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Pearl


Ci siamo, finalmente è il grande giorno della sfilata, e io non vedo l'ora di vedere il mio abito in passerella. «Megan, i capelli tesoro! Non puoi di certo entrare così...» mugugna schifato il parrucchiere, osservano i boccoli un po' incasinati della modella inglese. «Oddio, io sono la prima!» urla una ragazza dalla pelle mulatta, correndo avanti e indietro con l'abito rosa e pieno di tulle di Lotty. Fisso la mia amica, guardando i suoi occhi pieni di speranza ed entusiasmo; è davvero contenta di questo suo lavoro. «Hai parlato a tuo padre di questa tua voglia di fare la stilista?» le chiedo curiosa. Scuote la testa, mordendosi il labbro inferiore. «Non capirebbe, lui mi vorrebbe vedere come avvocato» sospira fiacca. 

Era prevedibile da parte di quell'uomo. Guardiamo andare avanti e indietro le modelle, fin quando in sala non parte una musica ritmata adatta per la sfilata. William sarà qua, in giro da qualche parte – non che mi interessi di dove sia, comunque. «Benvenuti alla sfilata di fine ottobre! Finalmente vedremo la nuova collezione dei Preston, e voi signore siete già pronte a ordinare i nuovi capi?» domanda il microfonista, sembrandomi un pescivendolo. Ma dove l'hanno preso a questo? Io sono scioccata. «Diamo il via alle danze!» esclama, facendo entrare le modelle che già si sono messe in fila dietro.

Scostano le tende e una dopo l'altra sfilano sulla passerella maestose, come se non avessero paura di niente. Il mio abito è stato lasciato per ultimo proprio per fare il grande botto, quindi passa un po' di tempo. Una splendida modella alta e dai lineamenti nordici avanza con il mio vestito, facendomi schiudere la bocca per quanto sia bella. L'abito ha una scollatura a cuore stretta, mentre la gonna blu con striature azzurre è enorme, proprio come l'avevo immaginata io. «È stupendo, complimenti», mi sorride la ragazza che lo porta. La ringrazio, sistemandole lo strascico dietro la schiena. 

Per qualche strano motivo però, il mio sguardo cade più su di lei che sull'abito. Mio padre dice sempre che un grande stilista guarda prima il vestito e poi la donna, non il contrario; quindi mi domando quale sia il mio problema. La ragazza scosta la tenda entrando sulla passerella con l'abito lungo che ho disegnato. Quell'euforia di prima è scomparsa però: è come se l'idea di restare dietro le quinte non mi piacesse affatto. Arriccio le labbra, guardando le espressioni facciali degli invitati che sembrano davvero contenti dall'abito. «Che ti prende?» mi chiede Lotty, alzando un sopracciglio. Non vorrei essere qui, ma lì, sul palco. «Non... non sono così contenta», faccio spallucce, confusa. Mi guarda come se avessi tre teste, dicendomi che sono pazza. «Diventare una stilista è il tuo sogno, Pearl; lo è sempre stato, no?» corruga la fronte, perplessa dalla mia scelta di parole. Annuisco, camminando avanti e indietro per il backstage.

«Lo so ma, non mi sento appagata da quello che faccio... Io non sono fatta per stare dietro le quinte, io sono fatta per risplendere Lotty. Stare qua dietro mi... soffoca» gracchio, arrivando al dunque della mia questione. Fa un passo in avanti per avvicinarsi a me, però la blocco, dicendole che vado un attimo fuori. Ho bisogno d'aria. Prendo le scale anti-incendio, scendendole con velocità per poi aprire la porta sul retro. Tiro la maniglia, e chi mi trovo davanti mi lascia spiazzata. Payton è appoggiato al muro davanti a me e si sta fumando una sigaretta con occhi impassibili. Sto sognando forse? «Lo sapevo che saresti scappata» afferma, continuando a fumare. Chiudo la porta alle mie spalle, fissandolo con aria corrucciata. «Cosa ci fai qui?» chiedo. «Ero in giro e, ho visto la tua famiglia all'entrata poco fa» spiega. Annuisco, sapendo benissimo che loro siano qui. «Sì, ho disegnato un abito per la sfilata dei Preston» dico assoluta. 

Ho la guardia alzata perché, be', è pur sempre Payton, il mio ex. Scuote la testa, buttando fuori il fumo con aria tetra: «Non sei fatta per stare dietro i riflettori: sei più il tipo che ci sta davanti.» Annuisco, sapendo benissimo quello che dice. Lui mi conosce meglio di chiunque altro, per questo sa quello che penso e come mi comporto. Guardo i tacchi ai miei piedi, sentendo l'aria fredda imprimersi sulle mie spalle. Un fruscio mi porta ad alzare il capo e, quando mi accorgo che Payton mi sta poggiando la giacca sulle spalle, mi ritraggo. Stringo gli occhi, lanciandogli un chiaro messaggio: "stammi lontano". «Non ti avvicinare!» ringhio, fulminandolo con gli occhi.

Mi fissa con la bocca schiusa, come se non potesse credere a quello che ho appena fatto. Cos'è? L'idea di vedermi tra le braccia di un altro lo confonde ora? «Ti stavo solo mettendo la giacca perché avevi freddo, Pearl» parla tranquillo. Ah sì, e perché non gli credo? «Non mi interessa, non ti devi avvicinare a me» ringhio. Cerco di aprire la porta ma è chiusa, maledizione. «Non voglio stare sola con te, non voglio minimamente starti vicino e sai perché? Perché sei stato un codardo con me! E l'unico che è autorizzato a fare un simile gesto nei miei confronti è il biondino all'interno del locale, non tu» sibilo, sorpassandolo a passo veloce. Dove diavolo è Lionel quando mi serve? Payton non mi segue più per fortuna, quindi rientro nel locale e cerco Lionel con lo sguardo. Chiedo scusa ad alcuni paparazzi, intravedendo Lionel proprio davanti al palco. «Ehi!» lo saluto, toccandogli il braccio non appena gli sono vicina. Applaude e poi mi guarda con la fronte corrugata, chiedendosi probabilmente che ci faccio qui. «Non dovresti essere dietro?» chiede, provando a farsi sentire. Annuisco, mettendo una mano sul suo avambraccio per sentirmi più sicura. Non voglio più vedere Payton. Rimaniamo impegnati nel locale fino a mezzanotte passata, e quando finisce la sfilata ci riuniamo in un ristorante tutti quanti. Mangio un pezzo di salmone, sorridendo a Lionel che tiene la mano sulla mia coscia, come al solito. «Hai fatto un ottimo lavoro con quell'abito Pearl», si complimenta con me mia madre. «Anche il tuo era molto carino, Lotty... giusto?» conversano, mentre la biondina sorride. Dovrei forse dire a Lionel del mio incontro con Payton? Mi pulisco le labbra con il fazzoletto per poi alzarmi dalla sedia.

Gli faccio cenno de seguirmi, dicendo a mia madre e alle mie sorelle che torniamo subito. Usciamo fuori dallo splendido locale illuminato e io mi fermo accanto al muro quando me lo ritrovo davanti. «Ho visto Payton oggi, quando sono uscita per prendere una boccata d'aria lui era sul retro del locale...» deglutisco, alzando gli occhi per sondare una sua reazione. Mi fissa con rabbia, ma prima che possa attaccarmi chiarisco che non è successo nulla. «Non c'è stato nessun contatto, e nessuno sguardo strano da parte mia; è stato lui che ha provato a mettermi la sua giacca addosso, una giacca che io non mi sono neanche messa perché l'ho scansato immediatamente.» Tira un sospiro di sollievo, annuendo impercettibilmente con il capo. So che Payton gli sta molto sulle scatole, comunque non mi andava di mentirgli. «Pearl... posso farti una domanda?» inizia. 

Annuisco e aspetto che continui. Si prende un attimo di tempo per rispondere, per poi leccarsi il labbro inferiore. «Cosa siamo noi?» domanda. Questa domanda mi spiazza: ho sempre chiarito il nostro rapporto, quindi perché me la pone adesso? «Amici, noi siamo amici» ripeto, stranita. Fa schioccare le labbra, abbastanza contrariato dalle mie parole. «No, non lo siamo» dice, «non ti ho mai vista come un'amica.» Oh no, sento che stiamo per affrontare quell'argomento... Si avvicina, ponendo le mani a coppa sul mio viso. «Speravo che con i gesti si fosse capito, ma forse sei anche peggio di quanto pensassi. Pearl, io voglio essere il tuo ragazzo, non il tuo amico» mi confida, sorridendomi con amorevolezza. Il cuore aumenta i battiti, non facendomi sentire più niente attorno a me. Deglutisco, non sapendo cosa dire.


Angolo autrice:

Pagina Instagram: car_mine01

Un bacio!

Pearl Piotrowsky (The real queen of Poland)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora