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Pearl


Chiudo la porta dietro di me, camminando su un piede solo fino al muro. Mi tolgo i tacchi e li lancio sul tappeto della camera da letto: sono letteralmente sfinita. Sono le due di mattina e io sono leggermente brilla e del tutto sudata. Mi tolgo il vestito, camminando a piedi nudi verso il bagno per farmi una doccia veloce. Forse è meglio se io non vado all'università domani, non sarei per niente attenta e dormirei sul banco per tutta la lezione. Sbuffo, togliendomi le mutandine e il reggiseno. Entro in doccia e regolo l'acqua con la manopola, la giro fin quando non diventa tiepida e poi inizio a sciacquarmi. Mi insapono per bene, e quando finisco, esco e mi asciugo. Lionel è rimasto al locale perché doveva parlare con Enrique, quindi sono tornata a casa prima e ho accompagnato Lotty alla villa. 

Dopo essermi messa l'intimo pulito e il mio pigiama, mi sdraio sul letto come se non ci fosse un domani. Prendo sonno in fretta, ma dopo un tempo indefinito, sento un rumore dietro di me: è Lionel che si toglie le scarpe e le lancia da qualche parte. Un fruscio mi fa capire che si è spogliato della maglietta e dei jeans. Provo a riprendere sonno, però è difficile quando fa così tanto rumore! «Pearl, sei sveglia?» Domanda, usando un tono rauco. «Si, hai la delicatezza di un elefante in una cristalleria, quindi persino un sordo ti sentirebbe», borbotto, strofinando la guancia contro il cuscino.

So che mi sta trapassando con le sue occhiatacce, tuttavia lo ignoro. «Ho guadagnato milleduecento dollari di mance stasera». Non appena smette di parlare apro gli occhi di scatto, voltandomi verso di lui con occhi ristretti. Il suo ghigno orgoglioso lo cancellerei a suon di pugni, ma evito per ora. «Non solo guadagni tremila dollari al mese, ma in più prendi pure i soldi delle mance? Mi fai schifo», lo ripudio, beccandomi un pizzicotto sul braccio. Urlo, notando solo ora come si sta trattenendo dal ridermi in faccia. Gli do un calcio sul ginocchio mentre lui si allontana e mi schiva. All'improvviso ritorna serio, facendomi quasi paura. «Domani ti darò i soldi della spesa», mi informa. Scuoto la testa, dicendogli che non ne ho bisogno. 

Mi guarda come se gli avessi detto che è brutto. «Col cazzo, hai bisogno di quei soldi e non prendermi in giro. Prendo il triplo di te, il minimo che possa fare è restituirti il denaro». Sorrido, pensando che sarebbe meglio se lui spendesse soldi per comprarmi quello che voglio. Mi mordo il labbro inferiore mentre il suo sguardo segue il movimento della mia bocca. «Be'... se hai tutta questa voglia di ripagarmi... che ne dici se mi accompagnassi a fare shopping?» Propongo con un sorriso smagliante. Impreca, sbattendo la testa contro il cuscino. Ed è proprio in questo momento che si è pentito di aver aperto bocca. Scoppio a ridere, voltandomi dall'altra parte per dormire. «Non potevo starmi zitto?» Si domanda, muovendosi dietro di me. Chiudo gli occhi contenta, sapendo che domani sarà una giornata fantastica. 

Ammiro la bellezza dei reparti femminili, sorridendo come una bambina sotto Natale. Mi volto verso Lionel che guarda il suo cellulare senza prestare attenzione, del tutto ignaro di tale bellezza. 

«Guarda Lionel, ammira questi top in raso, i tacchi alti, i jeans strappati e quelli professionali! Ma ti rendi conto di dove sei? Posa quel cellulare, ti distoglie da questo oro colato», ringhio, strappandogli quell'aggeggio dalle mani. Mi fulmina con gli occhi, chiaramente indispettito. «Sei una vera...» Lo blocco sul nascere, mettendogli una mano sulla bocca. Lo tiro dalla manica, portandomelo in giro per il negozio di alta moda. Ci fermiamo di fronte al reparto giacche professionali e ne adocchio due: una nera e l'altra bianca, di un tessuto liscio e classico. Annuisco, prendendo una "m" di entrambe; poi tocca al reparto vestiti, e ne trovo due neri che mi stanno da Dio! Per tutto il tempo, Lionel non ha fatto altro che guadarsi intorno con aria scocciata. Mentre misuro un vestito dentro il camerino sento una voce che conosco fin troppo bene: quella di Sophie. «Lionel? Ma che ci fai qui?» Domanda stranita. Riconoscerei la sua voce pimpante da un miglio di distanza, maledizione. Sbuffo, ammirando il mio fondoschiena allo specchio. Sogghigno, spostando dietro la schiena i capelli lisci. «Non ti piacciono i negozi di vestiti, non quelli delle ragazze, almeno». Chissà come reagirebbe se scoprisse che ci sono io con lui... Non ho il tempo di immaginare la sua reazione, perché ancora prima di pensarla, io ho già scostato la tenda. Il suono dei tacchi la fa voltare di scatto e non appena mi vede, sbianca. «Sally, qual buon vento!» Sogghigno, mettendomi al fianco del biondino. Probabilmente è infastidito dalla mia voglia di proteggerlo, ma è più forte di me. La cara Sophie indossa un jeans nero e un top a cuore del medesimo colore, mentre ai piedi porta dei tacchi alti. Ma sta cercando di imitarmi?

Sposta i suoi capelli castani — non più tinti sullepunte — dietro la schiena, regalandomi un sorriso finto e poco cortese. «Stateinsieme?» Va dritta al sodo. Sto per aprire bocca, ma Lionel mi precede e sipone di fronte a me. «No, siamo... amici», afferma, rimuginandoci su. Ha appenadetto che siamo amici? Sul serio? Sono talmente sconvolta dalla sua rispostache, per poco, mi perdo la scenata di Sally. «Amici? E l'hai accompagnata afare shopping? Tu detesti fare compere e lo detestavi anche quando stavamoinsieme! Mi stai prendendo in giro?» Sbotta, realmente offesa dalla suarisposta. «Pensi che sia venuto qui perché avevo voglia di accompagnarla? No,cazzo. Sono in questo negozio di merda solo perché le devo un favore, tuttoqui!» Si arrabbia. Mi guardo intorno, rendendomi conto solo ora di quante donneci stiano osservando. Mi frappongo fra di loro, mettendo una mano sul petto delbiondo che, al momento, è piuttosto infervorato. Mi volto a guardare prima la suaex e poi lui, ammonendoli entrambi. «State creando spettacolo, e io non hovoglia di essere buttata fuori da qui, perciò dateci un taglio!» Ringhio abassa voce. Sophie mi guarda con un misto di invidia e furia, scuotendo latesta delusa per poi andarsene via con la coda tra le gambe. 

Lionel stacca lamia mano dal suo petto, osservandola con espressione impassibile. «Vado aparlarle, tu resta qui», mi intima severo, passandomi il portafoglio. Schiudola bocca scioccata, sbattendo una mano contro il fianco quando lo vedorincorrerla. Ma fa sul serio? Mi halasciata qui per seguirla come un cagnolino? Non so se essere infuriata,disgustata o contenta perché ora posso comprarmi quello che voglio. Scuoto latesta, rientrando in camerino per cambiarmi


Angolo autrice:

A lunedì!

Pagina Instagram: Car_mine01

Un bacio!

Pearl Piotrowsky (The real queen of Poland)Kde žijí příběhy. Začni objevovat