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Pearl

«Pearl, mi stai seriamente facendo indossare la camicia e la cravatta per questo incontro?» domanda scorbutico, Lionel. Annuisco distrattamente, stringendo meglio il nodo sul suo collo. A mia madre piacciono gli uomini ben vestiti, eleganti e di una certa classe; e questo Lionel dovrebbe saperlo bene, dato che proviene da una famiglia ricca. «Senza offesa, ma non puoi stare in tuta e calzini» sbuffo, finendo di sistemarlo. Mi trucida con lo sguardo per poi darsi una rapida occhiata allo specchio dietro di me. 

Ovviamente anche io sono vestita di tutto punto, nonostante sia a casa mia indosso un vestito nero in raso, lungo e con una scollatura dritta che non mette molto in evidenza. Ai piedi invece, porto dei sandali alti del medesimo colore. Ci guardiamo entrambi allo specchio, squadrandoci da capo a piedi con attenzione. «Posso toglierti il vestito?» domanda, ammirandomi con occhio malizioso. Scuoto la testa, regalandogli un sorrisetto divertito per poi lasciarlo solo in camera. Dopo circa mezz'ora suonano al campanello. 

Prendo un profondo respiro, provando a calmare i nervi tesi prima di avanzare. Esco dalla cucina, da dove proviene un odore di pollo arrosto e patate, per poi andare ad aprire. Giro la maniglia, alzando il capo non appena mi trovo davanti quattro figure: mia madre – con sguardo omicida in volto – Iwona – con un sorrisetto scaltro – Corinne – con un sorriso – e infine Teodora – che non sa neanche perché è qui.

«Devi darmi delle spiegazioni, non credi?» incrocia le braccia al petto mia madre. Le sorrido non nervosismo, spostandomi i capelli dietro la schiena. Le scarpe eleganti di Lionel entrano a contatto con il pavimento del salotto, facendo voltare lo sguardo a tutte le donne di fronte a me. Sogghigno mentalmente. Sto vincendo alla lotteria con lui.

 Mi volto, guardando il magnifico ragazzo davanti a me; Lionel indossa una camicia bianca ben stirata e un paio di pantaloni sartoriali con le bretelle che lo fanno sembrare Leonardo Di Caprio in Titanic; i capelli lisci e portati all'indietro mettono in evidenza il suo volto privo di barba, dandogli un'aria elegante e accattivante allo stesso tempo. Scommetto che ora mia madre non sia così arrabbiata con la sottoscritta... «Salve, voi dovreste essere la madre di Pearl, giusto?» si presenta, arrivando al mio fianco con aria imponente. Lo faccio passare, gustandomi lo sguardo scioccato di mia madre. «Sì... sono Anna, sua madre... e tu?» balbetta. Lionel le bacia la mano, facendola avvampare come una scolaretta. L'ho istruito bene. «Mi chiamo Lionel, ed è un piacere incontrarla» risponde, sorridendole con classe. Mia madre arrossisce, passandosi una mano sul collo con imbarazzo. Invito tutte a entrare in casa e, quando le porte si chiudono, Corinne mi si avvicina con gli occhi fuori dalle orbite: «Dove diavolo l'hai trovato uno così?» mormora, facendomi sogghignare. «Al college» rispondo. Mi volto, trovando Lionel in compagnia di Iwona – che è letteralmente senza parole. «La somiglianza con tua sorella è davvero notevole» constata lui. «Ragazza, hai preso un biglietto di sola andata per Disneyland con questo giovanotto» sussurra al mio orecchio Teodora.

Dopo averle fatte accomodare sul divano e sulle poltrone porto un piatto di stuzzichini che poi poggio sul tavolo in vetro, in modo da non scomodarli. «Allora... voi due siete fidanzati?» domanda curiosa mia madre, mangiando un'oliva con lo stuzzichino e il tovagliolo. Lionel mi scocca una lunga occhiata, chiedendomi di confermare la nostra versione. «In realtà no: Io e Pearl ci siamo conosciuti al college, e per cause di forza maggiore non ho trovato più un posto dove stare; lei è stata gentile e mi ha ospitato qui» spiega. Annuisco, mettendo una mano sul suo ginocchio per conforto. Corinne nota il gesto, sorridendomi con sguardo ammiccante. «Oh, quindi non siete fidanzati, ma amici?» corruga la fronte Teodora, proprio come mia madre. Annuisco. «Andiamo d'accordo, poi mi aiuta anche con l'affitto e le spese.» Mi ascoltano con attenzione, tuttavia chi mi preoccupa di più è mia madre: quest'ultima mi fissa con aria sospetta. «Lionel, tua madre sa che abiti con mia figlia? Non sarebbe opportuno tutto questo senza il consenso dei tuoi genitori» normalizza. Mia madre è piuttosto rigida su certe regole della società: è vecchio stampo, una di quelle donne che preferiscono mettere in primo piano il rispetto piuttosto che i sentimenti. Nonostante sia adulta, per lei ci vuole comunque il consenso per tutto. «Mia madre lo sa, va anche piuttosto d'accordo con Pearl» dichiara. La sua risposta la tranquillizza, perciò non pone più domande. 

Pochi minuti dopo li invito a pranzare con noi in cucina ma, nel frattempo che loro chiacchierano con Lionel, mi alzo per apparecchiare e mettere in tavola i piatti.

Una volta seduti, il mio sguardo cade sul biondo – che però sembra piuttosto tranquillo in loro presenza. Mi fa piacere che non si trovi a disagio; quando stavo con Payton la mia famiglia lo terrorizzava, infatti non veniva mai a casa mia per paura di un loro giudizio. «Che lavoro fai, Lionel?» chiede mia madre, continuando a torchiarlo. Ecco, come non detto. Io e lui ci scambiamo una lunga occhiata. «Lavoro in un locale notturno, mi occupo di intrattenimento» mente, facendomi sospirare di sollievo. Mi sembra di essere tornata al liceo, a quando mia madre dettava legge su tutto. «Che tipo di intrattenimento?» domanda con innocenza Corinne. Questa è la prima volta in cui vorrei tirarla dai capelli e farle fare il giro della casa. «Mi occupo delle clienti, le faccio accomodare e le servo» mente ancora. Teodora commenta con un "ah, però"; mia madre invece, sembra un po' dubbiosa. 

Continuiamo a mangiare e a sorbirci le domande di mia madre, fin quando non decido io di metterla alle strette: «E papà dov'è, mamma?» la blocco, vedendola sbiancare. Si pulisce le labbra con il fazzolettino, finendo di masticare per rispondermi. «A lavoro, lo sai.» Annuisco, regalandole un sorriso finto. «Da quant'è che non torna a casa?» continuo, beccandomi una sua occhiataccia. Le mie sorelle abbassano lo sguardo, facendomi capire che non lo vedono da un bel po'. Lionel mi guarda con preoccupazione, e con lo sguardo mi chiede se va tutto bene. Annuisco, per poi alzarmi da tavola e chiedere a mia madre di seguirmi un attimo. Dobbiamo parlare. Una volta nel corridoio abbasso i toni: «Non pensi di dover fare qualcosa? Ti sembra normale che non torni mai a casa? Inizio a dubitare pure che abbia l'amante!» ringhio, mentre lei stride i denti.

«Non ha l'amante, smettila. È sempre in giro per le sfilate e per gli affari, lo sai che il suo lavoro è ciò che ama di più!» Esclama iraconda. Ma come può non capire che ci mette sempre per ultime a noi, compresa lei! «Persino più di noi!» stringo i pugni, notando un guizzo sulla sua guancia. Distoglie lo sguardo, toccandosi la collana di perle nere che ha sul collo. «Per te è sempre più facile mettere lui al primo posto e proteggerlo, rispetto che ascoltare la verità che ti dico io! Sai che c'è? Continua a difenderlo: tanto, arriverà il giorno in cui aprirai gli occhi» lamento, dandole una spallata per poi rientrare in cucina sotto i suoi occhi spenti. Per mio padre non siamo importanti, noi siamo solo un extra nella sua vita. Il resto del pranzo lo passiamo in silenzio, e quando si fa una certa ora, mia madre decide di togliere il disturbo con tutta la ciurma. «È stato un piacere Lionel!» dicono in coro le mie sorelle, guardandolo con occhi sognanti. Lui regala a entrambe un occhiolino, per poi salutare mia madre con un altro baciamano. «Sei un bravo ragazzo; sono contenta che mia figlia abbia un buon esempio al suo fianco» lo adula lei, facendomi alzare gli occhi al cielo. «Senza Pearl sarei perduto, si fidi» le risponde con cordialità.

Dopo averli accompagnati alla porta li salutiamo, poi richiudo il portone alle mie spalle quando salgono in ascensore. 

Tiro un sospiro di sollievo, scuotendo la testa esasperata. Che giornata piena! «È andata bene, non credi?» gli chiedo, volgendo lo sguardo verso il suo. Schiudo la bocca quando vedo che si sta togliendo la camicia e i pantaloni con irruenza. «Mi sono proprio rotto i coglioni di questi vestiti» sbotta, buttandoli tutti a terra mentre io chiudo gli occhi, già a corto di pazienza.


Angolo autrice:

Siamo quasi alla fine!

Pagina Instagram: Car_mine01

Pearl Piotrowsky (The real queen of Poland)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora