero Pearl?!». Volto il capo di scatto, vedendo l'espressione inferocita di Lotty. 

Di che stavano parlando? Lionel mantiene uno sguardo freddo mentre mi fissa e aspetta una mia risposta. «Cosa?» Tossisco, guardandoli confusa.

Lionel alza gli occhi al cielo e Lotty mi spiega di cosa stavano discutendo. «Stavamo parlando di mia madre e Lionel; ho pensato di farli incontrare qui, a casa tua», marca ogni parola. «Oh, ehm... per me non c'è nessun problema. Dipende tutto da quello che vuole fare tuo fratello», aggiungo. Forse la sorella si aspettava un'altra risposta, ma io non sono nessuno per forzare Lionel a parlare con sua madre: non vorrei nemmeno io che qualcuno lo facesse con me e la mia. Il fratello tira un sospiro di sollievo, ringraziandomi con lo sguardo prima di addentare un pezzo di ciambella. Per fortuna la conversazione termina qui, perciò possiamo tutt'e tre tirare un sospiro di sollievo e goderci questa colazione. Quando si fanno le undici Lotty se ne va, dicendoci di dover andare a comprare alcuni prodotti per il viso. La saluto con un bacio sulla guancia, stando attenta a non farle cadere il capello bianco molto simile a quello dei pescatori. «Ci vediamo domani, ciao», ci saluta, uscendo dal portone per poi richiuderlo alle sue spalle. 

Quando restiamo soli mi dirigo in bagno per togliermi questa maledetta frangia: la trasformerò in un ciuffo, d'altronde ha perso la forma ed è troppo lunga. «Devi fare la spesa oggi?» Mi interrompe Lionel, proprio quando sto lisciando il ciuffo. Ammiro la mia bellezza allo specchio, annuendo impercettibilmente con la testa. «Si, vuoi venire con me?». Strano, di solito non mi chiede neanche se ho fatto la spesa. Si appoggia al muro con la spalla, guardando attentamente i miei capelli lunghi, o almeno credo che mi stia guardando le punte dei capelli... «Si, ma andiamo con la mia perché dovrei parlare con il proprietario di un locale», mi avvisa. Lo guardo corrucciata, aspettandomi più informazioni da parte sua. Non rivela nulla, ma sogghigna, staccandosi dal muro per ritornare in soggiorno. Dopo qualche minuto lo raggiungo, chiedendogli se abbia trovato lavoro. Perché ha questa espressione così fiera e divertita? «Penso di si. Sei curiosa di scoprire cosa farò vero?» Mi pungola, sapendo benissimo la risposta. Mi siedo accanto a lui sul divano, annuendo con un sorrisetto sulle labbra. «Smettila di fare il mistico e dimmelo», sbuffo, poggiando il mento sul ginocchio. «Spogliarello», sputa fuori. Resto basita e con la bocca aperta. Cos'ho appena sentito? Scoppia a ridere a quella mia reazione mentre io sono sotto shock. «Fai sul serio? Cioè il tuo obiettivo sarà scuotere il sedere e fare twerking?». Assottiglia gli occhi, dicendomi che sono fuori di testa. «Dovrò spogliarmi e danzare attorno a un palo, credo. E poi il mio vero obiettivo è quello di togliere molte mutandine, se sai cosa intendo», ammicca languido, alzando un sopracciglio. Non lo prendo neanche seriamente, anche se, una remota parte di me pensa che farà un ottimo lavoro come danzatore. «Quanto ti pagano?» Chiedo, sempre più curiosa. 

Non appena apre bocca per poco non ci resto secca. «Tremila dollari», mi informa, tenendo un espressione imperscrutabile. Cosa diavolo ho appena sentito?! Boccheggio incredula. «Tre... tremila dollari? Prendi molto più di me e tu devi strusciarti su un palo e far eccitare le donne, santo cielo! Perché diavolo non è venuta in mente a me quest'idea? A quest'ora avrei quei soldi sul conto!» Sbotto, alzandomi di colpo dal divano. Mi guarda con un sopracciglio alzato, continuando a tenere quel ghigno sul viso. «Per caso cercano una spogliarellista in quel locale?» Domando curiosa.

«È un locale per sole donne, è ovvio che siano tutti uomini quelli che lavorano all'interno», mi spiega scocciato. Sbuffo, non riuscendo a darmi un minimo di pace. «Sei inutile», soffio, assottigliando lo sguardo prima di voltargli le spalle per andare in camera mia. Mezz'ora dopo siamo in ascensore, e io mi sto guardando allo specchio. Sposto il ciuffo dietro l'orecchio, per poi aggiustarmi la camicetta leggera sui polsi. È davvero strano non litigare con Lionel: è come se avessimo messo da parte la nostra rabbia, più o meno. Canticchio la canzone di Vanilla Ice, muovendo i fianchi verso destra e sinistra. Mi metto dietro la schiena di Lionel mentre lui mi fissa con occhi sospettosi e divertiti. «Ice, Ice Baby» Sussurro il ritornello, mettendo le mani sulle sue spalle larghe. 

Non si muove neanche di mezzo centimetro, e questo mi fa pensare che sia un tronco. «Sei rigido, dovresti divertirti di più quando sei con me», arriccio le labbra. Arriviamo al piano terra e io continuo a tenere le mani sulle sue spalle, anche quando usciamo dall'ascensore. «Io sono sempre così, non sono incline a ballare, Pearl», mi informa atono. Scuoto la testa, non credendogli nemmeno un po'. Penso che l'aria di Brooklyn mi faccia bene: ultimamente mi sento serena, una parola che non mi rappresenta per niente. Gli salto sulla schiena, facendolo imprecare come un marinaio. «Andiamo, sbrigati che mi stai facendo perdere tempo», lo picchietto sulla spalla. «Pure? Non solo che ti sto portando!» Si lamenta. Alzo gli occhi al cielo, tenendomi stretta quando scende giù per i gradini. Devo cercare di smuoverlo un po': sembra mio nonno con zero voglia di vivere, e tutto ciò non va bene, non a vent'anni!. 


Angolo Autrice:

Come al solito vi raccomando di seguirmi sulla mia pagina Instagram: Car_mine01

Mi sento molto Favij in questo momento...

Un bacio!

Pearl Piotrowsky (The real queen of Poland)Where stories live. Discover now