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Entrammo nel lussuosissimo ristorante dell'albergo tra due ali di camerieri riverenti e dal responsabile dell'hotel che, per l'ennesima volta, ci chiedeva se la camera fosse di nostro gradimento e se poteva fare ancora qualcosa per noi.

Leonardo si fermò, mi lanciò un'occhiata furbetta e gli sussurrò qualcosa all'orecchio.

L'uomo, sulla mezza età, praticamente calvo e con una buffa pancetta rotonda, soda e gonfia come un barilotto di vino, annuì con decisione, tutto contento di poter rendersi finalmente utile.

-Che gli hai detto? - chiesi vicino al suo orecchio.

-Di portarci fragole e champagne in camera, stanotte, per le due – lo guardai come se mi avesse appena detto qualcosa di estremamente spinto e volgare ed arrossi furiosamente. Mi appoggiai al suo braccio e mi lanciò uno sguardo dolce e divertito: - Non mi dire che ti ho imbarazzato ...

-No, no – mi affrettai a dire, poco prima di avvistare il nostro tavolo, apparecchiato in una sala riservata. Appena entrò nella stanza, lo sentii chiamare da tre parti distanti:

-Leonardo!! - due ragazzi ed una ragazza gli corsero incontro, mi staccai al volo, prima che lo travolgessero in un abbraccio comune. Quelli dovevano essere Giulia, Nicola e Dario, che avevano condiviso con lui l'esperienza del programma.

Giulia era una ragazza in carne, con i capelli biondo miele e grandi occhi nocciola, Nicola era magrissimo, con una massa di capelli neri piastrati intorno alla testa, mentre Dario era un bel ragazzo dagli occhi limpidi e il sorriso sincero, pulito.

Parlarono fitto fitto per un po', raccontandosi esperienze e novità: tutti e tre fecero i complimenti a Leonardo per il suo album uscito da pochissimo e che già era al numero uno della classifica italiana, ricambiò i complimenti imbarazzato, perché sapevo che non aveva ancora ascoltato alcuna canzone dei lavori dei suoi ex-compagni, tranne il primo singolo di Giulia, che lo aveva chiamato in un assolato pomeriggio per farglielo sentire, mentre suonava allo stereo di una delle numerose stanze insonorizzate della sua casa discografica.

Però si vedeva che si volevano bene, che avevano condiviso un'esperienza forte che li aveva uniti moltissimo.

-Lei è Laura – disse all'improvviso, risvegliandomi dal limbo in cui ero finita da qualche minuto, tutti e tre si voltarono verso di me e mi porsero contemporaneamente le mani.

Mi venne da ridere e anche loro risero sonoramente, sciogliendo subito l'imbarazzo che contraddistingueva i primi incontri.

Giulia, venni a sapere, aveva conteso a Leo la vittoria alla serata finale.

-Ma che conteso? - rise Giulia stringendo gli occhi, mentre le venivano due fossette sulle guance rosse e paffute – Mi ha stracciato! Lo sai che alla finale ha votato un italiano su sei? E quasi tutti hanno votato per lui – gli lanciò un'occhiata divertita e, prendendogli una guancia tra le dita, disse, divertita: – d'altronde, come si può non votare per questo bel faccino?

-Mica mi hanno votato per il faccino – brontolò fingendosi offeso.

-Certo, perché sei la reincarnazione di The Voice, Freddie Mercury e Barry White, tutti insieme. - commentò Dario dandogli una spintarella.

-Grazie, i paragoni sono lusinghieri, solo che sono tutti morti. - rispose Leonardo alzando un sopracciglio. I ragazzi scoppiarono a ridere di cuore, quando, all'improvviso, sentii una voce alle mie spalle dire:

-Non si saluta nemmeno più, adesso? - vidi Giulia, di spalle, alzare gli occhi con sopportazione, mentre Leonardo si staccava dal gruppo e si avvicinava ad Elena, abbracciandola e dandole due baci sulle guance.

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