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Pearl


«Una cena?» Mi chiede sorpresa Blanca, stoppandosi un attimo dal pulire il pavimento. «Si, sarà il compleanno dei miei amici e in realtà sto organizzando una festa a sorpresa, sarebbe carino se veniste anche voi, dato che state preparando la torta» faccio spallucce. Ci pensa un attimo su e poi mi dice che prima ne parlerà con suo marito. Spero vivamente che vengano perché mi hanno accontentata facendo una torta di tre piani, perfetta per i gemelli. Ritorno a lavorare, occupandomi dei vari clienti che passano di tanto in tanto per ordinare un caffè. Finisco di mettere i soldi in cassa e poi mi volto per guardare Peter. Soltanto adesso mi viene in mente che stasera dovremmo seguirlo io e Lionel: Luis è preoccupato e se seguire un sedicenne di sera può tranquillizzarlo noi lo faremo senza problemi. Sospiro, mettendo nella cassa gli ultimi dollari rimasti per poi andare in camerino a cambiarmi. Qualche minuto dopo saluto Blanca, che è ancora in cucina a sistemare le ultime cose, e poi esco dal bar, nascondendomi dietro l'angolo. Peter è appena uscito e non sembra per niente sospetto, quindi mi guardo intorno e cerco l'auto di Lionel. Quando mi accorgo di essere rimasta completamente sola perché il sedicenne se n'è andato, vengo abbagliata da due fari, quindi mi volto e scocco un'occhiataccia a Lionel che sogghigna dietro il vetro del parabrezza.

Sbuffo, raggiungendolo in auto con una certa fretta. «Sei un cretino, puoi spegnerli almeno?» Mi riferisco agli abbaglianti. «No, che non posso. Devo ricordarti che sono le otto di sera?» Obietta, beccandosi un pizzicotto sul braccio. Impreca, continuando a insultarmi mentre guida l'auto per tutto il viale. Peter ha fatto questa strada prima, perciò deve essere nei paraggi. «Hai visto che veniva qui?» Mi chiede, facendomi annuire. Rallenta per il viale pieno di villette benestanti, e io mi guardo intorno, alla ricerca di quella bicicletta rosso ruggine. Facciamo altri due giri dell'isolato, ma di Peter nessuna traccia. Di certo facciamo schifo come guardie... «Non penso sia qui, non c'è. 

È da venti minuti che giriamo intorno», Dubita. «Senti, io non volevo neanche essere in messa in mezzo a questa storia, ma ormai ci sono dentro e quindi ballo. Se Luis è preoccupato dovremmo cercare di fare qualcosa di decente almeno!» Esclamo. Mi guarda sorpreso, ma stranamente non ribatte nulla di inopportuno. Spegne un attimo gli abbaglianti e di colpo si apre il portone della penultima casa. Gli faccio cenno di farsi un po' più avanti perché siamo troppo lontani, e quando compiamo qualche altro metro, si ferma. Assottiglio gli occhi, sogghignando divertita alla vista di Peter con una ragazzina. «Lo sapevo che era per una ragazza», mi compiaccio. Lionel guarda la scena, osservando come i due ragazzini si diano dei teneri abbracci. «Già, peccato che quella ragazzina è venuta al Devil Night la scorsa settimana», esordisce. Strabuzzo gli occhi, fissandolo con un misto di shock e sgomento. Che diavolo ci faceva una ragazzina di sedici anni al Devil Night?

«Sul serio? Ma, non è un po' troppo piccola?» Gracchio, mentre lui gira la chiave e fa retromarcia. «Si, infatti l'hanno buttata fuori. Enrique è professionale e non permette alle ragazze troppo piccole di entrarci. La teppistella aveva dei documenti falsi, e non oso immaginare dove li ha presi», scuote la testa. Assurdo, le ragazzine di questi tempi sono super sveglie. Una vocina nella mia testa mi ricorda che io ero anche peggio, ma ovviamente l'accantono. Quando rientriamo in appartamento vado a farmi una doccia e dopo essermi asciugata corro in camera per mettermi il pigiama. Ormai Lionel sa i miei orari, quindi non si azzarda neanche ad avvicinarsi al corridoio quando rientro da lavoro o dall'università. Indosso il pigiama bianco e poi cammino a piedi nudi fino alla cucina. «Lionel, che mangiamo?» Gli chiedo, aprendo il frigo senza ricevere alcuna risposta. Potrei fare un po' di carne nel frattempo che lui chatta al cellulare. «Ho scritto a Luis quello che abbiamo visto, e dice che ora è più tranquillo», mi informa, avvicinandosi al lavabo dove sto lavando le fettine di carne rossa. Annuisco e poi mi metto a cucinare come tutti i giorni, ma questa volta, stranamente, mi aiuta. 

Apparecchia la tavola, poi mette i piatti e tutto il resto. Lotty è più abituata a pulire rispetto a suo fratello, che invece è uno scansafatiche: non cucina, non stira, non pulisce a terra... insomma, è esattamente come me prima di venire a vivere da sola. Mi concentro sulla cottura della carne, girandola di tanto in tanto per controllare che sia cotta. «Sei eccitato per il tuo compleanno?» Gli chiedo, quanto per curiosità. Mi affianca, scoccandomi un'occhiata sospettosa. «Ti sei fissata con questo compleanno, vero?» Deduce, mentre io sorrido con innocenza.

Mi fissa con aria seria, scuotendo la testa con aria impenetrabile. «Questo sguardo innocente non ti dona», mi becca, tirandomi una ciocca di capelli. «Andiamo, dovresti essere un po' contento almeno. Sono i tuoi vent'anni Lionel, puoi smetterla di fare il vecchio pensionato per un minuto?» Sbotto esasperata, guardandolo quando spegne il gas e poi mi fissa con aria di sufficienza. «Nessuna ragazza mi ha mai detto che sembro un vecchio pensionato, neanche a letto», afferma, squadrandomi da capo a piedi con espressione solenne. Mi fa piacere che sia così sicuro di sé, nonostante sia un vero cazzone. «Le ragazze con cui esci sono tutte pazze. Lo conferma Sophie», gli regalo un sorrisetto finto. Si morde il labbro inferiore, particolarmente divertito dal nostro "battibecco". Mi fa piacere vederlo così spensierato: una volta era intrattabile, mentre ora... sembra stare meglio. 

So anche che non tocca più droga, perché se così fosse avrebbe dei tremolii e un colore pallido, insomma, me ne accorgerei se ci fosse ricascato. Ben presto andiamo a tavola, ma di tanto in tanto sento il suo sguardo addosso che mi rende inqueta. «Ieri sei praticamente scappata dalla nostra conversazione, perché?». Chiudo per un attimo gli occhi, pregando tutti i santi pur di farmi sparire da qui. Non mi piace toccare l'argomento ex. «Era finita, tutto qui», evito di guardarlo in volto e addento un pezzo di carne. «Non è vero, te ne sei andata e basta», continua, curioso di saper qualcosa in più. «Non voglio parlarne, per favore», lo prego, ma sarebbe più un avvertimento il mio. Forse capisce che non è un tasto da toccare, perché di colpo sospira leggermente frustrato e torna a mangiare lasciandomi in pace. Payton è off limits, intoccabile per chiunque. Pure per lui.


Angolo Autrice:

Pagina Instagram: Car_mine01

Un bacio!

Pearl Piotrowsky (The real queen of Poland)Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum