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Ci venne a prendere una macchina scura, una di quelle da personaggi importanti, coi vetri scuri, che non lasciavano intravvedere chi ci fosse all'interno.

Fino a quel momento, non mi ero posta il problema su come fosse stato organizzato il viaggio, su come sarebbe stata assorbita la mia intrusione in quel tour promozionale organizzato in ogni minimo dettaglio. Che cosa avrei dovuto fare?

Che ne sarebbe stato, di me?

-Scusa – chiesi salendo in macchina – ma cosa facciamo adesso?

-In che senso? Ciao Giorgio – rispose salutando l'autista entrando in macchina, Giorgio annuì con un cenno del capo.

-Non so ... andiamo in macchina? - mi accomodai al suo fianco e lanciai uno sguardo all'autista – Buongiorno. Partiamo col treno? Con un pullman? O con l'aereo? E io che fine faccio? Cioè, hai avvisato qualcuno che ci sono? Oppure mi devo comprare alla velocità della luce un biglietto, sperando che ci sia ancora posto sul volo ... o su qualsiasi mezzo di locomozione tu abbia scelto.

Leonardo scoppiò a ridere, mi mise una mano sulla bocca per zittirmi e disse:

-Mamma mia, ma quanto parli? Andiamo con la macchina della casa discografica! Per questo partiamo così presto alla mattina: così possiamo riposarci e magari rilassarci fino a che non arriviamo, alla fine Ancona non è così lontana. E, giusto per la cronaca, ovviamente, ho avvisato della tua presenza, tanto che la prenotazione del nostro hotel parla di una camera matrimoniale, di solito non mi avrebbero concesso tanto – mi mostrò il portafoglio ed estrasse un voucher dell'hotel.

-Sì, ma ... chi paga tutto questo? – aggrottai la fronte, proprio incapace di collegare i puntini.-Come chi paga? – rispose aggrottando la fronte – Hai idea di quanto abbia fatto guadagnare alla mia casa discografica, nelle ultime settimane? Ovvio che pagano loro!

Feci una smorfia di disappunto e borbottai:

-Comunque potevo pagare la mia parte.

-Certo che potevi pagare la tua parte, miss indipendenza. – mi passò una mano tra i capelli e disse: - Lo so bene, ma questo è un mio regalo per te. È la nostra vacanza, quindi goditela senza fare troppe domande. Accettalo senza brontolare, anche se ti sembrerà una cosa impossibile – mi censurai in una smorfia sdegnosa - fa finta di averlo vinto con un concorso, tipo quelli che organizzano per me: scrivi una lettera a Leonardo e passa la notte con lui.

-Passa la notte con lui? – chiesi ridendo –È questo il premio che si vince ai tuoi concorsi?

-Per chi è particolarmente fortunata, sì – disse facendo una faccia buffa – Laura, una volta ogni tanto, rilassati: stiamo insieme, viviamo questi tre giorni come se non ci fosse altro a parte noi, ti sembra una cosa così traumatica? O questa pazzia ti sta già venendo a noia?

Lo guardai con un mezzo sorriso e baciai la sua fronte adorata, tra i ricci castani:

-Potrei pentirmi di te? – baciai i suoi occhi scuri e la punta del suo naso perfetto – Potrei davvero? – mi riscossi e dissi, fingendo una sicurezza che non avevo, ma forte del mio abito firmato, dei miei tacchi e dell'aria pomposa che avevo assunto: - E poi io sono rilassata: che dici?

-Dico che sei sempre così preoccupata per tutto, come se vivessi sempre in punta di piedi: ora che sei ufficialmente in vacanza, devi solo pensare a riposarti, prendere il sole mentre faccio il sound check, ascoltarmi quando canto e, beh, ovviamente fare l'amore con me – commentò ridendo.

Guardai intimidita e dubbiosa l'autista, che, tuttavia, sembrava concentratissimo sulla strada e del tutto disinteressato ai nostri discorsi.

Leonardo intercettò il mio sguardo e mi sussurrò all'orecchio:

TrentacinqueWhere stories live. Discover now