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Pearl


Cosa diavolo mi è passato in testa? Mi stavo quasi per fare il fratello di Lotty! Maledizione, sono una pessima amica. Sbuffo, rigirandomi più volte nel letto in cerca di pace. Il tintinnio delle chiavi mi riporta al presente, facendomi dedurre che il biondino sia tornato. Chiudo gli occhi di colpo, facendo finta che io sia più morta che viva. Se mia madre fosse qui mi direbbe che ho avuto un comportamento inappropriato e che sono stata un imbecille ad aver fatto quello che ho fatto, ovvero: sedurlo. Arriva in camera ma io non lo vedo in volto, poiché sono girata di spalle e con le palpebre abbassate. Sento che posa la giacca sulla poltrona come al suo solito, togliendosi anche le scarpe per buttarle da qualche parte. «So che sei sveglia», mi scopre, facendomi corrugare la fronte confusa. 

Come l'ha scoperto? Scosta le coperte senza ricevere risposta e io butto un enorme sospiro fuori dalla bocca. «Ho sbagliato, dimentica quello che hai visto, grazie», parlo come se avessi una voce robotica già installata nel mio corpo. Mi volto per guardarlo e fargli capire quanto in realtà mi senta in colpa. Mi fissa con occhi un po' stanchi e penetranti, ma apre comunque bocca. «Parli come se avessi ucciso una persona, ma ti ricordo che in realtà eravamo solo noi due in uno stanzino, magari un po' incazzati e un po'... eccitati», trova le parole giuste, leggermente impacciato. Lo guardo con aria supponente, sbuffando quando mi lancia un'occhiataccia.

«Sei il fratello gemello di Lotty, non posso buttarmi addosso a te quando mi pare! Cioè, potrei... ma non voglio. Andrebbe contro l'etica dell'amicizia tra ragazze», annuisco, mentre lui mi guarda sempre più perplesso. «Ma ti senti?» Domanda seccato, curvando le labbra verso il basso. Prendo il cuscino e lo picchio, dandoglielo almeno tre volte in testa sotto le sue imprecazioni. «Non capisci la gravità della situazione?» Sbotto. Stacco il cuscino quando mi ribalta sul letto, sdraiandosi sopra di me; intrappola le mie cosce con le sue guardandomi con espressione minacciosa e seria. «È successo e basta, smettila di farne una tragedia. Magari eri anche ubriaca e...» Non lo lascio finire, «no, non lo ero», ammetto. Mi trucida con lo sguardo, scuotendo la testa esasperato. «Possiamo dimenticare l'accaduto e tornare come prima, perché devi essere così drammatica?». È una domanda retorica la sua, vero? «E poi, non so se te lo ricordi ma, non ti ho allontanata», precisa. Questo vuol dire che gli è piaciuto? Ma certo che è cosi! Insomma, stiamo parlando di me qui! Chiudo gli occhi esasperata, annuendo con il capo per fargli capire che mi va bene questa versione. 

«Faremo finta che non sia successo niente», parlo, riaprendo gli occhi non appena sento il suo peso mancare. «Si, ora lasciami dormire», sbuffa, poggiandosi distrutto contro il materasso. Lo guardo addormentarsi alla velocità della luce, provando a dormire anche io senza sognare due occhi azzurri famelici e pronti per divorarmi. Il giorno dopo, la domenica, mi alzo con la lentezza di un opossum e vago per la cucina mezza addormentata, pronta per preparare la colazione. Ora che ci penso meglio, dovrebbe venire Lotty a portare qualcosa da mangiare: ormai è la nostra tradizione questa.

Sbadiglio, aprendo il frigo per prendere il termos con il caffè ghiacciato, e versarmelo in una tazza. Ricevo una chiamata sul telefono, perciò mi volto verso il bancone e mi appresto a rispondere. «Si?» Dico, schiarendomi subito la voce. Ma come diavolo rispondo al cellulare? Non è mica un portone! «Come al solito ti scordi di chiamare, Pearl», mi ammonisce Corinne. Sorrido, poggiandomi con i gomiti sulla lastra in marmo. «Scusa, hai ragione», soffio, sentendola tossire dall'altra parte della cornetta. «Mi hai appena chiesto scusa? Ma che hai bevuto? Ti ricordo che sono soltanto le dieci del mattino da te», boccheggia sconvolta. Ripenso a quello che ho appena detto, sbiancando come un lenzuolo. Io non chiedo mai scusa, neanche se ho torto marcio, ma adesso l'ho appena fatto! Schiudo la bocca esterrefatta. «Non può essere. Questi americani mi stanno friggendo il cervello», esclamo iraconda. Scoppia a ridere proprio quando Lionel entra in cucina solo con dei boxer neri addosso. 

Mi fissa come se avessi tre teste, chiedendomi chi è al telefono con voce rauca. «Mia sorella», mimo. «Con chi parli?» Mi domanda quest'ultima, facendomi alzare gli occhi al cielo. Non le si può nascondere niente, eh. Ci penso un attimo su prima di aprire bocca: non vorrei che andasse a dire qualcosa a Iwona. Lionel mi guarda mentre beve un sorso di caffè, corrugando la fronte interessato. «Ehm... nessuno, era la televisione», sogghigno, dandomi il cinque mentalmente per la furbizia. «Va bene, allora ti lascio fare colazione», sbadiglia, facendomi tirare un sospiro di sollievo. «Bene, allora ci sentiamo», concludo la chiamata, sentendola ricambiare il saluto.

«La televisione, sul serio?» Mi sfotte Lionel, beccandosi una mia occhiataccia. Non è il momento di fare spirito. «Se mia sorella ti sentisse sarebbe la fine, e sai perché? Perché non sa mantenere i segreti e se mia madre scoprisse che vivi da me verrebbe qui immediatamente», gli comunico, indicando il pavimento con il dito. Alza un sopracciglio, bevendo un altro sorso di caffè. «Ma non sei la sorella maggiore? Non dovrebbero temerti o qualcosa del genere?» Pone questa domanda idiota. «Corinne mi adora, è l'altra il problema. Mia sorella Iwona mi ha sempre invidiata, infatti litighiamo spesso», faccio spallucce. «Invidiata per cosa?» Corruga la fronte. Oggi è parecchio curioso questo ragazzo... «I miei genitori si sono sempre preoccupati per me, e... diciamo che catturavo spesso l'attenzione di entrambi. Forse è per questo che non mi può vedere lei», rimugino ad alta voce. 

Mi sembra l'unica opzione plausibile: ho combinato marachelle fin dalla tenera età, ma al contrario di Corinne, Iwona si è sempre infastidita per qualunque cosa facessi. D'improvviso suonano alla porta, ridestandomi dai pensieri, perciò dico a Lionel di andare ad aprire perché io ho urgenza di andare in bagno. Spero vivamente che Lotty abbia portato i cornetti alla crema di nocciole... sono i più buoni. Quando sento la voce di Luis e Sven per poco non impreco come un marinaio. Ma stiamo scherzando? Avevo richiesto dei dolci, non la carica dei cento e uno! Mi chiudo dentro il bagno per fare i miei bisogni, sentendo delle risate dall'altra parte del corridoio. E io che volevo una domenica normale...


Angolo Autrice:

E voi lo vorreste Sven con Lotty?

Pagina Instagram: Car_mine01

Un bacio!

Pearl Piotrowsky (The real queen of Poland)Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz