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*leggete lo spazio autrice qui sotto, grazie. Buona lettura.*

Benjamin ride. Ride. Porca miseria che bella risata. Una risata che ti fa battere il cuore veloce e ti fa sentire bene. Come si fa a non amare una risata tanto bella? É troppo chiedere di sentire questa melodia tutta la vita?

"Attenta!" Urla Benjamin ridendo, distogliendomi dai miei pensieri.
Andiamo a sbattere letteralmente contro una colonna laterale.

Io e Benjamin scoppiamo a ridere, sentendo la campanellina suonare sopra alle nostre risate.

Scendiamo dalla nostra "macchina" e usciamo dalla pista, ancora ridendo.
Anche Chiara e Federico scendono e ci raggiungono.

"Abbiamo ancora due gettoni." dice Chiara.
"Io lo terrei per dopo." Dico io.

Gli altri approvano la mia idea e ci dirigiamo verso i tappeti elastici.
Idea mia e di Chiara, come sempre.

Non appena arriviamo davanti ai tappeti elastici, ci mettiamo in fila per prendere i biglietti.

Benjamin comincia a fissare una madre insieme ai suoi due figli, suppongo. I bimbi avranno sette anni, più o meno. Stanno discutendo.

"Dai, mamma! Io e Matilde vogliamo andare sugli autoscontri, ti prego." Dice il fratello piangendo.
"Si, dai mamma." Dice la sorella, anche lei piangendo.
"Ragazzi, ho finito i soldi che mi ero portata dietro. Ci andremo un'altra volta." Dice la madre sbuffando.

Stanno a discutere per qualche secondo, poi la madre si allontana da loro, raccomandandosi con i bambini di non muoversi.

Il fratello, leggermente più alto, abbraccia la sua sorellina. Che cosa dolce e carina.

Benjamin si avvicina a loro senza dire niente e io lo seguo, confusa.

I bambini lo guardano confusi, esattamente come faccio io.

"Ciao piccoletti." Dice lui abbassandosi alla loro altezza.
"Chi sei?" Domanda la bambina asciugandosi le lacrime.
"Oh, non mi conoscete, tranquilli." Ridacchia lui.

Il fratello mette la sua sorellina dietro di lui, come per proteggerla.

"Ma io ho una cosa per voi." Dice il mio ragazzo teneramente.

Ad entrambi si illuminano gli occhi.
Benjamin prende fuori i due gettoni dalla tasca della sua giacca di pelle.
Ora tutto mi é chiaro.

"Io e la mia ragazza abbiamo comprato dei gettoni in più, quindi ora, io li regalo voi." Dice Benjamin teneramente, dando a ciascuno un gettone.
"Davvero?" Domandano i bambini sorridendo.
"Certo, andate dai!" Ridacchia Benjamin.
"Grazie mille." Dicono dando un leggero abbraccio al mio ragazzo, per poi raggiungere la loro madre.

Benjamin si alza e mi guarda.
Io mi avvicino e gli stampo un bacio sulle labbra, sorridendo.

"Sei stato dolce." Dico io.
"A volte anche io sono dolce." Dice lui.

Torniamo dai nostri amici, che ci mostrano i biglietti.

"Dopo questo gesto ammirevole di questo scemo, possiamo andare su i tappeti elastici." Ridacchia Federico.
"Non sono scemo." Sorride falsamente Benjamin.
"Convinto, amore mio." Dico io.
Lui ride e cominciamo a salire tutti, dopo esserci tolti le scarpe, sui tappeti elastici, dando i biglietti al controllore.

Una volta saliti, cominciamo a saltare ridacchiando per le occhiate interrogative che ci lanciano i bambini.

Forse siamo troppo grandi, ma, in fondo, a chi importa?

"Benjamin, mi prendi?" Domando io ridacchiando.
"Vai." Ridacchia lui.

Io faccio qualche salto e poi balzo il braccio a Benjamin, che cade con il sedere sul tappeto elastico, non riuscendo a mantenere l'equilibrio.

Io scoppio a ridere e lui mi segue a ruota. Rimbalziamo due o tre volte per poi cadere definitivamente sul tappeto elastico.

"Mi hai fatto cadere due volte in nemmeno tre giorni. Mi vuoi uccidere?" Ridacchia lui.
"Uhm...Non É una cattiva idea!" Commento io ridendo.

Lui prende il mio viso fra le mani e poggia le sue labbra sulle mie, come se avesse aspettato fin troppo tempo, come se non ci fossimo baciati due minuti prima.

Ricambio il suo bacio, sentendo il mio stomaco contorcersi e il mio cervello andare in tilt per un attimo.

É come se lui avesse il potere di spegnere il mio cervello, di farlo andare in tilt, di farmi smettere di ragionare.

***

"Ma', sono a casa, c'é anche Benjamin!" Dico io entrando nel mio appartamento.

In un minuto, mia madre ci raggiunge all'ingresso.

"Oh, ciao caro." Mia madre abbraccia leggermente Benjamin, sorridendo.
"Salve signora." La saluta Benjamin.
"Ti va di rimanere a cena con me ed Elisa, dato che mio marito é fuori per lavoro?" Domanda mia mamma.
"Oh, non voglio disturbare." Dice lui.
"Ma quale disturbare! Ci fa solo piacere!" Dico io sorridendo.
"Allora va bene." Dice lui.

Mia madre fa per andarsene, ma la fermo.

"Mamma, può restare a dormire?" Domando io.
"Oh, non credo che tuo padre sia tanto d'accordo." Dice mia mamma.
"Davvero, vado a dormire da me. Domani mattina verso le otto, ti vengo a salutare." Mi sorride lui.
"Va bene..." rispondo dispiaciuta.

Mia madre vi osserva per qualche secondo.

"Secondo me, potresti restare a dormire. Mio marito lo convinco io, tu puoi restare a dormire." Dice mia madre sorridente.
"Sicura?" Domanda Benjamin.
"Oh, ma certo!" Dice mia madre.
"Allora va bene." Sorride Benjamin.

Io mimo con le labbra un 'ti amo di bene' a mia madre e lei mi fa l' occhiolino.

Ci dirigiamo tutti in cucina, notando che mia mamma aveva già preparato da mangiare.

Ci sediamo tutti a tavola e mia mamma serve in ogni piatto un po' di pollo e di patate al forno.

Cominciamo a mangiare, parlando della scuola, del lavoro di mia madre e del pomeriggio che abbiamo passato al Luna Park.

"É tutto buonissimo." Dice Benjamin sorridendo e mettendo in bocca un pezzo di pollo.
"Grazie caro, nulla di speciale!" Ringrazia mia madre.

Continuiamo a mangiare, parlando del più e del meno, ridendo e scherzando.

"Ragazzi andate pure, io sparecchio." Dice mia mamma.
"D'accordo, buonanotte." Dico io prendendo la mano di Benjamin e portandolo in camera mia.

Una volta in camera, gli porto una maglietta e un pantaloncino che aveva lasciato da me, sorridendo imbarazzata.

Lui si spoglia davanti a me e si mette quello che gli ho passato io.

Io faccio la stessa cosa ed una volta essermi infilata la maglietta del pigiama, Benjamin appoggia le sue labbra sulle mie, non lasciandomi neanche il tempo di capire quello che sta succedendo.

Ricambio il bacio, legando le braccia intorno al suo collo.

Ci stacchiamo e ci mettiamo sotto le coperte. Io mi accoccolo al suo petto, mentre lui mi stringe a sé.

"Non voglio che tu te ne vada." Sussurro io alzando la testa per guardarlo.
"Neanche io me ne voglio andare, ma devo." Sussurra lui guardandomi.
"Mi mancherai." Sussurro ancora.
"Anche tu, non sai quanto." Dice lui.

Mi metto sopra di lui.

"Ti amo, amore mio." Sussurro io.
"Anche io, tanto." Sussurra lui.

Appoggio le labbra sulle sue.
Non é un bacio lento, tutt'altro. É un bacio bisognoso e pieno d'amore.
Uno di quei baci, dove pensi 'c***o, si può stare davvero così bene?'.

Ecco il capitolo! Spero vi piaccia!
Scusatemi tanto per il ritardo, ma la scuola mi ha levato tanto tempo per scrivere. Sono felicissima perché oggi, alle 20.05, andrò al concerto dei bimbi al Vox di Nonantola! Credo che domani o dopodomani, pubblicherò un capitolo su questo concerto nell'altra storia, quindi vi aspetto lì. Fatemi sapere qui sotto se qualcuno di voi verrà oggi al concerto.
(Vi ricordo di seguirmi su Instagram, io sono eli_borghi)
OMMIODDIO, SIAMO #85 IN FANFICTION E MANCA POCO AI 20K! QUANTO VI POSSO AMARE? TROPPO!

Ciauuuuuuuuuuuuuuu

7/05/2016

Per Sempre? Per Sempre! ||Benjamin Mascolo|| (#Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora