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Pearl


Taglio la carne ben cotta con il coltello, passando poi quel piccolo pezzettino sul ketchup. Qui si mangia bene, lo ammetto; ci hanno portato prima degli antipasti piccoli, come per esempio: due piatti di patatine fritte, arancini e bruschette; dopo ci hanno portato le bibite che avevamo richiesto, e infine ci hanno fatto ordinare le specialità del menù. Spero solo che non si prendano un occhio dalla testa quando pagheremo... Osservo la faccia disgustata di Lionel, mirando gli occhi verso la maionese che esce dal suo panino. Non gli piace forse? Mi avvicino, chiedendogli cosa c'è che non va. «Mi disgustano le creme bianche, le salse... mi viene da vomitare», ripudia. Scuote la testa, allontanando il piatto. Mi pulisco la bocca, guardandomi intorno mentre i ragazzi chiacchierano e mangiano i loro panini. «Vuoi fare a cambio con il mio? Ma scusa, non sapevi che c'era la maionese nel panino?» Gli chiedo confusa. «No, forse non l'ho letto», si lamenta, guardando il piatto con dentro l'insalata e l'hamburger. «Mangia la carne, tieni», gli dico, passandogli il mio piatto. Dice che non la vuole, ma per me non fa differenza mangiare il panino o la carne.

 Dopo averlo convinto, giro i piatti e addento un pezzo del suo hamburger. Lotty ci guarda stranita e io finisco di masticare. «C'era la maionese, ma a lui non piace», faccio spallucce. «Vuoi che chiamo il cameriere per farti cambiare il panino?»

Chiede Lotty, rivolgendosi al fratello, che però scuote la testa negativamente. Continuiamo a mangiare, ma ad un tratto Luis mi chiede come si comporta suo fratello a lavoro. «È un bravo ragazzo, un po' sfacciato a volte, ma è comunque educato e sempre disponibile», ammetto. Gli domando il perché di questa domanda e lui sospira, pulendosi la bocca con il fazzoletto. «Ultimamente si comporta in modo strano: sta poco in casa, e la maggior parte del tempo lo passa in giro. Mia madre è preoccupata da questo suo atteggiamento», rivela. Non ho notato nulla di sospetto, ma anche se fosse così non penso che si sia invischiato in qualche strana cerchia. «Forse va in giro con amici», si espone Lotty. «Magari esce con le ragazze, non ti vengono mai in mente queste ipotesi? Ti ricordo che ha sedici anni», lo rimbecca Sven, guardandolo con aria sicura. Luis lo fulmina con gli occhi, lanciandogli il fazzoletto sporco sul petto. «Certo che mi vengono in mente certe idee, razza di coglione. Il punto è che a quest'età si finisce sempre in brutti giri, e noi lo sappiamo bene. Peter è un bravo ragazzo, e non vorrei che facesse il mio stesso sbaglio di un tempo», dichiara Luis. 

Aspetta un attimo... che fossero anche loro nel gruppo di Lionel? Quella disgraziata di Sophie aveva trascinato tutti con sé? Mangio un altro pezzo del mio panino, restando fuori dalla discussione, anche se la cosa non dura a lungo. «Pearl, potresti seguirlo una di queste sere?». Per poco non sputo quello che ho in bocca. Ingoio, guardando stralunata Luis. Perché devo sempre farle io queste cose? «Ma... si accorgerebbe di me subito. Ti ricordo che conosce la mia macchina; quante persone a Brooklyn hanno la Lamborghini?!» Esclamo con veemenza.

«In effetti...» Sussurra Lotty, trovandosi d'accordo con me. «Posso venire a prenderti con la Mustang, d'altronde lui non conosce la mia macchia», esordisce Lionel. Lo fulmino con lo sguardo, beccandomi un pizzicotto sulla coscia. Evito di gridare come una bambina, per poi annuire con il capo e curvare le labbra in un sorriso forzato. «Va bene, andiamo con la tua», sbuffo. «Grazie Pearl, fammi sapere se noti qualcosa di strano, va bene?» Mi chiede Luis, quando annuisco. Ritorno a mangiare il panino, pulendomi di tanto in tanto la bocca con il tovagliolo. Dopo dovrei parlare con Sven, perché forse, e ripeto forse, ho trovato un modo per festeggiare il compleanno dei gemelli. Lionel non direbbe mai che vuole una bella festa, ma dentro di sé la vorrebbe eccome. 

Quando finiamo di mangiare il biondino si offre di pagarmi il pranzo, dato che la scorsa volta non ho comprato niente al centro commerciale. Lo ringrazio, lasciandogli un bacio sulla guancia non appena mi alzo dalla sedia. «Non fare la ruffiana», cantilena, scoccandomi un'occhiata divertita. «Mai», sorrido, guardandolo avvicinarsi al bancone per pagare insieme ai ragazzi. Lotty si avvicina a me e io la guardo con un ghigno. «Che stai facendo a mio fratello? Gli stai proprio facendo il lavaggio del cervello», constata felice. «Niente, credo solo che sia un po' più tranquillo rispetto a prima», faccio spallucce. La mia paura più grande è che ricominci con l'erba a fine mese, proprio quando Enrique lo pagherà. Temo che la mia guardia dovrà restare alta per un bel po' di tempo. «Penso che tra lui e Sophie sia finita, ma non vorrei azzardarmi troppo: non si sa mai con loro», ne dubito.

Sven ha appena finito di pagare, perciò mi scuso un attimo con Lotty e lo raggiungo. «Noi due dobbiamo parlare», avanzo, ponendomi di fronte al suo petto con occhi infuocati. Alza un sopracciglio, osservandomi con espressione annoiata. «Non penso proprio, perciò levati», mi intima, provando a superarmi inutilmente. Metto una mano sul suo petto, fermandolo di colpo. «Stammi bene a sentire, voglio organizzare qualcosa di speciale per i gemelli, perciò tu mi aiuterai. Non accetto un "no" o un "forse"», ringhio a bassa voce, guardandomi intorno con sospetto; Lionel sta pagando e Lotty è occupata a parlare con Luis di fronte al bancone. «Che cosa vorresti fare, sentiamo?» Mi sprona. Gli dico di parlarne fuori e lui mi segue nel giardino. «Ho intenzione di fare una festa per i gemelli, una con i palloncini, la torta e i regali. Il locale non l'ho ancora scelto, ma non è questo il problema. Per quel giorno dovresti portare Lotty al locale, ma soprattutto non devi rivelarle niente. Dovrà essere tutto una sorpresa», specifico, alzando le sopracciglia per fargli capire quanto ci tenga alla festa. Si lecca il labbro inferiore, grattandosi il mento privo di barba. «D'accordo, ma avrò bisogno del tuo numero per avere tutte le informazioni». Annuisco, prendendo il cellulare dalla borsetta. Gli detto il contatto e poi mi fa uno squillo, in modo da potermi salvare il suo. Non appena finiamo la procedura, i ragazzi escono dal locale ridendo. 

Tutto bene, nessuno si è accorto di niente. «Eccovi qui, ma dove eravate?» Sorride Lotty, passando lo sguardo da me a Sven. «Avete chiarito?» Domanda Lionel, assottigliando gli occhi. Mi volto verso Sven, intimandogli di rispondere. «Si», risponde con un sorriso finto. Bene, ora si che si ragiona.


Angolo autrice:

Pagina Instagram: Car_mine01

Un bacio!

Pearl Piotrowsky (The real queen of Poland)Where stories live. Discover now