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Pearl


Apro la porta della stanza di Lionel, sporgendo il volto per vedere se è all'interno oppure in bagno. Lo trovo seduto sul letto e, non appena sente la porta aprirsi alza il capo; le sue labbra si curvano in un sorriso genuino alla mia vista, facendomi mancare un battito. «Ehi, sei sveglio», constato, guardandolo con attenzione. I lividi sono schiariti e adesso ha un volto più sereno rispetto a prima. «Hai detto che saresti venuta: non potevo dormire», rivela, mentre chiudo la porta dietro di me. Ci ho messo un po' più di tempo per arrivare, dato che prima dovevo passare a comprare la pizza. Mi siedo accanto a lui sul lettino, aprendo il cartone per mostrargli quella delizia fatta di formaggio, sugo e rosmarino. «Ha un odore magnifico; nulla in confronto a quel brodino vegetale», dice schifato. Sorrido, prendendo un trancio già tagliato per poi passarglielo. Mangiamo con gusto per almeno quindici minuti, finendo tutta la pizza nel cartone. 

Davvero ottima, ha fatto proprio un ottimo lavoro il pizzaiolo italiano. Quando vado a buttare il cartone, Lionel mi chiede come ho fatto a passare sotto i controlli degli infermieri: quest'ultimi non vogliono che qualcuno porti il cibo da fuori, è per sicurezza... dicono. «Ho aspettato che si levassero di torno», sghignazzo, tornando dal bagno. Scuote la testa, provando ad alzarsi.

Lo accompagno fino alla porta, per poi chiedergli se ha bisogno di aiuto per lavarsi i denti o... per andare in bagno. Non avrei problemi a vederlo nudo, d'altronde ho già visto tutto. E ripeto tutto. «Posso farcela da solo» ringhia, manifestando la sua frustrazione contro di me. Non dico niente, ma mi dirigo verso il letto per sistemare il cuscino e tutto il resto. Dopo pochi secondi esce dal bagno e cammina lentamente verso il materasso, facendo qualche smorfia a causa del dolore che prova. Lo aiuto a stendersi, fin quando non batte la mano accanto a lui e mi fa segno di stendermi. Annuisco, prendendo una mentina dalla tasca dei miei jeans per poi infilarla in bocca. «Com'è andata la tua giornata all'università?» Mi chiede, mentre mi sistemo meglio al suo fianco. Non gli dirò che rischiavo quasi lo svenimento: preferirei che lui ne restasse all'oscuro per non preoccuparsi o sentirsi in colpa. «Bene, anche se è stato un po' stancante», dico.

 Non appena finisco di parlare, la porta della camera viene aperta, mostrandomi l'infermiera docile e dalle rughe sulla fronte. «Stai attenta, non vorrei che ti cacciassero via se stai sdraiata sul letto», mi avvisa. Faccio spallucce, dicendole che ho pagato per fare la notte qui. «Sì, lo so. Ma alcuni dottori sono un po'...» Vacilla, cercando di trovare le parole giuste mentre io trattengo un sorrisetto. «Pesanti?» Concludo per lei. Annuisce, riservandomi un sorriso tenero per poi augurarci la buona notte. Restiamo soli e io, finalmente, finisco la mia mentina. Mi volto vero il bel biondino, scostandogli una ciocca dalla fronte. È incredibile come i capelli gli ricrescano in fretta!

Punta le sue iridi azzurre nelle mie, cercando di voltarsi dal mio lato, solo che... avendo dolori gli viene difficile. «Stai fermo, mi avvicino io» sentenzio, poggiando il capo sulla sua spalla. «Mi sto scocciando a stare sempre sdraiato su questo letto; non faccio un cazzo dalla mattina alla sera, a parte andare al bagno», si lamenta. «Non puoi affaticarti, e lo sai. Altrimenti passeresti ancora più tempo a recuperare le tue forze», gli ricordo. Tutto a un tratto, mi viene in mente un'idea che, di sicuro, lo stimolerà... in qualche modo. Mi mordo il labbro inferiore, infilando la mano sotto il lenzuolo. Sfioro la pelle dei suoi addominali, ancora esistenti, sondando una reazione nel mentre che lo sfioro. Deglutisce, girando il capo nella mia direzione. I suoi occhi diventano scuri, mostrandomi tanta voglia repressa. «Pearl...» Sussurra roco, senza che ancora abbia fatto niente. «Sh... non stiamo facendo niente», mento, sorridendo sul suo collo. Ha il cuore che va a mille, lo percepisco da come batte la vena. La mia mano scende più giù e, con essa, il suo respiro diventa veloce e affannoso. Gli lascio un bacio sulla mandibola, sentendolo imprecare tra i denti. È divertente quand'è in difficoltà per me. 

Le mie dita raggiungono lentamente i suoi boxer fino a infilarsi sotto il tessuto e, non appena afferro il suo membro, lui inspira di scatto. Massaggio il membro avanti e indietro, facendolo contorcere sul materasso per il piacere. «Pearl...» Soffia, voltandosi verso di me. Mi sporgo per baciarlo sulle labbra, trovando subito la sua lingua a lambire la mia con passione.

Gemo, continuando a muovere la mano con velocità mentre ansima sulla mia bocca. «Cazzo...» Gracchia, staccandosi un attimo per respirare. È così bello che potrei divorarmelo in un battito di ciglia. «Vieni, vieni... per me» lo incito, sentendolo indurirsi sotto la mia presa. Sorrido, baciandogli di nuovo le labbra per eccitarlo di più. «Sì, più veloce. Ancora» geme. Lo guardo mentre mi prega di aumentare il ritmo e, poiché è davvero sexy, lo accontento. Viene dopo pochi secondi, imbrattandomi la mano con il suo seme. Mentre chiude gli occhi e riprende il controllo della situazione, io cerco di prendere un fazzoletto dal mobiletto affianco. Mi pulisco le mani e poi pulisco anche lui in basso. Vado a buttare il fazzoletto, ritornando a letto. 

Mi guarda con un sorriso contento sulle labbra, voltandosi verso di me per baciarmi con dolcezza. «Grazie», dice, strofinando il naso contro il mio in un gesto dolce. Le mie labbra si posano sul suo mento, lasciando un bacio leggero. «Lionel», inizio, trovando immediatamente i suoi occhi su di me. «Sbrigati a rimetterti... mi è venuta voglia», soffio al suo orecchio, sentendolo irrigidirsi. «Adesso mi stai facendo diventare di nuovo duro», commenta, osservandomi con occhi pieni di lussuria. Mi alzo sui gomiti, chinandomi per mordergli il labbro inferiore; lo lecco, inclinando il viso verso il suo per approfondire. Tenta in tutti i modi di alzare la mano e ficcarla nei mei capelli, ma sa che potrebbe farsi male, quindi la riposa. «Tra cinque minuti», asserisce sulle mie labbra, sporgendosi di nuovo per baciarmi. «Tu usi la mano buona e io l'altra», soffio, continuando a ricambiarlo. Annuisce, parecchio contento.


Angolo autrice:

Pagina Instagram: car_mine01

Un bacio.

Pearl Piotrowsky (The real queen of Poland)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora