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Pearl


«Ho avuto una splendida idea!» Sorride Lotty, guardandoci con aria entusiasta mentre Sven e Luis mangiano le ciambelle. «Vorresti che andassimo a cena tutti insieme?» Le chiede Lionel, mentre io bevo un sorso del mio cappuccino. «Si, andiamo al "Old Road", è una sorta di locale vecchio stile dove si cucina la carne e gli hamburger; ci sono di tutti i tipi, da quelli più classici a quelli più elaborati con delle creme e salse speciali», ci informa Lotty. Sento già i kili in più nel mio stomaco... Il mio sguardo finisce in quello di Sven, che non appena alza il capo, mi nota e mi scocca un'occhiataccia. Mi guarda con occhio accusatore, come se avessi le colpe di tutto il mondo: ha iniziato lui col dire che Lotty è troppo piccola per uscire con i ragazzi, mostrando una certa gelosia nei suoi confronti. Poi però, piuttosto che farle capire che è davvero interessato cosa fa? Bacia l'amica di Sophie! Insomma, sapevo già che avesse tanti problemi mentali, ma non cosi tanti! «Andiamo, potremmo andarci, no?» Propone Lotty, guardandoci uno ad uno. Sven risponde con un "si" annoiato; Lionel fa un cenno del capo, e Luis dà la stessa risposta di Sven. «Pearl?» Mi chiama Lotty, cercando una risposta. La guardo, sentendo gli occhi di Lionel addosso. «Si, ma prima devo cambiarmi», li avverto. Ci mettiamo d'accordo per vederci verso le undici, e nel frattempo mi godo la mia colazione.

«Non hai ancora chiarito con Sven, non è vero?» Suppone, il mio amico biondino. Addento un pezzo di cornetto, facendo un'espressione innocente. «Perché pensi questo?» Chiedo curiosa, anche se ha ragione. Mi osserva con sufficienza, guardandomi con un espressione del tipo: "mi prendi in giro"? Alzo gli occhi al cielo, pulendomi la bocca. «Si, è vero. Non abbiamo fatto pace, ma a mia discolpa, ho ragione io», mi indico, abbastanza fiera. Si alza dallo sgabello, proseguendo verso il frigo. «Quando mai non hai ragione tu». 

Sbaglio, o il suo era un tono bisbetico? «Infatti, ho sempre ragione io. Comunque, non so se tu lo sai, ma lascia che ti dia una piccola svegliata: Sven pensa che tua sorella sia troppo piccola per uscire con i ragazzi, ma ha quasi vent'anni e non penso che abbia bisogno dell'approvazione del paparino», sbuffo contraria. Si volta per guardarmi, curvando le labbra in un sorrisetto divertito. «Ha una cotta per mia sorella da anni, ma non ci prova mai per paura che lei sia troppo per uno come lui», storce il naso, aprendo l'anta del frigo. Mi alzo dallo sgabello, guardandolo con un misto di orgoglio e divertimento. «Lo sapevi già? E perché diavolo non l'hai mai rassicurato?». Mi sembra assurdo che non abbia fatto nulla per fargli cambiare idea, o semplicemente per smuoverlo dalla sua confort zone. Fa spallucce, bevendo un sorso del suo caffè ghiacciato dal termos. «Non devo essere io a dirgli come comportarsi, ma deve pensarci da solo. Per com'è adesso, non lo spingerei verso mia sorella», asserisce. Intende forse dire che al momento è troppo arrogante e donnaiolo per stare con Lotty? Perché se è così approvo.

Chiudiamo il discorso e poi vado a farmi una doccia veloce. Dopo essermi sciacquata e insaponata per bene, alla fine esco dal box e mi asciugo i capelli. Finisco per legarli in una coda alta e stretta, lasciando due ciocche mosse sulle guance. Fischietto fino alla camera, beccando Lionel di fronte al suo armadio, che cerca qualcosa da mettersi per l'uscita. Dato che sua sorella ha portato un armadio a due ante nel mio appartamento ho dovuto porlo dall'altra parte della parete, a destra, dove ho spostato anche la poltrona per fare più spazio accanto al letto. Se soltanto avessi la camera più grande non sarebbe difficile trovare degli spazi liberi! «Quand'è il vostro compleanno?» Mi sorge questo dubbio. 

Siamo ad ottobre inoltrato, e ancora non so il giorno del compleanno dei gemelli. «Il venti», rivela, guardandosi allo specchio con in mano una camicia nera in lino leggero. Oggi ne abbiamo quindici, no? Sgrano gli occhi, correndo verso il calendario in cucina per controllare la data. Schiudo la bocca, rendendomi conto solo adesso che tra cinque giorni esatti sarà il loro compleanno! Corro di nuovo in camera, ricevendo uno sguardo d'ammonimento. «Sei fuori di testa o cosa?» Mi domanda, alzando un sopracciglio. «E non fate nulla? Avanti, sono i vostri vent'anni non potete starvene a mani nude! Dovete festeggiare e combinare danni», batto le mani euforica mentre mi ignora. «Venerdì lavoro». Cavolo, me l'ero proprio dimenticata. Non sembra per niente contento del suo compleanno, anzi, mi sembra di guardare un involucro vuoto. In America non festeggiano allo stesso modo? Non capisco. Prende un pantalone nero strappato e poi butta la camicia sul letto, optando per una maglietta bianca e attillata.

Lo guardo andare in bagno a cambiarsi, parecchio confusa da questo suo atteggiamento. Scuoto la testa e mi concentro soltanto sui vestiti da scegliere, tra i quali opto per un pantalone morbido color senape e un top bianco con maniche a sbuffo lunghe fino ai gomiti. Canticchio una canzone mentre infilo i tacchi a spillo bianchi, muovendo i fianchi a tempo di una canzone pop. Dopo aver aspettato che Lionel si vestisse, finalmente entro in bagno e mi trucco con un po' di fard e eyeliner; infine, ma solo alla fine, passo un rossetto color nude sulle labbra. «Ora possiamo andare!» Dico, sogghignando mentre mi ammiro allo specchio.

  Prendiamo la Lamborghini questa volta, per la gioia di Lionel, che a volte si secca guidare. Metto la retromarcia, uscendo dal parcheggio con una manovra perfetta. Il biondino tocca la radio durante il tragitto, mettendo per la prima volta una canzone che piace anche a me. Sorrido, aumentando di velocità quando tocca a me avere il diritto di precedenza. Svolto in una stradina secondaria, chiedendogli dove devo andare. «Ci dobbiamo incontrare prima dell'incrocio», mi avvisa, mandando un messaggio a Lotty sul telefono. Dopo qualche minuto vedo la macchina di Luis di fronte un negozio di alimentari, perciò metto gli abbaglianti e lui alza lo sguardo verso lo specchietto. Pochi secondi dopo parte, e io lo seguo, inconsapevole di dove sia questo posto. «Al ritorno la guido io», mi intima il biondo. Scoppio a ridere, dicendogli che se lo può sognare. Litighiamo per la durata del tragitto, ribattendo entrambi le nostre tesi. «So guidare Pearl. Mi hai persino visto alla guida!» Esclama contrariato. Annuisco, leccandomi il labbro inferiore.

«È proprio perché ti ho visto alla guida che non te la do», sorrido falsamente. Assottiglia gli occhi, realmente infastidito dalla mia battuta. «Io guido bene, non dire cazzate», mi punta il dito contro. Lo ignoro, sentendolo lamentarsi e darmi almeno dieci spiegazioni sul perché dovrei dargli l'auto. Quando Arriviamo al locale emano un forte sospiro di sollievo, togliendo le chiavi dal nottolino mentre Lionel mi manda al diavolo. Osservo il locale in pietra e con un parcheggio fatto di pietre piccole. Certo, con questi tacchi come cammino? «È bello, vero?» Domanda Lotty, togliendosi gli occhiali da sole dalla fronte. Viene a darmi una mano, dicendomi di appoggiarmi al suo braccio. Lei indossa una tutina glicine e delle scarpe basse, quindi è molto più stabile di me. «Si, e spero di vederlo prima di uccidermi», ridacchio nervosa, stando attenta a dove metto i piedi. Sven mi squadra con occhio cinico, sistemandosi la sua giacca grigio topo. 

«La prossima volta, piuttosto che fare la reginetta potresti indossare delle scarpe comuni», mi snobba. Lionel lo lincia con lo sguardo, mimandogli di smetterla e di non fare scenate. Mi fermo, guardandolo con espressione gelida. «A uomini piccoli, cose semplici. A donne grandi, cose complesse», sorrido cattiva. Mi fissa con odio e mi insulta a bassa voce, tuttavia Luis lo raggiunge dicendogli di piantarla con queste offese. Sento che questa cena può andare in due modi: o gli faccio fare una figuraccia davanti a tutti, oppure finisce con me che sto in silenzio e calma. Ma, d'altronde lo sappiamo tutti che il silenzio non fa per me. 


Angolo Autrice:

Pagina Instagram: car_mine01

Un bacio!

Pearl Piotrowsky (The real queen of Poland)जहाँ कहानियाँ रहती हैं। अभी खोजें