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Il mattino dopo, un mattino radioso di sole, luce bianca e cielo blu, ci svegliammo in un letto disfatto, un leggerissimo mal di testa che mi ricordava la notte precedente esagerata, la bottiglia di champagne e la ciotola d'argento con le fragole vuota, ai piedi del letto, i calici di cristallo buttati nel cestello del ghiaccio ormai sciolto, i nostri vestiti ammucchiati in un angolo della stanza, il suo braccio intorno alla mia vita nuda e bianca, i miei capelli sparsi sul cuscino come la corolla di un fiore nero, pieni di nodi come pensieri ingarbugliati, il suo sorriso bianco lì, a due centimetri da me, pronto a riscaldarmi il cuore.

Tutto il tempo che trascorso da quando lo avevo conosciuto, era stato semplicemente irripetibile: in pratica non c'era stato un singolo giorno in cui, svegliarmi tra le sue braccia, era stato poco meno di meraviglioso.

Ogni singola notte, ogni giorno, piano piano, poco a poco, si era insinuato in me, senza invadere i miei spazi, senza arroganza o presunzione: ero grata a Leonardo, perché era entrato nella mia vita e l'aveva resa speciale.

Non avevamo nemmeno chiuso le imposte e, dalla finestra ancora aperta, entrava una luce abbagliante, mentre una lieve brezza dal mare muoveva lentamente le tende color crema della nostra camera.

-Buongiorno – disse con una voce bassissima, così sensuale da farmi sentire male dentro.

Sorrisi e baciai le sue labbra morbide:

-Buongiorno – risposi così innamorata da non sapere chi fossi, come mi chiamassi e che cosa stessi facendo lì.

-Sono le nove. Lo so che abbiamo dormito poco, ma dobbiamo alzarci. Alle dieci dobbiamo partire.

-Stressante la vita on the road – commentai ridacchiando.

-Non so nemmeno se abbiamo il tempo di fare colazione – rispose accarezzandomi una spalla.

-A me basta un caffè – risposi alzandomi da letto, appoggiando i piedi nudi sul marmo freddo.

-Devi mangiare, se no poi sballi tutto il modo di alimentarti della tua giornata, poi ti viene una fame pazzesca alle dieci e a mezzogiorno non mangi più, insomma ... un casino.

-Ah, lascia perdere – risposi spazzolandomi i capelli e legandomeli in una coda di cavallo, osservando il mio viso malamente struccato allo specchio: come sempre avevo cerchi di mascara intorno agli occhi, che non avevo lavato via, la sera precedente, indaffarata in tutt'altro.

-Quanto sei bella – commentò scuotendo la testa, mi voltai a guardarlo al di sopra della mia spalla. Ero bella? Lanciai un'occhiata alla mia immagine riflessa: i miei capelli erano un disastro, qualche ciocca sfuggiva dalla coda di cavallo, in riccioli morbidi, che stonavano con il resto dei miei capelli liscissimi, avevo gli occhi gonfi come se non avessi dormito per secoli, con scure occhiaie, che cerchiavano perfino le mie palpebre, la pelle bianchissima, labbra rosse come il sangue.

Eppure, era vero: non mi ero mai vista così bella come in quella mattina di sole, non ero mai stata più bella di così, quella bellezza che mi sfiorava e mi baciava, perché ero crollata e mi ero rialzata, avevo accettato qualcuno nel mio mondo: gli avevo dato le chiavi del mio cuore e ora sapevo di essere felice, senza se, senza ma, con l'unico obiettivo di prolungare quella felicità il più possibile.

L'amore davvero mi aveva reso ancora migliore, ancora più forte.

E, questa volta, lo sapevo, era un amore vero, che non si sarebbe cancellato con il tempo, né con la vita che passava. Quando ero con lui mi sentivo in paradiso, ogni giorno che passava era una nuova scoperta dei miei sentimenti, perché ero davvero in grado di amare così tanto, di infrangere tutte le mie regole, dimenticandomi di tutto quello che poteva essermi interessato prima, fosse il lavoro, fossero i giudizi, fosse anche solo il fatto di vivere, di respirare, di mangiare o dormire: ora sapevo di poter dare tutto quello che avevo dentro, come se non esistesse un domani, come se quell'amore potesse anche consumarmi, spegnermi: avevo bisogno di quell'amore per vivere, non era difficile da capire, ero in paradiso, non potevo chiedere altro. Ed avevo aspettato così a lungo perché arrivasse quel giorno, ora ogni mio sogno si avverava, anche nei momenti difficili sapevo che sarei stata per sempre al suo fianco. Era tutto ciò che volevo, quando mi stringeva forte, quando potevo addormentarmi fra le sue braccia, ogni volta che mi sorrideva, quando mi guardava con occhi innamorati, sapevo che non dovevo cercare nient'altro, perché tutto quell'amore non era di questa terra, era soprannaturale, fortissimo, irraggiungibile.

TrentacinqueDonde viven las historias. Descúbrelo ahora