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Pearl


Mi guardo intorno per il Devil Night, aspettando il momento adatto per chiarire con Lionel. Oggi è sabato, e dopo del suo compleanno non abbiamo più avuto modo di parlare, o meglio... era lui che non voleva parlarmi. Penso di essere pure un'idiota perché gli corro appresso, ma non posso farne a meno: ho paura di aver rovinato quella pace che c'era prima. Ringrazio Quan, il fratello di Enrique, e poi bevo il Margarita che mi ha appena offerto. Accavallo le gambe sullo sgabello di fronte al bancone, bevendo un sorso dal bicchiere. Guardo fissa il palco dove si sta esibendo un ragazzo dai capelli scuri, ammirando minuziosamente le sue movenze sensuali ed erotiche. «Ciao, potresti darmi una Tequila alla fragola?». Una voce femminile mi ridesta dai pensieri, facendomi girare verso destra. Una ragazza bionda e dagli occhi verdi mi guarda con attenzione per poi sorridermi. 

Qualcosa mi dice che il suo è un sorriso falso. «Tu sei l'amica di Lionel, vero?» Si rivolge a me, mettendo una mano sotto il mento. «Si, tu saresti?» Alzo un sopracciglio, sentendomi leggermente infastidita. Non mi piace questa ragazza, non mi piace a pelle. Sembra innocente ma, le prime impressioni non sono sempre corrette. «Mi chiamo Sally», si presenta. Per poco non alzo gli occhi al cielo sentendo quel nome, ma dico... la fa apposta Lionel? Osservo la cara Sally, guardando i suoi jeans aderenti e il suo top in pizzo bianco, pensando anche che sia molto alta e snella.

È più magra di me: se io porto una "M" lei potrebbe benissimo portare una "S" a giudicare dalle spalle sottili e dal polso mingherlino. «Vieni spesso a trovare Lionel? Mi è capitato di vederti qui più volte», afferma, guardandomi con una punta di falsità. Si sta forzando di essere gentile; peccato che si veda lontano un miglio quanto mi detesti. Le sorrido con forzatura, bevendo un altro sorso del mio Margarita prima di risponderle. «Si, siamo amici», dico, notandola mordersi il labbro inferiore per nascondere un sorrisetto divertito. «Be', se sei venuta qui per riaccompagnarlo a casa non ce n'è bisogno. Starà da me stanotte», sgancia la bomba, evitando il mio sguardo carico di astio. Figlia. Di. Puttana. Ho solo questo da dirle, però mi sto zitta e mi scolo tutto il drink. Mi guarda con un sopracciglio alzato, e io le regalo un sorrisetto frettoloso. «Scusami un attimo», alzo un dito verso di lei, scendendo dallo sgabello. Ora mi sente quel cretino, oh sì, mi sente eccome! Compio tre passi ma, di colpo, decido di ritornare da lei per darle la notizia bomba.

 Mi abbasso verso il suo orecchio, sussurrandole qualcosa che forse potrebbe farla incazzare. «Ah, tanto per la cronaca... noi due non siamo solo amici, viviamo insieme e dormiamo nello stesso letto», soffio inviperita. Le sue spalle si irrigidiscono, e senza darle il tempo di rispondere, me ne vado via, diretta verso i camerini. Percorro il corridoio con i tacchi a spillo, sentendo i miei capelli mossi oscillare dietro la schiena. Sono incazzata nera, più nera delle mie Louboutin! So chi è quella ragazza: era seduta in prima fila il giorno in cui io e Lotty siamo venute a vedere Lionel per la prima volta; ricordo anche gli ammiccamenti e le toccate inopportune che gli faceva sul linguine.

Scosto la tenda rossa, percorrendo il corridoio con il mio vestito in raso (nero anch'esso). Non è soltanto il mio umore a essere nero oggi, ma anche il mio abbigliamento. Quando arrivo al camerino di Lionel apro la porta sbattendola contro il muro infuriata. Si volta con aria seccata, ma quando capisce che sono io alza soltanto un sopracciglio e torna a sistemarsi il borsone con dentro i vestiti. «Ho incontrato la tua cara Samantha, dovresti esserne contento no?» Sbotto, chiudendo la porta alle mie spalle. «Ora ho la conferma che la fai apposta a dire i nomi sbagliati», commenta solo questo, tra l'altro senza guardarmi in volto. Incrocio le braccia al petto, compiendo un passo in avanti. «Ti porti a letto una tua cliente? Ma fai sul serio?!» Gli domando iraconda. Si volta di scatto, fulminandomi con gli occhi. «Che cazzo te ne frega a te? Sbaglio o la scorsa volta mi hai rifiutato? Te lo ricordi vero? Quando eravamo sul ponte e io mi ero avvicinato a te, pronto per offrirti qualcosa di meglio», mi schernisce, sapendo benissimo che quella discussione per me era già dimenticata.

Pearl Piotrowsky (The real queen of Poland)Where stories live. Discover now