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Pearl


Riapro gli occhi, sentendo il mio telefono vibrare sul tavolino di fronte al divano. Sono le cinque del pomeriggio, chi è che si permette di chiamarmi a quest'ora? Sbuffo, aprendo gli occhi pigramente. Prendo il cellulare, rispondendo senza neanche guardare il contatto. «Pronto?» Mi schiarisco la voce. Ultimamente mi sembra di essere un centralino. «Ehi, ti ho svegliata?» Mi domanda Lotty mentre mi giro di schiena sul tessuto morbido del sofà. «Stavo facendo un sonnellino di... due ore», commento, spostandomi un ciuffo dalla fronte. Scoppia a ridere, dicendomi che i sonnellini non durano poi così tanto. «Ti va di venire a casa mia più tardi?» Mi chiede. «Per le sei vengo da te», annuisco. Mi alzo dal divano mentre inizia a parlarmi di suo fratello. «Mio padre e mio fratello non fanno altro che litigare da ieri». Cosa? Sarà perché Lotty ha inventato la balla che lui era con me? «Sul serio?» Tossisco, camminando fino al frigo per prendermi la bottiglietta d'acqua. «Si, non gli va bene il fatto che se ne sia andato dalla festa. Mio padre è un tipo piuttosto severo quando si tratta del suo lavoro, e vorrebbe tanto che mio fratello seguisse le sue orme». 

Hm, mi ricorda qualcuno... «E Lionel non vuole presumo», finisco per lei, sentendo un "esatto" da parte sua. «Ora devo andare perché mi sta chiamando mia madre. Ci vediamo dopo», mi saluta. Ricambio e poi chiudo la telefonata.

Dopo aver bevuto almeno mezza bottiglietta d'acqua vado in bagno. Mi faccio una doccia veloce ma non mi lavo i capelli perché li copro con una cuffietta. Dopo essermi insaponata e sciacquata di nuovo, esco dal box doccia e mi asciugo. Circa venti minuti dopo sono già vestita e pronta per uscire. Indosso un top in pizzo nero mentre sotto porto dei jeans dello stesso colore a palloncino, con dei tagli sulle ginocchia. Mi infilo i tacchi a spillo e poi prendo la borsa sulla scrivania di fronte alla finestra. 

Mezz'ora dopo sono in macchina che mi ascolto qualche canzone alla radio. Il mio telefono squilla per l'ennesima volta, quindi lo prendo e metto il vivavoce senza neanche controllare chi mi stia chiamando. «Pearl, certo che se non ti chiamo io, tu neanche mi calcoli!» Si lamenta Corinne. Alzo gli occhi al cielo, svoltando a destra. «Tra lavoro, studio e uscite il mio telefono lo tocco di rado sorellina», l'apostrofo. «Uh, ora sei una donna impegnata. Come va all'università?». Le rispondo che tutto sommato va bene, anche se ogni tanto vengo rimproverata dai professori. «Mi sto comportando decentemente per adesso», soffio, suonando ad una cretina che mi taglia la strada. Non sanno guidare a Brooklyn! Mia sorella mi chiede che succede ma io le rispondo che una vecchia mi ha tagliato la strada mentre passavo. «Non è la prima volta che provano a fare le furbe queste pensionate» mi lamento, sentendola ridere al telefono. «Brooklyn non è Varsavia». Oh, questo lo so bene. «Tutto sommato non è male qui, ho incontrato delle brave persone», ammetto, intravedendo il viale dei Beverly. «Sono contenta per te allora».

Annuisco anche se non può vedermi e poi rallento, vedendo il cancello della villa aprirsi. «Ora devo andare, ci sentiamo più tardi», le dico. «D'accordo, ma chiamami tu», mi intima. Sorrido, parcheggiando la macchina dietro quella di Lionel. «Si, ciao», chiudo la chiamata subito dopo di lei. Finisco la manovra, togliendo poi le chiavi dal nottolino. Ben presto scendo dalla macchina e la chiudo con il telecomando. Il portone di casa si apre, e da lì spunta Lotty che mi incita a seguirla. «Avevi così tanta voglia di vedermi?» Sogghigno mentre lei alza gli occhi al cielo stremata dal mio atteggiamento sicuro. «Smettila ed entra». Metto il broncio a quella sua risposta, ma lascio che mi trascini dentro. 

Osservo il soggiorno non più addobbato ma perfettamente pulito e poi la seguo in cucina. «Vieni, la cuoca ci ha preparato una bella torta al cioccolato e cocco». Mi lecco il labbro inferiore, già pronta per assaggiare una tale bontà. Entriamo sotto l'arco e una signora in carne e con due guance rosse ci sorride con dolcezza. «Buonasera, vi ho preparato lo spuntino», ci indica due piatti: uno con la torta e l'altro con dei muffin. «No, hai preparato direttamente la cena», sorrido cordiale alla signora. «Ma no, però se volete posso prepararvi anche quella», ci avvisa. Lotty le dice che non ce né bisogno e io mi siedo sullo sgabello per assaggiare quella bontà. Prendo il piattino e la forchetta, adocchiando un pezzo già tagliato. «Lei non mangia?» Domando alla dolce cuoca. Alza le mani, scuotendo la testa con vigore. «No, non posso mangiare troppi zuccheri», arrossisce. Annuisco, perché presumo che abbia il diabete.

Pearl Piotrowsky (The real queen of Poland)Where stories live. Discover now