7

573 22 4
                                    

Mi feci una doccia calda e mi lavai i capelli, verso le sette e mezza rincasò anche Giacomo. Non è che vivessimo propriamente insieme, ma aveva comunque le chiavi del mio appartamento, quindi la maggior parte delle notti dormiva da me.

-Ciao splendore! – mi baciò sulla guancia, un po' su di giri, come sempre, e disse: -Vai da qualche parte?

-Sì, esco con Veronica.

-Bene, una serata sole donne eh? Immagino la mia presenza non sia necessaria. - si fissò con attenzione allo specchio della camera da letto, spintonandomi leggermente e controllando da vicino il suo viso vissuto, solcato da piccolissime rughe di espressione.

-Infatti – feci un sorriso, fingendo che non mi desse fastidio che mi avesse distratta ed allontanata e aggiunsi – e comunque ... a dire la verità andiamo ad un concerto.

-Un concerto? – si voltò verso di me e mi guardò incuriosito – Proprio tu? Non mi sembri il tipo da concerto rock.

-Non ti ho detto che è un concerto rock. In realtà andiamo in un jazz club.

-Ah, mi pareva – disse dirigendosi verso il bagno.

-Non mi chiedi chi suona? – lo inseguivo come un'ombra, inquieta anche se non sapevo perché.

Anzi, lo sapevo.

Se la situazione fosse stata capovolta e ci fossi stata io, al suo posto, nonostante la mia proverbiale mancanza di gelosia, non sarei stata felice di saperlo ad un concerto di una pop star pressoché adolescente senza di me.

Specialmente perché era stato lui a presentarmi la pop star.

-Chi suona? – chiese mentre si sciacquava la faccia, di modo che la domanda venne fuori tra mille glu glu.

Mi piazzai di fronte a lui con le gambe ben piantate in terra e feci uscire il nome come un insulto. -Leonardo.

Ecco, l'avevo detto.

Inspirai a fondo e mi appoggiai allo stipite della porta, senza avere alcuna idea della sua reazione.

Avrebbe sorriso? O mi avrebbe tirato dietro la bottiglia dello shampoo?

Ora, inconsciamente, stavo molto meglio, incrociai le braccia sul petto e rimasi in attesa di una sua reazione, qualunque fosse stata: ora ero in attesa.

Giacomo cercò a tentoni l'asciugamano e si asciugò con energia, sfregandosi dalla faccia una giornata di duro lavoro.

-Bene. – rispose senza alcuna particolare inflessione nella voce.

Mi oltrepassò lasciandomi lì, sulla porta.

Rimasi qualche secondo interdetta, con la fronte aggrottata, un po' delusa dalla totale assenza di reazioni da parte sua, come se fosse la cosa più normale del mondo, come se non importasse, come se fosse nulla.

-Hai capito di chi sto parlando, vero? – chiesi continuando il mio inseguimento.

-Considerato che conosciamo solo un Leonardo che potrebbe fare un concerto in un jazz club, suppongo sia il "mio" Leonardo. – rispose serenamente, prendendo il computer portatile.

-E ... non ti dà fastidio? – aggrottai la fronte, senza sapere se rimanere delusa per la sua assenza di reazione o sollevata per lo stesso motivo.

-Perché dovrebbe? – mi chiese scoppiando a ridere – Mio Dio, Laura: ha diciannove anni! Di che mi dovrei preoccupare?

-Di niente – risposi in fretta, sentendomi all'improvviso piccola e stupida – solo che temevo ci rimanessi male perché aveva invitato solo me e non te.

-È stato un invito, allora? – fece un altro mezzo sorriso e disse – Scusa, ma anche se ci provo, non riesco proprio ad essere geloso di un ragazzino. Anche se ci provasse con te, la situazione mi sembrerebbe così assurda che non potrei fare altro che ridere.

-Perché ridere? - chiesi incapace di tenere a freno la mia dannata linguaccia.

-Ma dai, Laura! Sei una donna adulta e lui un ragazzino alle prime armi, seppur con un successo fuori dal normale. C'è una differenza di età, culturale e di background abissale, nemmeno in mille anni di vita potrei essere geloso. Insomma, non ti vedo proprio andare a nutrire la schiera di adolescenti che gli tirano il reggiseno.

-Certo che non gli tirerei il reggiseno! – risi a mia volta e aggiunsi – Ora finisco di prepararmi.

-A dir la verità, lo capisco: anche io a diciannove anni avrei fatto pazzie per una come te – mi baciò sulla tempia e mi lasciò il bagno libero.

Fui sul punto di chiedergli perché si dovesse fare pazzie solo a diciannove anni, ma mi ritenni fortunata a sufficienza per quella sera, fui felice di avere un compagno così aperto di mente e comprensivo e non volli tirare troppo la corda.

Anche se, in fondo, mi chiedevo se la sua fosse apertura di mente o semplice mancanza di interesse nei confronti di ciò che facevo. Forse davvero a lui non importava niente di me, forse per lui non esistevo se non quando ero al suo fianco. Certe volte lo fissavo perplessa, chiedendomi se davvero non fosse tutta una grande, inutile, patetica finzione.

Ma non volevo pensare a quello, non volevo guardarmi allo specchio e vedere i miei fallimenti sentimentali: non ero pronta, non ne avevo voglia, la mia vita era già sufficientemente patetica così, non occorreva peggiorarla con pensieri negativi o deprimenti.

Mi riscossi e ritornai in bagno.

Mi spazzolai a lungo i capelli e poi risi della mia frivolezza: tutta quella tensione, proprio per niente. Giacomo era tranquillo: avevo trentacinque anni e la situazione sotto controllo.

Il timore di poco prima era un segno evidente della mia progressiva ed inesorabile disabitudine a ricevere inviti dagli uomini.

Un altro segnale della mia innegabile età adulta.

Scelsi una camicia semplice, bianca, dal taglio quasi maschile e una gonna nera, lunga fino al ginocchio. Scarpe nere, di raso, col tacco a spillo altissimo, tetre come macchie di sangue sulla scena di un delitto. Raccolsi i capelli in una coda di cavallo alta, severa, che mi diede un tono da maestrina. Mi truccai poco, un rapido sguardo allo specchio ed ero pronta.

Salutai velocemente Giacomo già sbracato sul divano con la birra in mano ed uscì in strada.

Forse avrei dovuto almeno ventilargli la possibilità di unirsi a noi, ma la verità era che preferivo non ci fosse.

Almeno con me stessa dovevo essere sincera: quella era una serata per sole donne come aveva detto Veronica, qualsiasi cosa avesse voluto significare. 

TrentacinqueWhere stories live. Discover now